Bonus psicologo e “psicologi di base”

Bonus psicologo e “psicologi di base”

di Gabriele Boselli

Per alcuni la vita -reale o percepita- può essere veramente difficile. Per altri sembrarlo solamente e tuttavia costituire un disagio che appaia utilmente ostensibile, in tempi di proliferazione dei bonus di ogni tipo, di clinicizzazione di ordinari stati di disagio e di semplici, comuni difficoltà nell’esistere. Queste ultime in ogni epoca compensate sinora dalla rete dei parenti, degli amici o degli insegnanti o di altre figure comunque solidali. Più spesso, difficoltà superate o almeno ovviate dalla capacità dell’individuo di trovare in se stesso la forza di individuare un sentiero per conoscere davvero il mondo ed esserne felice.

Da qualche decina d’anni gli ordinari stati di difficoltà dei ragazzi e degli adulti (non scrivo qui di quelli oggettivi come la povertà economica e quelli dovuti a vere e proprie lesioni del SNC) stanno diventando campo di raccolta di fruttuose prestazioni professionali degli psicologi; ad es. nelle scuole -ai fini di ampliare il mercato- si è avuto un aumento vertiginoso di diagnosi di handicap, autismo, ritardi di vario tipo, dislessie, BES etc. Adesso si enfatizzano i presunti stati di disagio di alunni e ….docenti  dovuti alla DAD.

Per una piccola parte l’aumento dei casi è reale e derivante dalle trasformazioni dell’economia e dai processi migratori. Importante per l’incremento del disagio vero è anche il miglioramento delle neonatologie:  vi si salvano molti piccoli che in altri tempi sarebbero vissuti solo pochi giorni e che oggi trascinano per molti anni esistenze di sofferenza per loro e i genitori. Ma un eccellente raccolto di manna per psicologi, invadendo il campo dei pedagogisti (è la pedagogia la scienza dell’educazione), si sta preparando con i presunti effetti secondari della pandemia: molti ragazzi l’avrebbero o la starebbero affrontando con stati di disagio di riffa o di raffa documentalmente classificabili e, qui la pur relativa novità, economicamente redditizi per qualcuno.

Di qui la proposta bi-partisan dell’istituzione dello psicologo di base o di un bonus che, dopo quelli per oggetti materiali e perciò verificabili come la TV o il superbonus per la casa (oggetto peraltro anch’essi di truffe allo Stato), sostengano quell’oggetto misterioso e inverificabile che è la salute, o almeno il ben-essere,  dell’anima e la quantità/qualità degli apprendimenti; questi ultimi gravemente compromessi secondo gli psicologi  da lunghi periodi di allontanamento dalle lezioni in presenza.  Per quest’ultima casistica ho scritto altre volte di quanto mi fu proficuo sotto il piano culturale e del ben-essere, oltre mezzo secolo fa,  quell’anno di intermezzo (“perso” secondo la vulgata corrente) tra gli studi presso l’istituto magistrale e quelli presso l’università. Ebbi allora per maestri i grandi libri che trovavo nella Biblioteca dei Filopatridi e per compagni gli amici del mio paese, Savignano sul Rubicone: in quel periodo si formò il mio universo intellettuale e i nuclei d’ idee sia scientifiche che etico-politiche su cui avrei poi insistito per tutta la vita. Periodo di formazione dell’autocoscienza, condizione per una coscienza e di una conoscenza personali del mondo (1)-

 Oggi avrei rischiato  un bonus-psicologo e il conseguente irretimento in strutture di dipendenza.

Durante il mio insegnamento da insegnante elementare e universitario, nonché da ispettore, ho sempre sostenuto il valore dell’autonomia intellettuale e della capacità di elaborare pensiero anche a prescindere dall’ambiente in cui ci si trova ad accadere. Il sapere, come il piacere di vivere, abita in interiore homine, anche se ha poi bisogno di trascendere per esprimersi nell’interazione famigliare, amicale e professionale.   Senza condizionanti e non necessarie stampelle.

L’educazione (indicazione della via per conoscere il mondo e trovarvisi bene) spetta a genitori e insegnanti cui l’aiuto principale, quando servisse per una migliore individuazione dei percorsi , può semmai essere offerto da pedagogisti. Gli psicologi vengano impegnati non nell’istituzione scolastica ma nelle AUSL e solo laddove vi siano patologie vere e proprie, per fortuna assai rare, lontanissime dalle percentuali interessatamente rilevate dai professionisti delle malattie dell’anima.

(1) E’ il momento in cui “l’io diviene capace di dire autenticamente (senza alcun plagio) io a se stesso” senza chiudersi ad alcun campo dell’esperire ma esprimendovisi originalmente. Kant, Scritti sul criticismo, Laterza. Cit. ripresa da M.Heidegger Hegel, Mimesis, 2020, p.56