Tempo di iscrizioni

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Tempo di iscrizioni

di Bruno Lorenzo Castrovinci

Tempo di iscrizioni al prossimo anno scolastico, una scelta per le famiglie che, entro venerdì 28 gennaio, devono iscrivere i propri figli.

Una settimana, quindi, per chi non ha già provveduto, anche perché quest’anno alle difficoltà della pandemia, si aggiunge la procedura online da effettuarsi con lo SPID.

L’offerta formativa sul territorio è ricca, dalle scuole secondarie di secondo grado che spaziano dai tradizionali licei classici e scientifici, ai licei musicali per arrivare ai licei internazionali con lo studio di altre lingue compreso il cinese e ai tecnici e professionali, che offrono un’ampia scelta per le professioni del futuro, oggi sempre più orientati verso un pieno sviluppo degli Istituti Tecnici Superiori, che lentamente si stanno sostituendo ai primi anni accademici.

Per i bambini della scuola del primo ciclo, invece, la scelta più significativa è quella del tempo scuola, in quanto ormai il tempo pieno e prolungato sono diventate delle realtà da preferire al tempo normale.

Quali sono i vantaggi?

Indubbiamente un tempo scuola più lungo, con la permanenza in classe per cinque pomeriggi alla settimana, rappresenta un vantaggio in termini di successo formativo, vuoi per i tempi di insegnamento più distesi, ma soprattutto per la possibilità che hanno gli alunni di essere seguiti in attività di studio assistito nei compiti che, nel tempo normale, vengono svolti da soli a casa o con l’aiuto dei genitori.

Nel primo ciclo è importante che l’alunno acquisisca quella competenza personale, sociale e capacità di imparare ad imparare che solo delle attività di metacognizione ben strutturate possono in seguito portare al consolidamento di un metodo di studio che, di fatto, rappresenta il valore aggiunto per i percorsi successivi.

Interessante anche lo sviluppo della competenza sociale e civica in materia di cittadinanza alla base delle buone relazioni con l’altro, in un tempo, il nostro, caratterizzato da un eccessivo isolamento delle nuove generazioni, sempre più attratte da un mondo virtuale che nello smartphone trova l’unico compagno di vita.

Altro aspetto significativo è quale scuola scegliere nella moltitudine di offerte formative, di modi di fare scuola, di istituti che si caratterizzano sempre più grazie all’autonomia scolastica che ne differenzia di molto i curricula.

In aiuto delle famiglie il ministero dell’istruzione ha predisposto il portale scuola in chiaro, dove è possibile confrontare i vari istituti, partendo dal Piano Triennale dell’Offerta Formativa.

A questo si aggiungono i portali istituzionali di ogni singola scuola dove, a volte, con grafica accattivante, ogni istituto mostra i propri servizi aggiuntivi offerti al territorio e a coloro che li sceglieranno per la frequenza dei loro figli.

Insegnanti, professori, alla base di un’idea di scuola perché, in fondo, i veri protagonisti dopo gli studenti sono loro, alcuni appassionati, che riscuotono un ampio apprezzamento sociale, altri invece a volte incompresi, nonostante gli sforzi, nello svolgere le loro attività didattiche con professionalità.

Dirigenti Scolastici, ormai sempre meno leader educativi e sempre più manager confinati nei loro uffici, lontani da quel presidio che distingueva i presidi di un tempo.

Sempre più immersi in una marea di adempimenti, con scadenze costantemente alle porte e con il virus che li tiene sempre più impegnati a risolvere problemi difficili da prevedere.

A questo si aggiungono le ricche risorse che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza mette a disposizione e quelle che il governo ha destinato all’istruzione.

Opportunità certo, ma che sovraccaricano gli uffici amministrativi, in quanto maggiori risorse a disposizione comportano anche maggior tempo da dedicare alle attività negoziali, alla scelta delle cose da acquistare e, non ultimo e non meno importante, a quello che poi bisogna rendicontare.

Middle Management che in alcune realtà non esiste, e mai prenderà la luce, eppure l’ampia partecipazione agli ultimi concorsi per Dirigente Scolastico e per Direttore dei Servizi Generali ed Amministrativi, mostra che nel mondo della scuola di oggi ci sono molte professionalità che vorrebbero emergere e che, creando un ruolo ad hoc, potrebbero trovare spazio ed operare in contesti privi di personale adeguatamente formato.

Scuole, quindi, che cambiano, si trasformano grazie ai nuovi investimenti, ma anche scuole che si cristallizzano, perdendo di fatto delle opportunità uniche per innovarsi e rinnovarsi.

Nell’ecosistema delle pubbliche amministrazioni, agli adempimenti propri delle istituzioni scolastiche si aggiungono quelli da rispettare e che condividono con gli altri enti e uffici centrali e periferici dello stato, dalla trasparenza nella pubblicazione degli atti, agli adempimenti previsti dall’AgiD, per la conservazione dei documenti con il nuovo titolario.

Avanguardie e Avanguardia, i pionieri della ricerca educativa che si spingono oltre in contesti in cui anche la più piccola innovazione rappresenta un’utopia, dove di fatto tutto rimane, nonostante tutto, immutato, come se il tempo, la tecnologia, la ricerca educativa non fossero mai arrivati nella nostra società.

Gli innovatori,  docenti e dirigenti coraggiosi, che guardano oltre e che spesso pagano a caro prezzo questa loro passione per il mondo della scuola.

Eh si! In quanto avere una visione non sempre porta ad un apprezzamento del proprio operato, probabilmente perché alla ricerca educativa spesso non si associa un’ efficace comunicazione che possa raggiungere il cuore delle famiglie, che crei quell’alleanza educativa che, per le scuole secondarie di secondo grado, si scontra con un tempo adolescenziale di ragazzi che mettono a dura prova anche le famiglie più consolidate.

E mentre la LIM và in soffitta lasciando il posto ai più moderni monitor touch screen, la lavagna in ardesia rimane ancora oggi, insieme ai libri di testo, lo strumento più utilizzato dai docenti che, nonostante ore ed ore impegnati a formarsi, non riescono a superare quelle routine, che caratterizza e ha caratterizzato da tempi immemorabili il loro metodo d’insegnamento.

Cosa manca alla scuola italiana, quindi, per essere in linea con la migliore offerta educativa del nostro tempo? Molti se lo chiedono, altri propongono soluzioni, alcuni sperimentano, altri invece rimpiangono il tempo che fu.

Sicuramente il ritorno dei presidi, quei leader educativi osannati dalla Buona Scuola, mai nati, e che solo una riforma sostanziale delle pratiche amministrative e degli adempimenti formali potrebbe liberare da quegli uffici dove, sempre più confinati, non hanno neppure il tempo di un semplice e lento passeggiare nei corridoi, che da solo, nella sua semplicità, fa la differenza.

Eppure la tecnologia offre gli strumenti necessari, basti pensare alle candidature degli avvisi a valere sui fondi strutturali, oggi molto semplificate e che si limitano a pochi passaggi da svolgere per avanzare la propria proposta.

Perché in fondo, senza il presidio, il distacco tra chi dirige e approvvigiona le aule e chi le aule le vive, in modo diretto ed indiretto, diventa un abisso, privando la scuola di quella ricchezza di relazioni indispensabili  per sviluppare appieno le proprie potenzialità.

Tempo di iscrizioni, quindi, un tempo per scegliere il domani che verrà, in un momento in cui si rimpiange il tempo che fu, quando, liberi dalla pandemia, potevamo vivere e viverci, assaporando il bello della nostra umanità.