Indagine sull’accesso agli ausili

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Indagine sull’accesso agli ausili: ne fa uso un italiano su due
SuperAbile INAIL del 15/05/2022

La fotografia scattata dall’Istituto superiore di sanità, Aias Bologna, Fondazione Censis e Rete nazionale dei centri ausili. Gli occhiali da vista sono al primo posto (47%). In lista anche gli smartphone (2,7%)

ROMA. Una fotografia dell’accesso alle cosiddette tecnologie assistive in Italia: l’ha scattata l’indagine ‘Rapid assistive technology assessment’ (Rata), affidata dall’Oms, a sua volta incaricata dalle Nazioni Unite di redigere il primo Global Report on Assistive Technology, a un consorzio di enti composto da Istituto superiore di sanità, Aias Bologna onlus, Fondazione Censis e Rete nazionale dei centri ausili (Glic).

Dal report emerge che poco più della metà degli italiani intervistati, il 51%, si avvale di ausili nella vita di tutti i giorni.

Al primo posto, nella graduatoria dei 20 ausili più adoperati, quelli per la vista (usati dal 47% del totale del campione e dal 92% degli utenti), poi gli ausili per la mobilità (11%), quelli per le difficoltà cognitive (7%), per i problemi di udito (5%), per le difficoltà della vita quotidiana (4%) e per quelle nella comunicazione (0,9%).

Mauro Grigioni, direttore del Centro nazionale di tecnologie innovative per la salute pubblica che insieme al Centro nazionale malattie rare ha condotto la ricerca per conto dell’Iss, ha spiegato che “si tratta della prima opportunità di raccogliere informazioni utili sulle strategie e gli strumenti più adatti per istituire un osservatorio istituzionale sugli ausili nel nostro paese e per fare il punto della situazione”.

“La quota di chi indica difficoltà nel quotidiano- ha aggiunto- sale ovviamente al crescere dell’età: infatti, a partire dai 70 anni gli utilizzatori di ausili diversi dagli occhiali salgono rispetto alla media del campione (16,3%), rispettivamente del 20% tra i 70-79enni e del 41,4% tra chi ha più di 80 anni”.
“Inoltre- ha sottolineato Grigioni- è sempre più evidente che le tecnologie digitali di largo uso come smartphone e tablet, non solo sono a tutti gli effetti considerati ausili, ma sono anche tra le soluzioni più diffuse tra chi ha difficoltà funzionali o disabilità”.

Il 34,7% del totale degli intervistati utilizza soltanto gli occhiali, che rappresentano l’ausilio più diffuso. Scendendo nei dettagli dell’indagine, la quota maggiore di chi si serve di ausili (71,7%) ne usa uno solo, l’11, 5% due e il 5,7% più di cinque.

Relativamente agli strumenti adoperati, tra coloro che dichiarano di utilizzare in aggiunta agli occhiali altri ausili (il 9,8% degli intervistati) si trovano i portapillole (3,9%), le lenti di ingrandimento (3,2%), varie tipologie di bastoni (2,8%), lo smartphone (2,7%), le calzature speciali (2,6%), le protesi acustiche (2,4%) e le stampelle (2%).

Gli altri, dai prodotti per l’incontinenza ai maniglioni di sostegno, dai materassi antidecubito ai busti o corsetti, fino alle sedie per doccia- sono sotto al 2%.

I bisogni soddisfatti sono definiti dall’intervista Rata come quelli in cui emerge la prevalenza di coloro che usano un ausilio e non esprimono il bisogno di un ulteriore ausilio, oppure non riportano la necessità di cambiare/aggiornare/aggiustare quello già in uso.

Sulla base di questa definizione, i bisogni soddisfatti (met need) riguardano il 45,9% (su 51%) degli intervistati. Il 6,8%, al contrario, ritiene di avere bisogno di un ausilio ma non lo possiede (unmet need), oppure ha necessità di cambiare quello in uso. I bisogni non soddisfatti salgono al 14% tra coloro che hanno molte difficoltà e al 12,5% tra chi ha difficoltà molto gravi.

Di poco più elevata la quota di intervistati che indica bisogni non soddisfatti al sud (7,9%) e al centro (7,4%). Inoltre, chi ha affermato di essere insoddisfatto o di avere la necessità di sostituire l’ausilio (ad esclusione degli occhiali), ha indicato soprattutto gli apparecchi acustici (7,7%), i portapillole (6,3%), gli smartphone e tablet (5,5%) e i segnalatori d’allarme.

L’indagine ha approfondito anche la soddisfazione rispetto all’adeguatezza degli ausili nei contesti di vita e nelle attività, da cui risulta un’alta percentuale di giudizi positivi: l’81% è soddisfatto in ambiente domestico, il 78% relativamente alla partecipazione ad attività, il 76,6% in ambiti pubblici.

Per quanto riguarda il percorso di fornitura ausili, più della metà degli utilizzatori ha espresso un giudizio positivo in merito alla valutazione e all’addestramento all’uso (58,4%). Poco più di un terzo risulta soddisfatto per i servizi di manutenzione e riparazione (39,4%).

Considerando il totale degli ausili, l’8,8% risulta finanziato dalla sanità pubblica a fronte del 76,5% pagato con mezzi propri.

Sono soprattutto i prodotti per migliorare la vista a risultare a totale carico degli utilizzatori (solo l’1,8% menziona il soggetto pubblico), mentre per le altre tipologie di ausilio il dato appare più elevato: sono infatti pagati dal Ssn il 28% dei prodotti per la mobilità personale, il 24,7% degli ausili per la cura di sé e lo svolgimento delle attività quotidiane, il 20% degli ausili per migliorare l’udito e il 7,7% di quelli per le funzioni cognitive.

Gli intervistati sono stati 10.176, di cui 4.870 (47.9%) maschi e 5.300 (52,1%) femmine, distribuiti tra le diverse aree del paese (nord est, nord ovest, centro e sud) e in diversi contesti abitativi (urbano e rurale, piccole e grandi città). Il campione è stato reclutato in modo casuale tra la popolazione generale.