Migliorare l’aria in classe come supporto ai vaccini e alle altre strategie anti-Covid

da Il Sole 24 Ore

Le risposte – dopo tre anni di indagini – dei ricercatori di Qaes, progetto europeo Italia-Svizzera da oltre 1 milione di euro coordinato da Idm Alto Adige

di Maria Chiara Voci

Ci sono plessi scolastici che si sono mossi da tempo per installare sistemi di ventilazione meccanica controllata, centralizzati o puntuali. Altri che hanno acquistato sistemi per la purificazione dell’aria, cioè dispositivi che usano la fotocatalisi o la ionizzazione per disgregare le membrane di virus e batteri. Altri ancora che hanno optato per sistemi di monitoraggio passivi o attivi, cioè collegati a spie e indicatori che spingono gli utenti ad aprire e chiudere le finestre al bisogno. Infine, c’è chi è ricorso a impianti di filtrazione Hepa e chi ha rinnovato l’acquisto di dispositivi di pulizia, dai detergenti ad aspirapolveri di ultima generazione. Mentre la pandemia continua a far sentire i propri effetti e mette in crisi il “sistema scuola”, negli istituti si cercano soluzioni che possano a migliorare l’aria in classe, come soluzione di supporto ai vaccini e alle altre strategie di contenimento del virus (distanziamento, mascherine, ricambio d’aria e lavaggio mani). Ma quale differenza c’è fra le soluzioni offerte dal mercato? Come devono essere utilizzate e in quale contesto? Cosa è più efficiente per la salubrità dell’aria?

Opzioni e risposte

A queste e ad altre domande hanno risposto i ricercatori di Qaes, progetto europeo Italia-Svizzera del valore di oltre 1 milione di euro coordinato da Idm Alto Adige, l’organizzazione che si occupa di innovazione, sviluppo e marketing su questo territorio. I risultati, che arrivano al termine di tre anni di indagini (l’iniziativa è partita ben prima che scoppiasse l’emergenza coronavirus), sono stati illustrati durante l’evento conclusivo della ricerca europea al NOI Techpark di Bolzano. Attraverso l’osservazione di quanto è accaduto in 12 scuole dell’Alto Adige e del Ticino con alcune migliaia misurazioni condotte in due campagne – prima e dopo l’installazione di alcune soluzioni – il team di Qaes è arrivato alla conclusione che solo i cosiddetti sistemi attivi (che garantiscono una buona qualità dell’aria in maniera autonoma, senza un contributo degli utenti, come la ventilazione meccanica controllata o i serramenti con apertura automatizzata) o quelli di monitoraggio con notifica (a condizione che determinino un intervento manuale o automatico di ricambio dell’aria con un sistema di indicatori semaforici) sono efficaci per l’abbattimento della CO2 (parametro facile da rilevare e per questo da sempre associato alla qualità dell’aria, anche in termini di possibile presenza di sostanze nocive volatili o di virus e batteri). Nessun effetto evidente è stato invece riscontrato con i sistemi di purificazione, che trattano l’aria senza ricambiarla con l’esterno; i sistemi passivi, che migliorano l’aria senza bisogno di energia elettrica, ad esempio materiali tessili assorbenti e pitture fotocatalitiche; i sistemi di monitoraggio senza notifica, che controllano la qualità senza fornire indicazioni sulle azioni da intraprendere.La ventilazione meccanica controllata (che dopo la legge di bilancio può essere installata usando le risorse del Fondo per l’emergenza epidemiologica da Covid-19 per l’anno scolastico 2021/2022) funziona, così come di recente è stato riconosciuto anche dall’Oms che parla di un’efficacia moltiplicata per tre rispetto alla semplice apertura delle finestre.

Soluzioni meno costose

Così come sono utili anche altre soluzioni (meno costose) che ricordano agli utenti quando ricambiare l’aria, senza sprecare energia inutilmente.Il progetto Qaes ha esaminato anche alcune criticità. Per i sistemi di monitoraggio con notifica, la principale criticità è rappresentata dal fatto che sul lungo periodo, man mano che ci si “abitua” alla presenza di un indicatore, questo tende a non essere più controllato e quindi si perde efficacia nel mancato uso. I sistemi di ventilazione attiva automatici se non sono correttamente dimensionati e/o progettati possono, per contro, presentare problemi (rumorosità, riduzione dell’umidità dell’aria ecc.). Questo significa che l’efficacia dei sistemi attivi esiste se è correlata a una corretta gestione dell’edificio, che tenga anche conto del numero di studenti, delle loro abitudini, della capacità di interazione con gli strumenti disponibili.

Strumenti utili per progettare

Azione finale dell’iniziativa europea è ora restituire una serie di strumenti utili a chi deve progettare o mettere in sicurezza le scuole. «Per una migliore comprensione dei temi, è stato innanzitutto redatto un manifesto con una serie di consigli pratici per dirigenti scolastici, professori e studenti – spiega Carlo Battisti project manager di Qaes -. Inoltre abbiamo stilato le linee guida per la progettazione, la prassi di riferimento UNI/PdR 122 “Monitoraggio della qualità dell’aria negli edifici scolastici – Strumenti, strategie di campionamento e interpretazione delle misure”, corredata da un protocollo di misurazione, una piattaforma di knowledge sharing per la raccolta dati delle misure di qualità dell’aria nelle scuole, un tool di progettazione IAQ per calcolare la portata di ventilazione di progetto in funzione dei carichi inquinanti di CO2 e di formaldeide, un tool di autodiagnosi IAQ che permette al gestore della scuola di valutare la probabile qualità dell’aria interna nella classe in funzione di alcuni parametri chiave».