G. Genisi, Terrarossa

Gabriella Genisi, tanto nuova, tanto ammirata

di Antonio Stanca

    La scrittrice Gabriella Genisi è nata a Bari nel 1965, ha cinquantasette anni e molte pubblicazioni al suo attivo. Dopo un esordio poco chiaro, nel 2010 ha cominciato a scrivere romanzi polizieschi dando origine alla famosa serie ispirata al commissario Lolita Lobosco. Nel 2019 è venuta un’altra serie di gialli che avevano come protagonista il maresciallo Chicca Lopez ed erano ambientati nel Salento.

     Nel 2021 su Rai 1 quattro puntate sono state dedicate alla trasposizione televisiva dei primi romanzi, quelli di Lolita Lobosco. Tra gli altri meriti della Genisi va segnalata la cittadinanza onoraria conferitale dal Comune di Cassano All’Ionio, dal quale proveniva suo padre.

    Ora Sonzogno ha pubblicato Terrarossa, nono romanzo della serie Lolita Lobosco. E’ ambientato a Bari e dintorni. “Terrarossa” è il nome di una grossa azienda agricola che si estende fino a territori lontani, ha avuto origini nel passato ed è stata ereditata dalla giovane Assunta Digioia (Suni). E’ un’imprenditrice coraggiosa, decisa a favorire i lavoratori, a salvarli dal diffuso stato di sfruttamento. Nuova è la sua azione tra le aziende agricole pugliesi. Gli operai provengono dal continente africano, dall’Est Europeo e da altri posti sottosviluppati; la nuova proprietaria ha migliorato le condizioni nelle quali sono stati sempre tenuti, ha provveduto alla loro salute, alla loro alimentazione, al loro orario di lavoro, al loro guadagno. Ma se l’applicazione di tali moderne regole l’hanno fatta ammirare, amare dai dipendenti invisa l’hanno resa presso altri dirigenti o proprietari di azienda, presso gli ambienti mafiosi che li proteggono e presso chi all’interno di “Terrarossa” è diventato un personaggio di rilievo, un suo pari, un suo rivale. Qui sarà ordita la tresca che porterà all’omicidio della Suni e del giovane dipendente Kenan. Con questi, un operaio di origine africana, Suni si era messa da qualche tempo dopo essersi lasciata col primo amante. Era giovane e bella e non disdegnava l’amore, non rinunciava ad amare e a farsi amare.

     Sui due omicidi le indagini saranno condotte dalla polizia di Bari, alla quale appartiene il commissario Lolita Lobosco, il personaggio più esposto, il più impegnato in un’operazione che diventerà molto complicata, molto lunga. A liberarla dalla tensione che si accumulerà sarà la maniera propria della Lobosco, la sua solita, quella che le fa alternare l’indagine, il lavoro con un bagno, con l’amore, con una cena, con gli aiuti alla sorella e alla madre impegnate a fare la salsa e con tanti altri diversivi.  Tra molte cose si muove Lolita mentre procede alla scoperta di chi ha ucciso. Piace questo atteggiamento, la fa apparire naturale, disinvolta. Bene è riuscita la Genisi col suo personaggio, nuovo, originale può essere definito nel contesto della letteratura poliziesca. Ne è prova il successo che ha ottenuto e ancora sta ottenendo.

    Altro elemento positivo nella scrittura della Genisi è il linguaggio chiaro, scorrevole che usa e che concorre ad avvicinare il lettore all’opera, a legarlo quasi stesse ascoltando quel che si dice.

   L’ambientazione meridionale pure ha avuto la sua parte nella fortuna di questi romanzi poiché ha rivelato luoghi poco conosciuti, ha evidenziato la loro bellezza, ha incuriosito, ha fatto di certi posti il centro di vicende che solo altrove si credeva potessero succedere.

     C’è tanto di nuovo nella Genisi, tanto da ammirare!