Ritorno a scuola in presenza

Ritorno a scuola in presenza. Ma la sicurezza?

di Gabriele Boselli

Governare significa scegliere, decidere tra alternative a volte drammatiche. Il consenso delle masse e l’economia da un lato, la salute dall’altro, nei casi attuali sapendo che l’economia dipende anche dalla salute e la salute non può prescindere dall’economia.

Occorre che i politici possano scegliere disinteressatamente tra i pareri di economisti e medici che non siano legati a interessi precostituiti e che non credano di avere la verità in tasca, specie in domini scientifici ove le certezze sono ben poche, se non, nel caso nostro, quella per cui il vaccino è per ora il più credibile tra i tentativi di difesa. Scegliere dunque nell’interesse generale e non curarsi degli indici di gradimento e dei futuri successi e insuccessi elettorali.

L’attuale Presidente del consiglio, non essendo stato eletto e prevedibilmente non dovendosi presentare in future elezioni, offre importanti garanzie, come peraltro il Ministro dell’Istruzione in cattedra, il primo ministro culturalmente adeguato felicemente pervenuto dopo una lunga serie deprimente.

Basterà? I nostri due eroi devono confrontarsi con partiti che non hanno la fondatezza scientifica delle decisioni come criterio primo e inoltre, specie alcuni, rappresentano interessi politici ed economici potenti.

Certi segnali non sarebbero incoraggianti: pur con un tasso di contagio al 19%, pur con una mutazione del virus che colpisce anche giovani e bambini, pur con molti insegnanti e operatori scolastici non vaccinati o per motivi clinici o perchè, da diligenti no-vax, hanno preferito acquistare il documento sul dark web, pur con una minima parte di alunni vaccinata, domani in Romagna e il 10 altrove le scuole riapriranno in presenza.

Stante l’incapacità dei governanti di ridurre alla ragione i no-vax attraverso deterrenti effettivamente capaci di vincere la loro opposizione, come in guerra è necessario mandare a statisticamente a morte qualche innocente, nel caso nostro riaprendo gran parte delle scuole in presenza.

Ogni misura sanitariamente inadeguata comporta infatti, necessariamente, un incremento degli invalidi e dei deceduti, magari solo di qualche centinaio alla volta.

Appare quindi politicamente obbligato far anticipare la dipartita a un certo numero di malati di altre patologie e anziani negando loro di fatto le cure ospedaliere (prioritariamente riservate ai no-vax) o esponendoli al contagio in casa tramite i bambini e i ragazzi delle scuole.