Ius scholae: sono circa 400 mila gli alunni stranieri interessati ad avvalersene

da Tuttoscuola

Lo ius scholae, che prima delle dimissioni del presidente Draghi aveva diviso la maggioranza parlamentare, avrebbe interessato in prima applicazione al massimo 400mila alunni stranieri. Il diritto di richiedere la cittadinanza italiana dopo avere compiuto 18 anni era previsto nei confronti di alunni stranieri nati in Italia o arrivati prima del 12.mo anno di età, e con almeno cinque anni di frequenza in una scuola italiana.

Dai dati pubblicati dall’Ufficio statistica del ministero dell’istruzione “Gli alunni con cittadinanza non italiana – a.s. 2020-21” si può ricavare dalla tavola 5 dell’Appendice il numero degli alunni stranieri che in ogni provincia hanno con certezza l’anzianità di frequenza richiesta in quanto nati in Italia; sono gli alunni iscritti nelle scuole secondarie di I e I grado, per un totale complessivo di circa 220mila unità.

Due terzi (circa 147mila) si trovano nelle regioni settentrionali, con il primato della Lombardia che nelle proprie scuole ha accolto oltre 57mila alunni stranieri di seconda generazione (più del 26% del totale), un numero pari a tre volte circa a tutti quelli presenti nelle regioni del Mezzogiorno (8,8% del totale).

Negli stessi settori scolastici vi sono anche altri 183mila alunni stranieri di cui non sono noti gli eventuali cinque anni di frequenza in scuole italiane e nemmeno se il loro arrivo in Italia sia avvenuto prima del compimento del 12mo anno di età.

Se tutti quei 183mila (caso estremo e improbabile) possiedono entrambi i requisiti di frequenza e di precoce immigrazione, insieme agli stranieri di seconda generazione porterebbero a circa 400mila gli interessati ad avvalersi dello ius scholae.

Nei giorni infuocati del dibattito sull’estensione dello ius scholae erano state portate cifre ben più alte di quei virtuali 400mila alunni interessati allo ius scholae; infatti, veniva citato il dato dei minori stranieri rilevati nell’ultimo censimento Istat che superava il milione (esattamente 1.023.046).

Si trattava di una cifra indistinta che comprendeva sia gli stranieri non scolarizzati che quelli nati in Italia o nati all’estero.

Una cifra che è servita probabilmente a dare forza ai partiti contrari allo ius scholae.