Troppi compiti per le vacanze e i ragazzi rispondono “picche”

da Tecnica della Scuola

Troppi compiti per le vacanze e i ragazzi rispondono “picche”
di Pasquale Almirante
Skuola.net dà i risultati di un sondaggio sui compiti per le vacanze, svolto tra 1.180 utenti della propria rete, avviato nel periodo dal 2 al 6 gennaio, e al quale hanno partecipato il 55% di donne e il 45% di uomini di età compresa fra 11 e 19 anni.
Assegnare compiti per le vacanze, e in modo particolare durante quelle di Natale, probabilmente è anche un modo ulteriore per fare odiare la scuola e per rappresentarla nell’immaginario dei ragazzi come l’estrema vendetta di chi non capisce che quei giorni portano con loro altre fantasie e altre giocondità. Chi è infatti quell’impiegato o quell’altro lavoratore che durante il riposo o le ferie o nei fine settimana si porta il lavoro a casa? Ma agli studenti questo sano principio è negato e allora capitoli da studiare e esercizi da svolgere, mentre ogni giorno che passa è un avvicinarsi alle scadenze sia delle vacanze e sia a una dta imposta per togliersi di mezzo i compiti assegnati: un’afflizione che monta col montare dei giorni che avvicinano ciascuno alla riapertura della scuola. E infatti, secondo quanto comunica Skuola.net, solo uno su quattro studenti ha svolto tutti i compiti per le vacanze. Troppi compiti, secondo il 65% degli studenti. Infatti solo uno su quattro dichiara di essere stato in grado di finirli tutti entro oggi. I professori ammazza‐vacanze sono principalmente quelli di italiano, matematica e lingue straniere. L’auspicata e non pienamente realizzata digitalizzazione della scuola sta tuttavia introducendo un notevole cambiamento nelle abitudini di studenti e professori. E infatti le nuove tecnologie vengono usate da certi prof in modo strumentale alle proprie esigenze e forse per rendere, anche inconsciamente, ancora più odiosa e autoritaria la scuola, effetto che sicuramente non fa bene. E il sito denuncia a tal proposito, su segnalazione dei ragazzi, che in un istituto tecnico della provincia di Padova, un professore ha deciso di comunicare una verifica scritta ai suoi alunni il 3 gennaio attraverso Facebook. Gli studenti ci tengono inoltre a precisare che il docente non aveva fatto menzione della cosa sul registro di classe, come è testimoniato da una schermata presa direttamente dal portale Fb, dove si legge: “Oggi mi è venuta l’ idea di farvi un compitino sulle crociate lunedì…”. Parole che hanno tutto il sapore della beffa e della sottile violenza: vi faccio vedere chi comanda in questa… classe. Ma Facebook non dovrebbe servire per altro? Ed è opportuno che un educatore intrattenga tali collegamenti coi suoi alunni? Ed è sicuro che i ragazzi vogliano le amicizie coi loro insegnanti?