In aumento gli insegnanti di sostegno, ma 1 su 3 non è specializzato

da Tuttoscuola

Aumentano gli alunni con disabilità e gli insegnanti di sostegno. Diminuisce inoltre il numero di studenti con disabilità esclusi dalla Dad. Ma non sull’inclusione non ci sono solo “luci”. Tra le “ombre” emerge che 1 insegnante di sostegno su 3 non è specializzato e che meno di 1 su 4 ha frequentato corsi di formazione su inclusività e 1 su 5 viene assegnato in ritardo. E’ la fotografia scattata dall’Istat nell’ultimo rapporto “L’inclusione scolastica degli alunni con disabilità – anno scolastico 2020/21”.

Entrando nel dettaglio del rapporto, secondo l’Istat nell’anno scolastico 2020-2021, aumentano gli alunni con disabilità che frequentano le scuole italiane (+4mila, il 3,6% degli iscritti). Migliora la partecipazione alla didattica: scendono al 2,3% gli esclusi dalla didattica a distanza (DAD), contro il 23% dell’anno precedente. Nei periodi in cui se ne è fatto ricorso molti hanno partecipato in presenza con altri compagni (38%). Soddisfatto il 98% delle richieste di dispositivi per seguire le lezioni a distanza.

Migliore l’organizzazione della didattica a distanza

Per gli alunni con disabilità le modalità di partecipazione all’attività didattica a distanza sono state diverse: la quota più consistente, il 41%, ha preso parte alla DAD al pari degli altri, ovvero con lezioni a distanza in collegamento con tutti i docenti (curricolari e per il sostegno) e insieme all’intero gruppo classe; per il 38% di alunni la scuola ha invece organizzato percorsi personalizzati con il coinvolgimento dei coetanei, al fine di evitare l’isolamento dal gruppo dei pari.

Per questi studenti, nei periodi in cui la classe ha seguito le lezioni a distanza, la didattica si è svolta sempre in presenza con l’insegnante per il sostegno e con un gruppo ristretto di compagni anch’essi in presenza (25%) o collegati da remoto
(13%). Per la quota residua non si è riusciti a garantire l’interazione con i coetanei: alla percentuale di alunni completamente esclusi dalle attività didattiche svolte a distanza (2%) si aggiunge infatti un 19% di studenti con disabilità che ha fatto lezione con il solo insegnante per il sostegno, senza il coinvolgimento dei compagni e degli altri docenti.

Buona la risposta della scuola alla domanda di dispositivi informatici

L’attivazione della didattica a distanza ha richiesto un grosso sforzo da parte della scuola che ha dovuto far fronte alla carenza di dispositivi informatici nelle abitazioni degli studenti. Nell’anno scolastico 2020-2021 a fare richiesta di questi strumenti sono circa il 17% degli alunni con disabilità, contro il 7% del resto degli iscritti. La domanda maggiore proviene dalla scuola secondaria di secondo grado (20%) mentre diminuisce nella primaria (13%) dove l’attivazione della DAD è stata meno frequente. Notevoli anche le variazioni territoriali, la quota di richieste aumenta sensibilmente nelle regioni del Mezzogiorno, raggiungendo i livelli più alti in Basilicata e in Calabria dove si registrano percentuali molto sopra la
media nazionale (rispettivamente 25 e 32%).

Nella quasi totalità dei casi la scuola è riuscita a sopperire a tale carenza fornendo la strumentazione richiesta al 98% dei richiedenti, quota piuttosto stabile sul territorio.

In aumento gli insegnanti per il sostegno, ancora insufficienti quelli specializzati

Gli insegnanti per il sostegno che nell’anno scolastico 2020/2021 hanno operato nelle scuole italiane sono più di 191mila – poco più di 184mila nella scuola statale (fonte MIUR) e circa 7mila nella scuola non statale (fonte Istat) – in crescita di oltre 8mila rispetto all’anno scolastico precedente (+4,4% registrato quasi esclusivamente nella scuola statale).

A livello nazionale il rapporto alunno-insegnante, pari a 1,4 alunni ogni insegnante per il sostegno, è più favorevole a quello previsto dalla Legge 244/2007 che raccomanda un valore pari a 2. Di questi docenti, circa 65mila (il 34%) sono stati selezionati dalle liste curricolari, si tratta cioè di insegnanti che non hanno una formazione specifica, impegnati nelle classi frequentate da alunni con disabilità per far fronte alla carenza di figure specializzate. Questo fenomeno è più frequente nelle regioni del Nord, dove la quota di insegnanti curricolari che svolge attività di sostegno sale al 44% mentre si riduce nel Mezzogiorno, attestandosi al 20%.

Alla carenza di offerta di insegnanti qualificati si affianca spesso un ritardo nell’assegnazione dell’insegnante per il sostegno. A un mese dall’inizio della scuola, infatti, circa il 20% degli insegnanti per il sostegno non risultava essere stato ancora assegnato. Tale quota sale al 27% nelle regioni del Nord-ovest e tocca le punte massime in Lombardia (29%) e Liguria (34%).

Poco diffusa tra i docenti la formazione in modelli inclusivi

Con l’attivazione della didattica digitale integrata diventa cruciale la competenza dei docenti (curriculari e per il sostegno) in materia di modelli inclusivi, necessaria per la progettazione di percorsi didattici efficaci che coinvolgano tutti gli studenti della classe senza esclusioni di alcun tipo. La formazione sulle metodologie inclusive non è però ancora molto diffusa, solo il 24% dei docenti curricolari ha partecipato a corsi di formazione su queste tematiche, quota che sale al 28% tra gli insegnanti per il sostegno.

Meno frequente la formazione tra i docenti della scuola secondaria di secondo grado (21% dei docenti curricolari e 25% dei docenti per il sostegno).