Scuola verso nuove misure: dalla mobilità dei docenti alla Dad a 7 giorni

da Il Sole 24 Ore

Convocati i sindacati al ministero. A settembre circa 100mila docenti potranno cambiare istituto. Per il rientro in classe basterà il tampone negativo

di Marzio Bartoloni e Claudio Tucci

A settembre famiglie e studenti potrebbero assistere a un nuovo, più sostenuto, valzer degli insegnanti. Ad appena 6 mesi, infatti, dalla modifica – questa estate con il decreto Sostegni bis – che ha allentato il vincolo alla mobilità dei docenti, portandolo da 5 a 3 anni, si starebbe ragionando di concedere ai professori gli spostamenti già dopo 1 solo anno, l’anno di prova. È questa l’ipotesi a cui sta pensando il governo e che viene discussa il 25 gennaio da ministero dell’Istruzione e sindacati, riconvocati (dopo settimane di stallo) sul nuovo contratto integrativo mobilità.

Una novità dell’ultima ora

Una mossa a sorpresa, che riporta le lancette indietro di diversi anni, quando nella scuola italiana ci si poteva spostare – cioè cambiare classe – dopo 1 anno. La misura fu poi cambiata, con l’introduzione di una “ferma prolungata” di 5 anni (in estate scesa a 3 anni), proprio per evitare la giostra di insegnanti che andava puntualmente in scena in danno alla continuità didattica.

Il ritorno al passato si fonda su un (presunto) vulnus normativo che, cancellati gli ambiti della Buona Scuola, secondo i tecnici del governo, non farebbe più coincidere “sede di prima assegnazione del personale scolastico” (vale a dire la scuola che si prende appena immessi in ruolo) e “sede di titolarità” (che si ottiene invece dopo il superamento dell’anno di prova), e da cui far decorrere i 3 anni prima di far domanda di mobilità.

Il pressing del sindacato

Con l’interpretazione che si appresta ad avallare il governo (su pressing del sindacato, Cisl in testa) l’immissione in ruolo del prof neoassunto viene letta come “sede provvisoria” in cui permanere per il primo anno (anno di prova), mentre l’acquisizione della titolarità definitiva scatta dal secondo anno sulla sede scelta, appunto, mediante mobilità volontaria. E così, passato l’anno di prova, l’insegnante è libero di fare domanda di trasferimento (ottenuta poi la sede di titolarità, deve soggiacere al vincolo triennale, che non verrebbe modificato).

I rischi della modifica

Ma che effetti avrebbe questa modifica che rischia di passare sotto silenzio? Piuttosto pesanti. Secondo gli stessi conteggi del governo, a settembre 2022 ci sarebbero almeno 100mila docenti potenzialmente autorizzati a cambiare istituto (i circa 50mila immessi in ruolo a settembre 2021, i circa 20mila inseriti a settembre 2020, e i 30mila del 2019, per i quali comunque sarebbe venuto meno il vincolo). I presidi, già alle prese con tutte le emergenze legate al Covid , sono preoccupati. «Consentire ai docenti di spostarsi di sede scolastica dopo l’anno di prova renderebbe impossibile attuare il piano dell’offerta formativa (Ptof) che è triennale e che viene elaborato dalla scuola con le risorse economiche e umane per i 3 anni a venire – ha sottolineato il numero uno dell’Anp, l’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli -. Inoltre a soffrire di più saranno le scuole più svantaggiate e quelle collocate in zone periferiche, dove i “rimpiazzi” saranno più difficili. C’è poi il rischio che i docenti, considerando la sede provvisoria come “di passaggio”, vi investano poco in termini professionali. Tutto ciò a discapito dei ragazzi e soprattutto di quelli con disabilità».

Possibile riduzione Dad da 10 a 7 giorni

Intanto sempre sul fronte scuola sono giorni di attesa per le semplificazioni chieste a gran voce dalle famiglie e dalle Regioni: alcune potrebbero già entrare nel decreto sostegni approvato la settimana scorsa e atteso ancora in Gazzetta Ufficiale.
Tra le misure sul tavolo c’è l’addio al certificato medico per il rientro in classe (basterà il tampone negativo), ma si lavora anche all’ipotesi di ridurre la Dad a 7 giorni invece che gli attuali 10 visto che oggi al di fuori delle scuole per chi è vaccinato l’isolamento dura una settimana. Infine dovrebbero arrivare delle semplificazioni anche sui tamponi, togliendo quello alla fine della quarantena, mentre sembra più difficile che vengano armonizzate le regole delle elementari a quelle di medie e superiori.