Docente esperto: effetti perversi di buone intenzioni

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Il “docente esperto” ed effetti perversi di buone intenzioni

di Gabriele Boselli

Fornire stimoli alla formazione continua dei docenti è lodevole ma senza consuetudini di studio e relativi esiti documentabili potrebbe divenire differenziazione arbitraria.

Tra gli ultimi atti della morente legislatura (decreto/minestrone 4 agosto 22) vi è la creazione della figura del “docente esperto”; docente consacrato tale non sulla base di regolari procedure concorsuali, di seri curricula e pubblicazioni su riviste qualificate ma -sembra- di una specie di attestato di buona condotta e della semplice frequenza di corsi promossi da enti spesso dalla dubbia qualità culturale e scientifica.

Fra i non disinteressati suggerimenti confindustriali alla scuola vi è sempre stato quello di creare differenziazioni tra il personale scolastico.

La resistenza al potere di una massa indifferenziata è certamente superiore a quello di una massa incrinata da posizioni varie, conflitti interni di status e di interessi.

I “quadri intermedi” servono in ogni tipo di organizzazione a impedire processi di autonomizzazione culturale e organizzativa.

La creazione della figura del “docente esperto” è parte di questo vecchio disegno di differenziazione e gerarchizzazione: scatenare processi di concorrenza interna (con l’attuale diminuzione del potere d’acquisto conseguente alle spese per il conflitto USA-Russia in Ucraina non mancheranno gli aspiranti) e far nascere status differenziati non conseguenti ad accertata preparazione ma che stabilizzino differenze pur artificiose.

Il potere è del resto -essenzialmente- capacità di violenza alla razionalità. La retribuzione differenziata rafforzerebbe la differenza di status tra docenti, alcuni dei quali diverrebbero mediatori consacrati di una catena di comando oggi aleatoria, domani più stabilizzata e allineata alla volontà del dirigente.

Non bastassero i genitori a distribuire agli insegnanti patenti di serie A, B, C, D…

Oltre al danno, la beffa: la maggior retribuzione del cosiddetto docente esperto verrà finanziata dalle minori risorse destinate agli altri docenti; costoro di conseguenza -a onta dei loro studi e delle loro ricerche- non potranno non essere considerati “inesperti”.

Esperire significa “passare attraverso”; i nuovi esperti forse passeranno ovunque tranne che dalle pagine dei libri.