Caos scuola, interviene Draghi e sconfessa Salute e Istruzione: niente Dad con un solo positivo. La priorità sono le lezioni in presenza

da OrizzonteScuola

Di Andrea Carlino

Doppia giravolta del governo nella gestione delle quarantene nelle scuole. L’emergenza Covid-19 torna a far paura con la variante Omicron che potrebbe nuovamente mettere in apprensione l’esecutivo che, da pochi giorni, ha approntato il decreto green pass con l’obbligo vaccinale per il personale scolastico.

A preoccupare, però, sono anche i contagi tra gli studenti, in particolare nella fascia 5-11 anni dove, però, ancora non è possibile la vaccinazione.

Nelle ultime ore, dunque, succede di tutto.

Ieri a tarda sera la circolare congiunta Salute-Istruzione che, in ragione dell’aumento dei contagi e delle difficoltà nel tracciamento, sospendeva il programma di “sorveglianza con testing” in vigore da appena tre settimane.

Poi nel pomeriggio lo stop, con l’intervento del premier Mario Draghi (decisamente risentito per quanto accaduto) che ha avocato a sé l’operazione dopo un approfondimento con il Cts e con il commissario all’emergenza Francesco Figliuolo, che ha garantito supporto per il tracciamento, andato in tilt con l’aumento della circolazione del virus.

Le regole, dunque, restano quelle in vigore: tutta la classe andrà automaticamente in quarantena solo se ci sono tre positivi.

“Non ci sarà alcun ritorno in Dad in caso di presenza di un solo alunno contagiato”, hanno precisato fonti di governo, e parallelamente la struttura del commissario straordinario Francesco Figliuolo “intensificherà le attività di testing nelle scuole, al fine di potenziare il tracciamento”, poiché “garantire la partecipazione in presenza e lo svolgimento delle lezioni a scuola in assoluta sicurezza è una priorità del Governo”.

Su Facebook migliaia i commenti di docenti, Ata o semplici genitori disorientati rispetto alla situazione venutasi a creare nelle ultime ore.

Un dietrofront che la dice lunga sulla gestione della pandemia, un’inversione a U clamorosa e per certi versi sconcertante, come afferma il presidente di ANP, Antonello Giannelli.

L’impressione, però, è che non sia finita qui.