FormidAbili

“FormidAbili” al lavoro nei megastore del bricolage
Redattore Sociale del 05/07/2022

Nato in piena pandemia, il progetto di inserimento lavorativo per giovani con disabilità intellettive conta già undici contratti di lavoro successivi ai tirocini nei negozi di Leroy Merlin. E 187 dipendenti sono stati formati come tutor. 

ROMA. Tra gli scaffali di un megastore del bricolage è facile sognare. C’è chi vorrebbe ristrutturare casa, chi rimettere a nuovo il giardino, ma c’è anche chi fa progetti ancor più grandi. È quello che sta capitando nei negozi di Leroy Merlin sparsi in tutt’Italia, dove in questi mesi si sta sperimentando un progetto di inserimento lavorativo per persone con disabilità intellettive all’interno dei punti vendita dell’azienda. Lo hanno chiamato “I FormidAbili” ed è nato dalla collaborazione tra (Ri)generiamo, l’azienda benefit fondata nel 2020 da Leroy Merlin Italia, l’associazione Bricolage del cuore, l’impresa sociale ConVoi Lavoro e la cooperativa Liberitutti. Il progetto prevede tirocini retribuiti della durata di 3-6 mesi finalizzati all’effettiva assunzione.
Avviato in piena pandemia negli store di Fiumicino (Roma) e Moncalieri (Torino), oggi il progetto conta già 11 contratti di lavoro successivi ai tirocini, altri 27 tirocinanti avviati e ben 187 dipendenti formati come tutor. “Tutto è cominciato a giugno 2020”, racconta Luca Pereno, coordinatore dello Sviluppo sostenibile in Leroy Merlin Italia e cofondatore di (Ri)generiamo. “I negozi cominciavano a riaprire e c’era una grandissima affluenza di clienti. Pensavamo di avere qualche problema nel gestire questi numeri, così abbiamo iniziato a lavorare sul progetto. Poi è arrivata la seconda ondata: non potendo fare formazione in aula, i tirocini sono iniziati in ritardo, ad aprile 2021”.
Il progetto nasce sulla scia di un’altra iniziativa che, a causa del covid-19, è stata messa in pausa. “Fino all’arrivo della pandemia, uno dei nostri progetti principali è stato il ‘Bricolage del cuore’: si effettuavano piccoli lavori di manutenzione a favore di associazioni, beni comuni o scuole”, aggiunge Pereno. “Per questioni di sicurezza non abbiamo potuto dare seguito a questi progetti. Questo tempo, però, ci è servito per lavorare meglio a ‘I FormidAbili’. La situazione ci ha spinto a cambiare il modo di fare responsabilità sociale”. Oggi sono 43 i punti vendita in cui è iniziata la formazione dei tutor sui 50 negozi presenti sul territorio italiano e, oltre ai tirocini avviati, ce ne sono altri 10 in procinto di partire. L’obiettivo di coinvolgere tutti gli store entro il 2022, quindi, non è lontano.
A supportare l’azienda nel progetto, gli esperti di Abile Job, società torinese specializzata nell’inserimento lavorativo di categorie protette e soggetti svantaggiati. “Abbiamo coinvolto persone autistiche e con sindrome di Down”, spiega Renzo Marcato, cofondatore e amministratore delegato di Abile Job, “poi apriremo anche alla disabilità di tipo psichico. Abbiamo cercato di identificare le persone che fanno più fatica a collocarsi nel mondo del lavoro: non parliamo di autismo ad altissimo funzionamento, ma di alto o a volte medio funzionamento, opportunamente accompagnate”. Fondamentale il lavoro di rete fatto sui territori. “Il concetto di rete è alla base”, aggiunge Marcato. “Abbiamo coinvolto le federazioni regionali della Fish e poi con Angsa e Aipd abbiamo iniziato una collaborazione in tutte le regioni dove sono presenti. In altri casi abbiamo coinvolto altre associazioni, oppure le Asl come è avvenuto in Emilia Romagna”. 
Tante e diverse le mansioni affidate ai tirocinanti e ai nuovi dipendenti di Leroy Merlin: si va dal riordino degli scaffali fino all’impiego in cassa, ma non è tutto. In una quindicina di negozi è stato avviato anche un progetto di cura del verde e ci sono stati anche i primi inserimenti nei bar Makers Caffè dei diversi punti vendita grazie alla partnership con Fondazione Adecco e l’Associazione genitori e persone con sindrome di Down.
Non sono mancate le difficoltà, ma alla fine il progetto ha convinto tutti, dai dipendenti ai clienti. “Non è semplice inserire persone con autismo o con sindrome di Down”, spiega Marcato, “ma se le cose vengono fatte con una certa cura, le difficoltà risultano mitigate. L’inserimento lavorativo di queste persone permette alle aziende di ritarare il modello di organizzazione del lavoro”. Il progetto, infatti, “ha svegliato un senso di orgoglio nei dipendenti”, racconta Pereno. “I tutor da noi sono tutti volontari: c’è chi ha potuto portare in azienda il proprio vissuto e chi ha fatto corsi di formazione”.
A confermare le ricadute positive dell’iniziativa anche i risultati della valutazione dell’impatto sociale. “Sono state condotte delle interviste e le risposte sono state estremamente gratificanti. C’è un aspetto di crescita personale e umana che va al di là dell’inserimento lavorativo”. Un risultato non scontato per un’azienda che opera nella grande distribuzione. “In molti casi è difficile riuscire a schiodare i manager da una visione un po’ distorta sulla disabilità”, spiega Marcato. “C’è da fare un lavoro culturale enorme nelle aziende. Chissà se quest’esperienza non possa essere seguita da altre aziende, non necessariamente della Gdo”.
Per chi lavora tra scaffali zeppi di materiali per il fai da te, però, il difficile è stare con le mani in mano: ci sono sempre nuovi progetti da realizzare. “Oggi abbiamo tantissimi tutor formati”, aggiunge Pereno. “Sono una risorsa che possiamo usare come contaminatori, ambasciatori o formatori per tutto il negozio. Entro il 2023 mi piacerebbe avviare la formazione per tutti sui principi dell’unicità, della partecipazione e dell’inclusione non per standardizzare, ma perché tutti abbiano le stesse risorse e gli stessi strumenti”. Ma il “sogno” più grande, conclude, è quello di “superare l’obbligo di legge” delle assunzioni di persone con disabilità.