Il report dello Snals-Confsal sull’incontro di ieri al Miur

da Tecnica della Scuola

Il report dello Snals-Confsal sull’incontro di ieri al Miur
Insegnamento di discipline non linguistiche in lingua straniera secondo la metodologia clil nei licei linguistici, tfa “riservato”, ipotesi di definizione di nuove classi di concorso, pensioni, dimensionamento. Nel report anche le regole per gli scritti al corso
INSEGNAMENTO DI DISCIPLINE NON LINGUISTICHE IN LINGUA STRANIERA SECONDO LA METODOLOGIA CLIL NEI LICEI LINGUISTICI
L’Amministrazione ha illustrato alle OO.SS. una bozza di nota avente per oggetto: “Insegnamento di discipline non linguistiche (Dnl) in lingua straniera secondo la metodologia CLIL nei licei linguistici – Norme transitorie”.
Provvediamo ad inserire tale nota in area riservata, per stretto uso interno, significandovi che la stessa dovrebbe essere emanata ufficialmente dal MIUR presumibilmente in tempi brevi, dopo aver apportato alcune modifiche in considerazione delle osservazioni e delle proposte formulate nella riunione di ieri sera dalle OO.SS..
La nota, preliminarmente, formula un quadro normativo dell’insegnamento nei licei linguistici di discipline non linguistiche in lingua straniera, secondo la metodologia CLIL, previsto già a partire dal terzo e quarto anno del corso di studi, ai sensi dell’art. 6, c. 2, del Regolamento n. 89/2010 (emanato con DPR).
In particolare, la nota si richiama, ai fini dei requisiti per l’insegnamento di una disciplina non linguistica in lingua straniera, sia al decreto direttoriale n. 6 del 16 aprile 2012 che ha definito gli aspetti caratterizzanti dei corsi di perfezionamento di una disciplina non linguistica in lingua straniera con metodologia CLIL, per i licei e per gli istituti tecnici, sia al DM del 7 marzo 2012, relativo al riconoscimento della validità delle certificazioni delle competenze linguistico-comunicative in lingua straniera. Ricorda, altresì, i titoli richiesti per accedere ai corsi e si richiama ai contenuti della nota 2934/2012, riguardante in maniera specifica i licei linguistici; formula, inoltre, una sintesi delle competenze richieste al docente CLIL.
Nella seconda parte della bozza di nota, relativa a “modalità di attuazione di una disciplina non linguistica in lingua straniera”, la nota fornisce alcuni suggerimenti per un avvio della metodologia CLIL nei licei linguistici, prevedendo l’attivazione in classe terza di un massimo del 50% del monte ore della disciplina in lingua straniera, per far sì che gli studenti siano dotati di una padronanza del linguaggio tecnico specialistico della disciplina anche in lingua italiana. Inoltre, la bozza individua in maniera abbastanza dettagliata i ruoli delle varie componenti del sistema scolastico in relazione all’insegnamento della disciplina non linguistica in lingua straniera; in particolare, individua, il ruolo del dirigente scolastico, quello delle reti di scuole, del collegio dei docenti, dei dipartimenti del consiglio di classe, del docente di lingua straniera, del conversatore di lingua straniera e dell’eventuale assistente linguistico. Affida agli Uffici Scolastici Regionali il compito di promuovere la costituzione e l’incremento delle reti di scuole per lo sviluppo dell’insegnamento secondo la metodologia CLIL; preannuncia, inoltre, la costituzione di una rete nazionale dei licei linguistici per attività di supporto e diffusione della metodologia CLIL.
L’Amministrazione, nella sua illustrazione, ha evidenziato che la bozza di nota scaturisce dalle risultanze di un convegno nazionale tenutosi a Roma presso il Miur nello scorso mese di dicembre, e, in particolare, dai suggerimenti pervenuti dai rappresentanti dei licei linguistici partecipanti a tale convegno.
TFA “RISERVATO”
E’ stato comunicato che il Consiglio di Stato ha formulato il parere sul provvedimento, sostanzialmente favorevole. Non appena perverrà formalmente, il tutto sarà inviato alle Commissioni Parlamentari per il previsto parere (N.B.: le Commissioni funzionano anche in questa fase politica). L’amministrazione ha espresso la speranza di riuscire ad emanare il provvedimento formale prima dell’insediamento del nuovo Governo.

IPOTESI DI DEFINIZIONE DI NUOVE CLASSI DI CONCORSO
L’amministrazione, alla luce delle osservazioni di merito e di metodo sull’impianto presentato, formulate dalla nostra delegazione e condivise sostanzialmente anche dalle altre sigle sindacali, ha manifestato la disponibilità a non ipotizzare alcun intervento in relazione alla definizione dell’organico del prossimo anno scolastico che, quindi, dovrebbe continuare ad utilizzare gli attuali meccanismi, in primis le atipicità previste, e già attuati per il corrente anno scolastico.
Ha, altresì, manifestato la volontà di limitare il futuro intervento a una ridefinizione delle attuali classi di concorso senza intervenire né sulle graduatorie ad esaurimento né su quelle d’istituto in relazione alla sussistenza della terza fascia dei non abilitati.
L’avvio di un esame di un possibile nuovo impianto di revisione e accorpamento avverrà con un prossimo incontro programmato per giovedì 17 c.m.

PRESENTAZIONE DOMANDE ON-LINE PER IL COLLOCAMENTO IN QUIESCENZA
Nel corso dell’incontro, in risposta alle segnalazioni di disfunzioni del sistema relativo alla presentazione delle domande formulate dalla nostra e da altre delegazioni., l’amministrazione ha manifestato la disponibilità per un possibile rinvio di una diecina di giorni del termine ultimo di scadenza.

DIMENSIONAMENTO DELLA RETE SCOLASTICA
L’amministrazione ha comunicato che il MEF ha negato il concerto all’ipotesi di accordo Stato/Regioni che prevedeva l’attribuzione ad ogni regione di un numero predeterminato di dirigenze scolastiche basato sul parametro di 900 allievi, seppure con alcuni correttivi.
Questo fatto comporta uno scenario difficile e pericoloso in quanto, alla luce della sentenza della Corte Costituzionale, le regioni, senza l’accordo, sono vincolate solo ai parametri 400 e 600 senza alcun ulteriore vincolo. Da questo deriva un possibile splafonamento delle dirigenze scolastiche e dei DSGA rispetto agli 8700 derivanti dall’accordo con la prevedibile conseguenza dell’applicazione della “clausola di salvaguardia”, con ulteriori possibili tagli.
L’amministrazione ha manifestato l’impegno a continuare ad operare per scongiurare tale rischio, operando in sinergia con le regioni, anche perché, qualora le stesse operassero un dimensionamento sui numeri minimi attuali, potrebbero vedersi a brevissimo tempo chiamate a rifare nuovi piani in base a parametri numerici, della cui sussistenza la Corte Costituzionale ha riconosciuto la validità, ancora più restrittivi e penalizzanti