Progetto Estate: le scuole si limiteranno a “girare” i soldi a soggetti esterni? Il timore è reale

da La Tecnica della Scuola

Di Reginaldo Palermo

Ormai non passa giorno, o quasi, che il Ministero non incassi critiche (neanche troppo leggere) per questa o quella circolare.
L’ultimo provvedimento ad essere preso di mira e la nota di Viale Trastevere dell’11 maggio intitolata “Volgere in positivo le difficoltà” e dedicata a descrivere in modo analitico il progetto del Ministero per la “scuola d’estate” dei prossimi mesi.

A puntare il dito contro la nota firmata da Stefano Versari è il presidente di Proteo Dario Missaglia.

“Forse – scrive Missaglia in un intervento pubblicato nel sito della sua Associazione – le risorse non sono proprio del tutto appropriate alle ambizioni del progetto”
Soprattutto, però, Missaglia rimarca il fatto che in nessun punto della nota vi sia “un richiamo esplicito al ruolo che le scuole possono svolgere attuando quanto previsto dal DPR 275/99”; e aggiunge: “appare una lacuna grave quanto non sorprendente , poiché abbiamo capito da tempo che questo Ministero non è così appassionato all’autonomia delle scuole”.

Ma il punto che più di altri fa irritare Missaglia sta nella nota stampa uscita nel sito del Ministero, in cui si afferma (“con noncuranza”, chiosa il presidente di Proteo): “Dopo la grande esperienza dello scorso anno, le scuole tornano protagoniste anche la prossima estate. Trasformandosi in luoghi di comunità, di incontro, di crescita, di confronto con i territori, grazie alla collaborazione con il Terzo settore e con gli Enti Locali”.
“Ecco la scuola d’estate del Ministro Bianchi – aggiunge ancora – evidentemente è proprio questo il desiderio nascosto del Ministero: cambiare la scuola trasferendo silenziosamente e gradualmente funzioni e poteri a soggetti esterni. Una politica lontana anni luce da una pratica dell’autonomia fatta di relazione con il territorio, le sue risorse, progetti e programmi, a partire dalla scuola per realizzare il senso compiuto della rinascita del territorio educativo o, se volete, della comunità educante”.

“Una politica – conclude – che tradisce proprio la conclusione del dott. Versari quando, citando con azzardo Aldo Capitini (che, come è noto, senza violente pulsioni era un implacabile critico della burocrazia statale), chiude con una declamazione della ‘scuola della fiducia’. Proprio quella fiducia che evidentemente questo Ministero, censurando l’autonomia, non ha verso le scuole e chi vi lavora. Una cortesia che credo sarà inevitabilmente ricambiata dalle scuole”.

Il rischio, secondo Missaglia (ma non è l’unico ad avere questi timori), è che con il Piano Estate le scuole finiscano per trasferire ad altri soggetti non solo risorse economiche importanti ma anche funzioni e progettazione.
In ultima istanza potrebbe persino accadere che, nelle realtà meno “avvedute”, le scuole si riducano ad essere soltanto erogatori di finanziamenti pubblici a soggetti esterni.