Un’autonomia mancata?

Un’autonomia mancata?

di Maurizio Tiriticco

Spesso mi chiedo… e vi chiedo: l’AUTONOMIA SCOLASTICA è stata veramente attuata? A mio vedere, NO! O forse solo parzialmente. In effetti, si trattò di una grande illusione, di cui ci siamo tutti nutriti negli anni novanta, quando si avviò la “grande riforma” della Pubblica Amministrazione, di cui alla legge 15 marzo 1997, n. 59. Erano anni che si discuteva della necessità di una reale riforma dello Stato, o meglio della necessità di svecchiare, se non addirittura di liquidare, un apparato statale che veniva da lontano, la monarchia sabauda prima, il fascismo dopo. Lo sappiamo! C’è stata la Resistenza, poi la Liberazione, poi la restaurazione della Democrazia e la stesura di una Carta Costituzionale fortemente democratica e garantista, tra le più avanzate al mondo. Ma smantellare ab imis uno Stato da sempre centralista e burocratico, sempre pronto a vedere nel cittadino più un suddito che una persona libera e responsabile, non era cosa facile.

Ed in uno Stato fortemente centrato su sé stesso non erafacile avere una Scuola autenticamente libera e democratica. In effetti, dal varo della Costituzione Repubblicana, (27 dicembre 1947) al varo dei cosiddetti “decreti delegati” della scuola (la Legge delega n 477 è del 30 luglio 1973), trascorsero 26 anni! Ben 26 anni per costruire una scuola ispirata ai principi costituzionali. Mi piace riportare i singoli decreti:

DPR 31 maggio 1974, n.416: “Istituzione e riordinamento di organi collegiali della scuola materna, elementare, secondaria e artistica”;

DPR 31 maggio 1974, n. 417: “Norme sullo stato giuridico del personale docente, direttivo ed ispettivo della scuola materna, elementare, secondaria ed artistica dello Stato”;

DPR 31 maggio 1974, n. 418: “Corresponsione di un compenso per lavoro straordinario al personale ispettivo e direttivo della scuola materna, elementare, secondaria ed artistica”;

DPR 31 maggio 1974, n. 419: “Sperimentazione e ricerca educativa, aggiornamento culturale e professionale ed istituzione dei relativi istituti”;

DPR 31 maggio 1974, 420: “Norme sullo stato giuridico del personale non insegnante statale delle scuole materne, elementari, secondarie ed artistiche”.

Si trattò di iniziative normative che “andavano in profondità”, tese a riordinare nel profondo l’ordinamento istituzionale e normativo del nostro sistema scolastico al fine di “adeguarlo” ai principi costituzionali. Passavano gli anni, e l’intero apparato statale necessitava di un profondoriordino. Occorreva passare da uno “Stato per lo Stato” ad uno “Stato per il cittadino”. Ma non era una cosa facile! Per quanto riguarda il sistema scolastico, trascorsero almeno venti anni.

Infatti, solo nel 1995 (dopo i decreti del ’74) furono varate norme innovative. ciò al fine di trasferire competenze decisionali dal Centro (lo Stato) alla Periferia (Regioni, Enti Locali ed al.). I provvedimenti riguardavano anche la scuola. Ed io e Sergio Auriemma pubblicammo per la Tecnodid un prezioso volumetto intitolato “Carta dei Servizi & Progetto di Istituto”. In effetti si trattava di una guida per le scuole ai fini di: “organizzare le attività preliminari – rilevare i dati-base necessari – individuare i fattori di qualità – definire standard e indicatori – formulare i documenti necessari – attivare il monitoraggio – valutare il servizio scolastico erogato –curare la revisione periodica”. Pensavamo di dare alle scuole, ormai autonome, una serie di preziose indicazioni operative.

Occorre tuttavia ricordare che il tutto in effetti veniva da molto lontano, esattamente da quella legge 241/90, che dettava “nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi”. E’ una legge mi piace definire la “NONNA” di tutte le autonomie (molte delle quali purtroppo mancate). Si trattava insomma di smantellare il secolare Stato chiuso in sè stesso e di avviare una organizzazione statuale democratica, conforme anche con il Dettato Costituzionale. In effetti, è da quella legge che si diede l’avvio al cosiddetto “nuovo processo amministrativo” ed alla “trasparenza degli atti”. Seguirono altri atti: il dlgs 29/93, “nuovi criteri organizzativi per PA e pubblico impiego”, e la DPCM 27/1/94, concernente “principi sull’erogazione dei servizi pubblici: eguaglianza, imparzialità, continuità, diritto di scelta, partecipazione, efficienza, efficacia, adozione di standard, semplificazione delle procedure, informazione degli utenti, rapporti con gli utenti, valutazione della qualità del servizio, rimborso, procedure di reclamo”.

E’ opportuno citare pure il dlgs 29/93 concernente la “Razionalizzazione dell’organizzazione delle amministrazioni pubbliche e revisione della disciplina in materia di pubblico impiego”. Tutta questa “cascata” di norme condusse infine alla citata legge n. 59 del 15 marzo 1997 ed infine – per quanto concerne la scuola – al dpr 275/99, “recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche”. E concludo! Ma penso di averlo già scritto mille volte: si legga l’articolato del solo articolo 4 del dpr 275/99 e mi si dica quanti di quei suggerimenti siano stati raccolti dalle istituzioni scolastiche in forza della loro autonomia! Se dico nessuno, dico una bestemmia? Non so, ma… Il fatto è che “lavorare in autonomia” costa! In invenzione, in ricerca, in fatica, in determinazione, in rischio anche! Ma… per come sono pagati i nostri insegnanti – ipeggio in Europa e forse nel mondo – vale qualcosa rischiare, faticare, scegliere, rischiare? In effetti Ptof, Pof, Piani di Miglioramento ed altre diavolerie non intaccano fino in fondo la rigidità del nostro ancestrale sistema scolastico Ed oggi ci si mette pure il Covid! Con le sue ricadute negative sulle attività scolastiche. Così corriamo pure il rischio di perdere una generazione di Italiani! Che, invece, di norma, dovrebbero essere Capaci, Abili, Competenti! E pure Creativi! Ed ora… bastonatemi pure!