La rivolta dei presidi

da STAMPA

La rivolta dei presidi I dirigenti chiedono di posticipare il ritorno a scuola “Situazione Ingestibile, servono due settimane di Dad”

FLAVIA AMABILE

ROMA

Fallito il tentativo di una parte delle Regioni di far slittare il rientro a scuola in presenza, ieri sono stati i presidi a chiedere al governo di posticipare il ritorno in classe di studenti e insegnanti. Le iniziative sono state numerose in varie parti d’Italia e sono culminate in un appello promosso da una ventina di dirigenti scolastici e firmato da circa 2 mila colleghi, quasi un terzo dei presidi italiani. Lanciano un allarme pe r una «s ituazione i ngestibile» e chiedono al presidente del Consiglio Mario Draghi, al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e ai governatori «una programmata e provvisoria sospensione delle lezioni in presenza – con l’attivazione di lezioni a distanza-perd uè settimane». Una posizione simile era stata espressaduegiomifa anche da Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi. Il governo non sembra però intenzionato a cambiare idea. come chiarito due giorni fa durante il Cdm che ha definito le nuove regole sulle quarante ne. Nella scuola dell’infanzia si va tutti in quarantena per dieci giorni con un solo caso positivo mentre alla primaria la Dad scatta in presenza di due positivi. Nelle scuole secondarie le lezioni sono in Dad per 10 giorni se ci sono tré positivi nella stessaclasse. Con un positivo è invece prevista l’auto-sorveglianza per tutta la classée con due positivi scatta una distinzione: per chi ha fatto 2 dosi di vaccino o è guarito da più di 120 giomienonha avuto la dose di richiamo si applica laDad per 10 giorni, mentre gli altri proseguono in classe in auto-sorveglianza. Una differenza – ha spiegato il ministro Bianchi – motivata dal fatto che i bambini in gran parte non sono ancora immunizzati (oltre 3 milioni senza dose tra i 5 e gli 11 anni) mentre «diversa è la situazione dei ragazzi più grandi, dove bisogna soltanto completare l’opera di vaccinazione». Con queste regole, con 400 milioni per la proroga dell’organico Covid e un potenziamento del tracciamento promesso dal commissario Fi gliuolo, le scuole si preparano al rientro dopo le vacanze di Natale. Cinque Regioni e una Provincia (Trento) riprenderanno le lezioni oggi. Tutte le altre hanno preferito posticipare almeno fino a lunedì. Nei mesi di gennaio e febbraio anche negli atenei migliaia di studenti potrebbero svolgere a distanza e online le prossime prove, sedute di laurea ed esami, in via del tutto eccezionale e laddove non sia possibile gara nti rè la prese nza. Esami e lauree a distanza «È doloroso chiedere la Dad ma in questa situazione capisco che si possa preferire alle lezioni in presenza – spiega Cristina Costare Ui, presidente dell’Anp del Lazio e dirigente del liceo Newton di Roma -. Se però tom ia mo a p aria me è per- che alla scuola in questi due anni non è stata data la priorità che meritava con investimenti in spazi, tracciamento, ventilazione, organici”. La scuola, però, nonostante tutto, ricorda Costarelli, resta un ambiente molto più sicuro di altri, «II liceo che dirigo hachiusoprima delle vacanze con un solo caso positivo. Riapriremo con 50 studenti che mi hanno comunicato di essersi contagiati durante le feste. In piùavròl2docenti assenti e non so come potrò sostituirli·”. È la stessa difficoltà che stanno incontrando la gran partedelle scuole. Vale ria Pirone, dirigente dell’istituto comprensivo Vittorino da Feltre di Napoli: «La scuola riparte in sicurezza dice il ministro? Quest’affermazione mi offende. Da lunedì rischio di avere classi deserte per i contagi tra gli alunni e un numero insufficiente di insegnanti. Non credo che riusciremo a garantire l’orario completo. E dovremo gestire l’attività nella scuola dell’infanzia dove i bambini stanno a scuola per 8 ore senza mascherine e dove durante la refezione anche gli insegnanti tolgono la protezione in un momento in cui i bambini toccano tutto. E  vogliamo dire che è un ambiente sicuro?”.