Ritorno a scuola: a poco più di un mese dal rientro ancora niente piano. In arrivo linee guida sulla ventilazione

da Tuttoscuola

Ritorno a scuola: mentre i contagi schizzano alle stelle, ancora non si ha alcuna notizia delle modalità del rientro in classe del prossimo settembre. Protocollo di sicurezza non pervenuto e nessuna indicazione sugli spazi e sul personale Covid. Insomma, mancherebbe ancora tutto il piano di rientro. E mentre si discute sull’obbligo o meno di indossare le mascherine in classe a settembre, arrivano le prime indiscrezione sulle linee guida linee guida per l’acquisto dei dispositivi di sanificazione, igienizzazione e purificazione dell’aria nelle scuole.

Linee guida ventilazione arrivate in ritardo. Sasso (Lega): “Scaricabarile sui dirigenti scolastici”

Abbiamo dovuto attendere quasi quattro mesi per la consegna da parte del ministero della Salute delle linee guida per l’acquisto dei dispositivi di sanificazione, igienizzazione e purificazione dell’aria nelle scuole. Il ministro Speranza si è preso tutto questo tempo per poi produrre un documento caratterizzato da molteplici criticità e da una sostanziale volontà di delegare ad altri oneri e responsabilità. Di fatto, si scarica ancora una volta sui dirigenti scolastici, già fiaccati da una mole di lavoro straordinaria a causa della pandemia, il peso dell’intera operazione, anche per quanto riguarda aspetti prettamente sanitari. Una cosa inaccettabile», ha dichiarato il sottosegretario all’Istruzione, Rossano Sasso.

Ma cosa dicono queste linee guida? Secondo le indiscrezioni che abbiamo raccolto sul web, si tratterebbe di un documento che mancherebbe di indicazioni operative vere e proprie per i DS e in cui gli esperti scriverebbero che la scelta “sull’opportunità di utilizzo” della soluzione tecnica, deve effettuata da personale qualificato in considerazione della valutazione dei rischi e deve tenere anche presenti gli obiettivi che si intendono raggiungere (es. ricambio d’aria, abbattimento carica patogeni nell’aria e/o del materiale particellare), nel caso di utilizzo di apparecchi mobili, se l’uso è continuo o al bisogno”.

In linea di massima, secondo queste linee guida, i dispositivi/apparecchi qualora destinati agli ambienti scolastici, dovranno essere chiaramente identificabili, sicuri, efficaci, utilizzabili in presenza di astanti se previsto dal costruttore e solo in condizioni di sicurezza, muniti, ove necessario, di dispositivi/sensori in (sottoprodotti) e, nonché di principali parametri microclimatici. Potranno essere utilizzati anche gli apparecchi polivalenti anche combinati con prodotti/sistemi per la sanificazione delle superfici.

“Nel documento si legge che – sottolinea Sasso – anche qualora una scuola si dotasse di questi dispositivi, studenti, insegnanti e lavoratori tutti non sarebbero dispensati dall’osservare i protocolli di sicurezza che prevedono, ad esempio, di indossare le mascherine se si è impossibilitati a mantenere il distanziamento fisico. In pratica, ministero dell’Istruzione ed enti locali dovrebbero affrontare una spesa che si aggirerebbe intorno ai due miliardi di euro per poi ritrovarsi al punto di partenza. Dopo quasi quattro mesi era lecito aspettarsi un documento di ben altro spessore. Ciò premesso, puntare su aerazione e ventilazione nelle scuole deve essere una priorità di tutto il Governo, che deve spingere affinché, d’intesa con gli enti locali, l’adeguamento degli edifici avvenga nel più breve tempo possibile. La partenza del nuovo anno scolastico è dietro l’angolo”. 

Aspettando il protocollo di sicurezza…

E’ vero, il Comitato tecnico scientifico le cui decisioni ci hanno accompagnato per questi ultimi due anni di pandemia non esiste più, ma abbiamo comunque bisogno di ricevere indicazioni precise da parte delle autorità sanitarie in base all’attuale quadro epidemiologico. Eppure a circa un mese e mezzo dal rientro a scuola, ancora non si hanno notizie del protocollo di sicurezza, quello strumento che indica ai dirigenti scolastici le linee guida da seguire per la ripresa dell’attività. Alla fine dello stato d’emergenza, il 31 marzo scorso, circolava una bozza di protocollo che i sindacati avevano contestato perché lasciava eccessiva discrezionalità ai dirigenti. Di quel testo non si è saputo più nulla. Nel 2020 il protocollo, era stato siglato il 6 agosto, l’anno successivo il 14 agosto. Non ci resta che attendere?

Personale Covid addio?

Non abbiamo notizie, ma ci era già stato detto che con la fine dello stato di emergenza non ci sarebbe stata più alcuna possibilità di avere questi insegnanti e questi collaboratori scolastici”. E’ quanto afferma la segretaria Cisl Scuola, Ivana Barbacci, a Il Fatto Quotidiano. Sparirà dunque il contingente Covid, 20mila o 30mila fra collaboratori e addetti alla segreteria perderanno il posto di lavoro. Quando i dirigenti scolastici sapranno la quantità di personale sulla quale potranno contare a settembre?

Incognita mascherine

Resta poi il giallo dell’obbligo delle mascherine. Obbligo che, ricordiamo, non esiste più quasi ovunque e sul quale, proprio per questo motivo, si sta discutendo se mantenere a scuola. “Portarle a scuola quando fuori dalle aule nessuno le indossa non ha senso, sembra un castigo. Ma dovremo fare i conti con questa nuova variante che ha alzato di nuovo il numero delle vittime”, spiega l’immunologa Antonella Viola. Si può essere d’accordo o meno con la decisione di mantenere l’obbligo di indossare i dispositivi di sicurezza in classe, ma su una cosa non c’è dubbio: le scuole dovranno conoscerla per tempo per dotarsi, in caso, delle forniture di mascherine da fornire ad alunni e personale scolastico.