Monti a scuola riparte dai premi

da ItaliaOggi

Monti a scuola riparte dai premi

Alessandra Ricciardi

Poco più di una paginetta, in un programma di 25. É lo spazio che dedica a scuola, università e ricerca l’agenda elettorale di Mario Monti. A farla da padrone rispunta la valutazione dei docenti e delle scuole, con il ripristino dei premi di gelminiana memoria ai prof migliori. L’assunto di partenza del capitoletto «Bisogna prendere sul serio l’istruzione, la formazione professionale e la ricerca» potrebbe ben campeggiare nell’attacco dei programmi anche degli altri schieramenti, dal Pd, che formalizzerà il suo nei prossimi giorni (in larga misura le priorità saranno quelle fissate dall’assemblea di Varese del 2010) al Pdl: «Investire in capitale umano è la strada per sfuggire alla morsa della competizione di paesi con costi di manodopera più bassi». Una consapevolezza che si accompagna alle rilevazioni delle principali ricerche italiane e internazionali: l’Italia ha un elevato tasso di abbandono scolastico precoce, un livello di performance scolastica più basso rispetto alla media dei paesi Ocse e un numero di laureati lontano dagli obiettivi fissati dall’Unione europea. Sul cosa fare, Monti, che si è avvalso della collaborazione del ministro Francesco Profumo, probabile candidato a Torino per la nuova coalizione guidata dal premier, resta con i piedi per terra. Perché nuovi investimenti, quelli che per esempio promette il partito di Pier Luigi Bersani, saranno possibili solo dopo aver ridotto «il costo del debito pubblico e aver eliminato le spese inutili». E intanto? Per «prendere sul serio la scuola», Monti promette di rilanciare il valore dello studio e della ricerca e il significato della professione di insegnante, troppo spesso mortificata. «Gli insegnanti devono essere rimotivati e il loro contributo riconosciuto, investendo sulla qualità». Anche questa un’affermazione che in molti condividerebbero. Per il come fare, l’Agenda punta su autonomia e responsabilità, rafforzamento del sistema di valutazione costituito da Invalsi e Indire, «basato su indici di performance oggettivi e calibrati sulle caratteristiche del bacino di utenza e dei livelli di entrata degli studenti». Su questo fronte, sperimentazioni sono già state fatte, con due diversi progetti avviati dall’ex ministro Mariastella Gelmini. E Monti punta a recuperare il «premio economico annuale agli insegnanti che hanno raggiunto i migliori risultati». Va chiarito con quali fondi però, oltre che con quali modalità, visto che il 30% delle risparmi fatti con la riforma Gelmini, inizialmente destinati alla valorizzazione del personale, sono stati assorbiti dal pagamento degli scatti di anzianità.