Elezioni: quest’anno coincidono con gli esami di Stato. Stop ai seggi nelle scuole, è interruzione di pubblico servizio

da La Tecnica della Scuola

Di Carla Virzì

A spiegarlo Vittoria Casa, Presidente della commissione Cultura della Camera: “Ancora oggi, in 9 casi su 10, gli elettori votano dentro edifici scolastici. Siamo lontani dagli standard dei paesi europei, dove in misura molto inferiore le elezioni interrompono le lezioni e l’attività ordinaria delle scuole. Quest’anno la tornata elettorale coincide con gli esami di licenza media. I ballottaggi, in molti comuni, avverranno in contemporanea con gli esami di maturità“.

“Occorre accelerare il processo di diversificazione delle sedi elettorali e trovare in maniera permanente edifici alternativi – dichiara – ma sono necessarie risorse aggiuntive e la volontà di tutte le istituzioni, soprattutto degli enti locali.

Elezioni fuori dalle scuole

Intanto già in 78 Comuni le prossime elezioni amministrative di giugno si svolgeranno per la prima volta fuori dalle scuole. Nel 2020 a spostare i seggi elettorali in sedi alternative agli istituti scolastici erano stati 471 Comuni. Nel 2021, invece, anche grazie al fondo di due milioni di euro – proposto dagli On. Giuseppe Brescia, Vittoria Casa e Lucia Azzolina, della Ministra dell’Interno Lamorgese e di ANCI ed istituito con la legge n.69 di maggio scorso – 117 Comuni hanno fatto istanza per accedere ai fondi, con la possibilità di liberare più di 500 seggi, a beneficio di circa 30mila studenti.

Ma sono cifre non rassicuranti, dato che ad oggi circa l’88% delle sezioni elettorali si trova nelle scuole, una cattiva pratica che costituisce interruzione di pubblico servizio, ancora più grave all’indomani della pandemia.

dati emergono dall’indagine, presentata oggi presso la Sala stampa della Camera dei Deputati, svolta da Cittadinanzattiva e rivolta ai 1.005 Comuni che andranno ad elezione a giugno.

L’indagine di Cittadinanzattiva

Leggiamo nel comunicato stampa di Cittadinanzattiva:

Hanno risposto al sondaggio 191 Comuni (19%) di 17 regioni. Di questi hanno previsto lo spostamento di tutte o di una parte delle sezioni elettorali 16 Comuni (8%), mentre 62 (ossia il 33%) lo hanno già realizzato. Al contrario 113 realtà, ossia il 59%, non ha effettuato lo spostamento per motivi vari e spesso articolati, legati a: assenza di altri luoghi pubblici o privati aventi le caratteristiche richieste (senza barriere architettoniche, con servizi igienici e spazi per alloggiare le Forze dell’Ordine, ecc.)e in prossimità dell’elettorato residente: lo segnala Verona, Catanzaro, Acri, Ionadi (VV), Villimpenta (MN), Canegrate (MI), Motta Montecorvino (FG), Lecce, Santa Margherita di Belice (AG), Sciacca (AG), Militello in Val di Catania (CT), Lucca; costi che comportano la realizzazione e la manutenzione di altre soluzioni o l’affitto di esse,come indicanoJesolo (VE) e Fratta Polesine (RO); aspetti burocratici, come la modifica della toponomastica delle sedi elettorali, la stampa delle tessere elettorali, come sottolinea il  Comune di Santa Lucia di Piave (TV).