Cara Cinzia

Cara Cinzia

di Maurizio Tiriticco

Cara Cinzia! Io sono sempre d’accordo con te e sottoscrivo sempre ciò che scrivi. Nel tuo ultimo post su FB affermi che “i test a risposta multipla sono ispirati al più bieco nozionismo”. Sottolineo “IL… PIU’ BIECO NOZIONISMO”!!! Hai ragione da vendere, MA… PERO’…solo SE… e QUANDO… l’elaborazione, l’amministrazione, la misurazione e la valutazione di questa tipologia di prova vengono affidate a persone che non ne conoscono l’efficacia, che non hanno la cultura in merito e che quindi avranno difficoltà ad elaborarle, proporle, misurarle e valutarle.

In effetti, la “prova a crocette” – come tu la definisci –quando è elaborata, proposta, verificata e valutata da persone esperte, non è affatto ciò che tu pensi. E lo dico a ragion veduta, per la lunga esperienza che ho in merito. Il fatto è che nel nostro Paese una tradizione “colta” – mi sia concessa l’espressione – in tale complessa materia non esiste. Anni fa con Benedetto Vertecchi, Gaetano Domenici et al lavorai a lungo su questa tipologia di prove. E penso di averti già suggerito Mario Gattullo, “Didattica e docimologia, misurazione e valutazione nella scuola”, Armando, Roma, 1967; nonché Benedetto Vertecchi, “Manuale della valutazione, analisi degli apprendimenti”, Editori Riuniti, Roma, 1984. Ed ecco un ulteriore suggerimento: “Prove strutturate e semistrutturate di verifica finale dell’apprendimento per il biennio della scuola secondaria superiore”. Si tratta di quattro volumi (italiano, matematica, inglese, biologia e scienze della terra), pubblicati da Monolite, Editrice in Roma, nel 1997.

Ovviamente, costruire una prova a scelta multipla richiede un’esperienza in materia ed una professionalità che i nostri insegnanti, in ordine alla loro preparazione di base, non hanno. Un conto è proporre: “Napoleone Bonaparte è stato un generale a) tedesco, b) inglese, c) austriaco, d) francese”. La risposta è scontata! Altro conto è proporre: “Il fatto che gli organismi pluricellulari siano costituiti da molte cellule può essere attribuito: a) al maggior rapporto superficie-volume; b) al minor rapporto superficie-volume; c) alla diversa forma delle cellule; d) alla molteplicità delle funzioni delle cellule”. In questo secondo caso siamo forse nell’area del più bieco nozionismo? Non credo proprio.

Ed ancora: il più bieco nozionismo potremmo, del resto,ritrovarlo anche in un’aula, quando, ad esempio, l’insegnante chiede ad un alunno quale sia la capitale della Francia, o quanto fa tre per tre! Insomma, il bieco nozionismo lo si può ritrovare ovunque, quando il rigore scientifico che dovrebbe caratterizzare qualsiasi attività di insegnamento e di verifica dell’apprendimento viene a mancare. Ed ancora: posso costruire e proporre un test a scelta multipla di 20 item su un dato argomento con quesiti molto facili, o, al contrario, molto difficili.

E qui entra in causa la valutazione, ovvero la manifestazione di un “giudizio di valore”, che succede alla “aritmetica misurazione”. Potrei pensare che la prova sia superata, nel primo caso, se le risposte corrette sono almeno 16; nel secondo caso, se le risposte corrette sono almeno 12. Insomma, per concludere, non è vero che le “prove a crocette” sono ispirate al “più bieco nozionismo”. Al contrario, hanno a monte la loro degna cultura. Che però nella nostra scuola è poco diffusa. Ma ora resta da vedere come saranno confezionate le prove oggettive che saranno somministrate al prossimo concorso. Saranno confezionateda personale esperto in tale materia? Vorrei sperare di sì.