Casi Covid a scuola: una gestione difficile per colpa dei presidi? I sindacati: ‘Una rappresentazione falsa e lontana dalla realtà

da Tuttoscuola

Presidi che riarderebbero la DaD con i positivi in classe, che scaricherebbero i poteri sulle Asl e che metterebbero davanti solo scuse. Queste le pesanti accuse portate avanti in un articolo de “Il Messaggero” pubblicato oggi, 19 gennaio, nei confronti dei dirigenti scolastici. Ma scuola e sindacati non ci stanno. “’La scuola riapre in presenza e in sicurezza’: questo quanto deciso dal governo in merito alla ripresa delle lezioni. Ma è questo quanto sta accadendo nelle scuole? Purtroppo i presupposti sono stati disattesi dall’inizio: nessuno screening di massa per gli studenti prima della ripresa delle lezioni, ad oggi ancora non sono pervenute le mascherine FFP2 promesse dal Generale Figliuolo, tracciamento da parte delle ASL saltato immediatamente, troppi i casi da seguire. A tutto questo si aggiungono le difficoltà nell’individuazione dei supplenti – divenuti ormai praticamente irreperibili soprattutto dove ce n’è più bisogno, nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria“. E’ quanto si legge in un comunicato unitario di FLC Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola.

Le scuole sostengono questa complessa gestione utilizzando nel miglior modo possibile le risorse disponibili, anche facendo rete con i genitori, che si adattano alla girandola di disposizioni (un caso, due casi, tre casi… vaccinati, non vaccinati ecc.), ma le difficoltà stanno divenendo insormontabili, di fronte all’aumentare esponenziale dei casi positivi. Ebbene – dicono i tre sindacati -, invece di cercare di sostenere le scuola, il sistema sanitario e le famiglie, si va alla caccia dei “responsabili”, gli indolenti applicatori di norme burocratiche e non gli eroici salvatori della patria: i dirigenti scolastici”.

Questa rappresentazione falsa e lontana dalla realtà, che “Il Messaggero” di oggi (per suggerimento di chi?) vuole accreditare nell’opinione pubblica, ci indigna profondamente, visto l’immane sforzo personale che moltissimi dirigenti – insieme ai docenti e al personale – stanno sopportando per garantire il diritto all’istruzione per le alunne e gli alunni delle nostre scuole, sforzo che investe ogni momento del lavoro e della vita privata e che toglie tempo alla vera missione delle scuole“.

“Siamo accusati di delegare alla ASL compiti che sono delle istituzioni scolastiche. In realtà a noi pare proprio che, ove le ASL non riescono a rispondere alle numerose segnalazioni, ci facciamo carico di scelte che non ci competerebbero, ma ci mettiamo al servizio della collettività perché c’è un grande clima di collaborazione con tutti i distretti sanitari che si occupano insieme a noi della difficile gestione dei casi di positività. Respingiamo con forza le accuse di “indolenza” e “incapacità” e chiediamo invece rispetto per il nostro lavoro e per il nostro ruolo. Dalla politica e dalla stampa.