Sciopero generale di Cgil e Uil il 16 dicembre, ma la scuola mantiene quello del 10 dicembre

da Tuttoscuola

Cgil e Uil considerano “insoddisfacente” la manovra e proclamano per giovedì 16 dicembre uno sciopero generale di 8 ore con manifestazione nazionale a Roma. La scuola resta invece ferma sulla sciopero del prossimo 10 dicembre e lancia un appello alle associazioni professionali degli insegnanti: Considerato come le motivazioni poste a base delle rivendicazioni trovano ampia condivisione nelle azioni proposte dall’articolato mondo dell’Associazionismo, le scriventi Organizzazioni Sindacali lanciano un appello alla partecipazione allo sciopero del 10 dicembre p.v., dichiarando la piena disponibilità ad avviare un’azione di confronto in modo da portare a sintesi le diverse rivendicazioni da proporre ai tavoli di trattativa”. E’ quanto si legge in un comunicato congiunto sottoscritto da quattro dei cinque sindacati che hanno proclamato lo sciopero scuola per il prossimo 10 dicembre: Flc Cgil, Uil scuola, Snals, Gilda. Non compare la firma dell’Anief, che pure ha deciso di partecipare allo sciopero, ma che aveva finora agito in totale autonomia, e anzi quasi sempre in opposizione alle altre sigle sindacali.

Politicamente assai rilevante è però il fatto che l’appello non sia stato sottoscritto dal sesto sindacato “rappresentativo”, la Cisl scuola, in dissenso non sul merito delle rivendicazioni ma sulla forma di lotta scelta dalle altre sigle, lo sciopero. Una posizione pienamente allineata con quella della confederazione Cisl, il cui segretario generale Luigi Sbarra ha preso nettamente le distanze dalla minaccia di sciopero generale ventilata dal segretario generale della Cgil Maurizio Landini, e non esclusa da quello della Uil Pierpaolo Bombardieri.

In effetti lo sciopero generale e quello della scuola, nelle attuali circostanze, al di là delle dichiarate intenzionalità sindacali, potrebbero essere interpretati come atti di sfiducia politica nei confronti di chi guida il governo (Mario Draghi) e la sua politica scolastica (Patrizio Bianchi). Non azioni di lotta sindacale per ottenere migliori risultati in una trattativa in corso ma contestazione globale, cioè politica, degli equilibri sui quali si regge l’attuale governo, nato però – secondo l’indicazione data dal presidente Mattarella – “senza alcuna formula politica” e visibilmente senza alcuna alternativa nell’attuale Parlamento.

L’appello alle associazioni professionali (prontamente accolto da Dario Missaglia, presidente di “Proteo Fare Sapere” ed ex segretario della Flc Cgil) sembra quasi la chiamata a raccolta di tutti i critici “da sinistra” del compromesso che ha reso possibile la formazione del governo Draghi. Forse in vista di quelle elezioni politiche anticipate rispetto alla scadenza del 2023 che alcuni analisti politici considerano probabili in caso di ascesa di Draghi alla presidenza della Repubblica? La Cisl sembra non condividere questa prospettiva, e per questo continua a considerare Draghi e Bianchi interlocutori di una sia pur difficile trattativa.