Le prove di verifica

Le prove di verifica

di Maurizio Tiriticco

Nella nostra scuola in genere le prove di verifica consistono nelle interrogazioni e nella correzione dei compiti effettuati in casa o in aula! Dico AULA, che è un luogo, e non CLASSE, che indica, appunto la classe di età degli alunni che in quell’aula studiano. E, per quanto riguarda la valutazione, sono adottate di norma le prime dieci cifre della scala decimale. Nelle scuole di altri Paesi sono adottate altre scale: In Francia una scala di venti punti; negli Stati Uniti di cinque. Per altro i dieci punti della nostra scuoladovrebbero essere usati tutti e per intero, come la norma vuole! Invece, la fantasia dei docenti è ricchissima! E così, da decenni, non si assegnano quasi mai uno o dieci, ma invece abbondano gli altri voti, spesso seguiti dai più, dai meno, dai meno meno, dai mezzi, e tutti “fuori legge”! Sono stramberie! Ma purtroppo docenti e dirigenti sono convinti che i voti interi si debbano usare soltanto per le valutazioni tri- o quadrimestrali e alla fine dell’anno scolastico! Per non dire poi delle prove di verifica in aula, di correzione di compiti assegnati per casa e interrogazioni.

Comunque, tutti sappiamo che esistono le cosiddette prove oggettive. Di cui si ha un chiaro esempio nelle prove Invalsi! Sono quei… famigerati interventi, vere e proprie… invalsioni, come piogge primaverili, che si abbattono puntualmente su tutte le scuole! E con grande sofferenza di docenti e studenti! Un medicinale indigesto! Ma indigesto perché? Per la semplice ragione che le prove oggettive proposte dall’Invalsi non sono conosciute né praticate dai nostri insegnanti! Tranne qualche rara avis!

Anche e soprattutto perché costruire una prova oggettiva non è un’impresa facile! Occorre in primo luogo che l’insegnante abbia una vera e propria cultura della MISURAZIONE e della VALUTAZIONE: che rinviano a due operazioni concettuali diverse, anche se, ovviamente complementari. Ma spesso confuse! Due esempi banali. PRIMO esempio:ANTONIO, un alunno sempre preparatissimo, nel compito x compie un gran numero di errori: è un esito OGGETTIVO. L’insegnante gli dice: “Antoniooo! Che hai combinatooo? Non me lo sarei mai aspettato da te!”. Se analizziamo le parole dell’insegnante, la proposizione interrogativa è l’esito OGGETTIVO di una MISURAZIONE; e la seconda proposizione,esclamativa, è la sua considerazione SOGGETTIVA. SECONDO esempio: MARCELLO, un alunno scansafatiche, nel medesimo compito x non compie alcun errore: è l’esito OGGETTIVO. Ma l’insegnante lo apostrofa: “Marcellooo!!! Dimmi la veritààà!!! Da chi hai copiato?”. La proposizione interrogativa è la considerazione soggettiva dell’insegnante. Di fatto nel comportamento dell’insegnante due considerazioni assolutamente diverse sono invece agglutinate insieme.

MISURARE e VALUTARE! Che poi non sono solo operazioni scolastiche. In effetti le compiamo quotidianamente. Al supermercato c’è quel baccalà norvegese che… mi tira tanto, VALUTAZIONE; ma costa l’iradiddio, MISURAZIONE. La camicia esposta in vetrina mi piace tanto, VALUTAZIONE; ma, purtroppo, non è della mia misura, appunto, MISURAZIONE. Mi piacerebbe tanto una lunga vacanza al mare, VALUTAZIONE, ma non ho soldi, MISURAZIONE.

Ma torniamo a scuola! Un insegnante “bravo” ed “avanzato” propone ai suoi alunni un test di 20 itemsulla vicenda napoleonica, ciascuno a quattro uscite, di cui una sola è quella esatta. Ecco l’esempio di un item: Napoleone è morto: a) ad Ajaccio; b) a Sant’Elena; c) a Parigi; d) all’Elba. Ecco un altroesempio: Napoleone nella ritirata dalla Russia dovette traversare: a) il Volga; b) il Dnieper; c) la Beresina; d) il Don.

Come fa l’insegnante a considerare una prova sufficiente? Potrebbe attestarsi su 12 item superati: !2 è multiplo di 6, la sufficienza. Potrebbe però fare un’altra scelta: attestarsi su 14 o 15 item superati, considerando la prova facile; oppure attestarsi su 11 o 12, considerando la prova difficile.

Altro discorso è quello della media! Vediamo questa sequenza temporale di voti: 3,4,5,6,7. Ed ora vediamo quest’altra: 7,6,5,4,3. Le due medie sono eguali: 5. Ma questo 5 riflette veramente le conoscenze via via conseguite dai due alunni? Nel primo caso c’è un progressivo miglioramento; nel secondo un progressivo peggioramento. E un semplice numero non è in grado di attestare né il miglioramento né il peggioramento.

E poi perché fermarsi alla media? Quando invece potrebbero seguire altre elaborazioni: la mediana, la moda, la gamma, il sigma, i punti Z e i punti T. Elaborazioni che nella nostra scuola… fortunatamentenon sono… di moda!!! E potrei continuare, ma qui mi fermo. Troppi i dubbi che ho acceso! E infine, con un pizzico di ironia, vi chiedo: che voto mi date?