Delle prove oggettive

Delle prove oggettive

di Maurizio Tiriticco

Se, come insegnante, propongo ad un alunno “quanto fa due più due”, egli deve rispondere ASSOLUTAMETE “quattro”. Se gli propongo di dirmi chi ha scritto la Divina Commedia, mi deve rispondere ASSOLUTAMENTE “Dante Alighieri”. Se, invece,propongo all’alunno di parlarmi o di scrivere dei suoi giochi o passatempi preferiti, o di che cosa pensa dell’Infinito leopardiano, le sue risposte sono ASSOLUTAMENE non prevedibili. Ebbene, questa è la differenza che corre tra una prova OGGETTIVA ed una NON OGGETTIVA. Poi, in relazione allaMISURAZIONE e alla VALUTAZIONE della prova, per quanto riguarda il misurare, la prova o è corretta o è errata; per quanto riguarda il valutare, entra in gioco anche in larga misura la soggettività del correttore, Molte volte, ad esempio, in sede di esami di Stato, gli insegnanti correttori concordano su un “a” verbo scritto senza “h”, ma non concordano sulla valutazione complessiva dell’elaborato scritto di italiano. Ed il che non è affatto peccaminoso.

Ma perché ho scritto misurazione e valutazione con tanto di maiuscole? Ecco le ragioni. Se Antonio, alunno sempre preparatissimo, al quesito “quanto fa due più due”, mi risponde “cinque”, io insegnante mi meraviglio e gli dico: “Antonio, che dici? Da te non me lo sarei mai aspettato”. La MISURAZIONE della prova è negativa; ma la VALUTAZIONE è diversa, in quanto esprimo tutta la mia meraviglia. Se, invece, Giuseppe, impenitente somarello, al medesimo quesito mi risponde “quattro”, ho il vago sospetto che qualche alunno dal primo banco glielo abbia suggerito: la MISURAZIONE della prova è positiva, ma la VALUTAZIONE è negativa.

Ed ora vengo al dunque! Ho letto su “la Repubblica” del 28 u. s. che “migliaia di candidati non sono riusciti a superare la prima selezione per salire in cattedra ascuole medie e superiori. In alcune regioni sono stati respinti 8 su 10”. Non mi stupisco. Ormai viviamo in un Paese in cui il progress dell’ignoranza civica e culturale è sempre più veloce, per cui… Ed ancora! MI chiedo: Voglio essere preciso! Purtroppo vengono definiti quiz test di verifica che, invece, hanno una loro dignità. Il fatto è che costruire un test – ad esempio –di dieci item a quattro uscite, di cui una sola è quella corretta, non è affatto cosa facile. Occorrono una cultura ad hoc ed una particolare esperienza docimologica. E oserei pensare, purtroppo – e mi si perdoni – che nei recenti concorsi per insegnanti, i compilatori dei test non abbiano una preparazione tale che consenta loro di poterli costruire secondo criteri corretti ed efficaci! Sono cattivello? Lo so! Ma il fatto è che io, in materia di prove oggettive, mi sono fatta una bella esperienza, di studio, di ricerca e di lavoro, con le cosiddette “scuole per corrispondenza”.Il funzionamento è il seguente: si inviano agli “alunni” materiali di studio o per la posta tradizionale o via email, corredati alla fine di opportune prove di verifica dell’apprendimento. In genere si tratta di un TESTcomposto di un determinato numero di ITEM a più OPZIONI – in genere quattro – di cui una sola è quella corretta.

Ecco un esempio. L’insegnante propone ai suoi alunni un test di 20 item sulla vicenda napoleonica, ciascuno a quattro uscite, di cui una sola è quella esatta. Ed ecco un item: Napoleone è morto: a) ad Ajaccio; b) a Sant’Elena; c) a Parigi; d) all’Elba. Edecco un altro item: Napoleone nella ritirata dalla Russia dovette traversare: a) il Volga; b) il Dnieper; c) la Beresina; d) il Don.

Ho avanzato tutte queste riflessioni perché, inmateria di prove oggettive o, se volete, di e-learning in generale, mi sono fatta una bella esperienza, di ricerca e di lavoro, con le cosiddette scuole per corrispondenza. Le quali, quando non esistevano ancora il web e le email, operavano per posta. Notissima è stata la Scuola Radio Elettra di Torino, una società che ha fornito corsi di formazione per corrispondenza nel campo dell’elettronica, attiva dal 1951 al 1995. E’ nota anche Accademia, di Roma, che ora non esiste più. Ma, invece, è attivo il Baicr, sempre di Roma, anche in sede universitaria nonché di “formazione continua” degli insegnanti.

Tornando a bomba, penso che a monte di tutto “questo casino” in atto “dalla Lombardia alla Puglia”, come recita l’articolo de “la Repubblica”, ci siano in primo luogo l’ignoranza e l’inesperienza degli “esperti” che hanno costruito le prove. Sono cattivello? Ebbene, sì! Comunque, mi sembra opportuno rinviare il lettore a “Prove strutturate e semistrutturate di verifica finale dell’apprendimento per il biennio della scuola secondaria superiore”. Si tratta di più dispense pubblicate da Molonite Editrice in Roma nel lontano 1997, esito di attività di formazione continua di insegnanti di istruzione secondaria superiore, svoltesi presso l’Istituto Professionale di Stato “E. Datini” di Prato, con la consulenza del Prof. Gaetano Domenici, dell’Università di Roma. Ed, ovviamente, c’ero anch’io!