PARTECIPAZIONE GENITORI: PROFUMO BATTE APREA 1-0

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PARTECIPAZIONE GENITORI: PROFUMO BATTE APREA 1-0

I genitori hanno trovato il loro paladino? chissà… In effetti le linee guida per la partecipazione dei genitori nella scuola emanate -sia pure in sordina- dal ministro dell’istruzione Profumo nel dicembre scorso segnano una profonda discontinuità rispetto al disegno di riforma degli organi collegiali stilato da Valentina Aprea e si richiama al vigente Testo unico della scuola: “è auspicabile la valorizzazione di tutti gli organi collegiali della scuola rappresentativi delle diverse componenti scolastiche, interne ed esterne, così come delineate all’interno del Decreto Legislativo 297/1994”.

A differenza dell’ex presidente della Commissione cultura della Camera (la cui proposta spazzava via i rappresentanti di classe e comprimeva di molto la rappresentatività dei genitori nei consigli d’istituto) Francesco Profumo si è lasciato andare ad affermazioni molto impegnative a proposito di genitori a scuola: “E’ opportuno consolidare e diffondere ulteriormente politiche di governance che agevolino il passaggio dalla programmazione pianificata alla progettazione partecipata, dall’informazione alla consultazione, dalle responsabilità istituzionali alle responsabilità condivise” si legge nelle linee guida”.

Questo documento non è, come si può pensare, un semplice pour parler, ma diventa vincolante per tutte le scuole dal momento che lo riceveranno: “Le scuole, pertanto, dovranno sfruttare al meglio strumenti e risorse disponibili in modo da consolidare queste nuove forme di collaborazione con le famiglie e aprire nuove forme di dialogo e di comunicazione basate su uno scambio continuo, interno ed esterno, tali da caratterizzare realmente una comunità educante”.

E ancora: “La sfida da rilanciare consiste, per un verso, nel favorire la partecipazione dei genitori alla vita scolastica attraverso i comitati, le associazioni, le iniziative locali di formazione, il dialogo nel colloquio individuale e nelle assemblee e, dall’altro, nel sostenere la rappresentanza e incrementare l’attività nei FoRAGS (Forum Regionali dei Genitori della Scuola) e nel FoNAGS (Forum Nazionale dei Genitori della Scuola)”.

Non che il Ministro sia diventato improvvisamente fan della componente dei genitori (ne sia riprova la convocazione affrettata per l’XI Giornata Europea dei Genitori e della Scuola, cui in certi casi non hanno potuto partecipare neppure gli unici aventi diritto) fatto sta che al Ministero si sono accorti che “Molte  scuole  hanno problemi di comunicazione interna e fra le componenti” (verbale FoNAGS 6.11.2012) e che esistono valide esperienze di formazione dei genitori da parte dei Forum, che hanno inciso positivamente sui rapporti fra le varie componenti e sulla legalità dell’azione amministrativa.

A questo aggiungiamo che la partecipazione dei genitori è correlata a un miglior successo scolastico, e allora perché buttare via la risorsa genitori? In effetti era da tempo che noi genitori ce lo chiedevamo e siamo lieti che se ne siano accorti anche loro.

Da un sondaggio fatto fra coloro che quotidianamente fruiscono della consulenza di AGe Toscana, si è rilevato che i genitori impegnati nella scuola si sono detti molto contenti del documento, anche se certe affermazioni (es: “il protagonismo attivo delle famiglie è ormai un dato acquisito”) hanno suscitato qualche sorriso e l’auspicio che sia presto davvero così.

“Non possiamo che dirci soddisfatti per i contenuti delle Linee guida –afferma Rita Manzani Di Goro, presidente dell’Associazione Genitori A.Ge. Toscana- Preoccupa semmai che gli stessi promotori (Ministero e FoNAGS) vi abbiamo dato così scarso rilievo. Auspichiamo quindi che si adoperino fattivamente per concretizzare ciò che hanno siglato”.

Altro motivo di perplessità è stata l’enfasi con cui si tratta del patto di corresponsabilità educativa (“E’ opportuno e auspicabile che il processo di redazione del patto sia esso stesso esperienza di corresponsabilità tra la scuola e la componente genitori, in tutte le sue espressioni”, quando invece chi pratica la scuola sa benissimo che il patto è stato per lo più predisposto dalle scuole, che in certi casi contiene clausole vessatorie per le famiglie (anche se nulle perché adottate in violazione del codice civile) e che più di un Presidente di Consiglio di istituto si è rifiutato di sottoscriverlo in veste di genitore.

“Auspichiamo che il bilancio sociale, come già il patto, non divenga per le scuole un’ulteriore incombenza, che rende ancor meno graditi i genitori –conclude Di Goro- Tanta carta e tanto lavoro per diffondere contenuti spesso copiati su internet: non è certo aumentando gli adempimenti che si migliora la scuola. Ci riconosciamo invece nelle parole del Capo dipartimento Lucrezia Stellacci, che nella lettera di trasmissione agli Uffici scolastici regionali afferma che l’educazione e l’istruzione sono un servizio alle famiglie che non può prescindere da rapporti di fiducia e di continuità che vanno costruiti, riconosciuti, sostenuti e valorizzati”.