Governo sovranista ma in tema di scuola in arrivo i voucher per le private

da La Tecnica della Scuola

Di Carla Virzì

Cosa cambia per la scuola con il centro-destra al Governo? Di certo i provvedimenti a carattere scolastico non dimenticheranno le istituzioni private, le scuole non statali e paritarie, come ribadito più volte in campagna elettorale e come da programmi dei partiti della coalizione. Ad esprimersi sul tema, in particolare, Valentina Aprea, responsabile scuola di Forza Italia ed esponente della Commissione Cultura e Istruzione alla Camera, che conferma la volontà di riconoscere la libertà di scelta delle famiglie attraverso il buono scuola, lo strumento economico che consentirebbe a chi volesse mandare i propri figli in una scuola privata, di beneficiare di un sostegno da parte dello Stato. Una posizione, quella di Forza Italia, rilanciata anche da FdI.

Insomma, a dispetto di un Governo che si definisce sovranista (che vorrebbe quindi rendere più forte e autorevole la posizione dello Stato), la direzione sarà quella di “tutelare le scuole paritarie e garantire la libertà di scelta educativa delle famiglie, anche attraverso l’introduzione di voucher da potere spendere nelle diverse strutture scolastiche”: è quanto leggiamo sul programma ufficiale di Fratelli d’Italia, che si allinea in questo modo alla visione di Forza Italia e del resto della coalizione.

Le dichiarazioni di Valentina Aprea

“Noi abbiamo a cuore la sussidiarietà – ha esordito la componente della commissione Cultura e Istruzione alla Camera in una nostra diretta pre elettorale -. Questi spazi che ancora vengono gestiti da grandi tradizioni che non hanno a che fare con lo Stato saranno difesi da noi fino alla fine, perché non è possibile pensare di avere un unico gestore del settore educativo nel 2022, dove la differenziazione valoriale prima ancora che educativa, merita attenzione”.

E quando una lettrice della Tecnica della Scuola, riguardo alla proposta del Pd di estendere l’obbligo scolastico a partire dai 3 anni, osserva che tale proposta appare ragionevole e che “è auspicabile che i bambini abbiano esperienze sociali e scolastiche nei primi anni di vita per una buona crescita, anche a detta di grandi pedagogisti e psicologi,” Valentina Aprea chiarisce il suo punto di vista: “Io ero dirigente scolastica, mi sono battuta per l’apertura di sezioni dell’infanzia, ma un conto è l’offerta al 100% dei servizi e un conto è il gestore, quindi se lo Stato vuole fare questo, deve garantire anche la piena parità delle scuole non statali, paritarie, accreditate e scelte dalle famiglie“.

Che differenza c’è tra scuole private e scuole paritarie?

Ad ogni modo ricordiamo che le scuole non statali, in molte aree del Paese, compensano, specie sul fronte dell’infanzia, quanto lo Stato non riesce a fare, fornendo servizi di supporto alle famiglie.

La differenza tra scuole paritarie e scuole private ce la ricorda il ministero dell’Istruzione, che precisa quanto segue:

La legge 62 del 2000 ha stabilito (al comma 7 dell’articolo 1) che, dopo tre anni dalla sua entrata in vigore, le varie tipologie di scuole non statali previste dall’ordinamento allora vigente (autorizzate, legalmente riconosciute, parificate, pareggiate…) sarebbero state ricondotte a due: scuole paritarie e scuole non paritarie.

Scuole paritarie

Le scuole paritarie svolgono un servizio pubblico e sono inserite nel sistema nazionale di istruzione. Per gli alunni, la regolare frequenza della scuola paritaria costituisce assolvimento dell’obbligo di istruzione.

Il riconoscimento della parità garantisce:

  • l’equiparazione dei diritti e dei doveri degli studenti
  • le medesime modalità di svolgimento degli esami di Stato
  • l’abilitazione a rilasciare titoli di studio aventi lo stesso valore legale delle scuole statali.

Scuole non paritarie

Le scuole non paritarie sono sempre di natura privata, e sono iscritte in elenchi regionali aggiornati ogni anno, reperibili sul sito internet dell’Ufficio scolastico regionale competente per territorio.

La regolare frequenza della scuola non paritaria da parte degli alunni costituisce assolvimento dell’obbligo di istruzione, ma esse non possono rilasciare titoli di studio aventi valore legale né attestati intermedi o finali con valore di certificazione legale.

Pertanto gli studenti devono sostenere un esame di idoneità al termine di ogni percorso scolastico oppure se vogliono trasferirsi in una scuola statale o paritaria.

Il Decreto Aiuti Ter: 30 mln alle paritarie, per l’anno 2022, per la gestione della crisi energetica

In fatto di scuole paritarie, è appena approdato in Gazzetta Ufficiale il provvedimento relativo alla gestione dell’emergenza energetica.

Per fronteggiare le maggiori esigenze connesse al fabbisogno energetico degli istituti scolastici paritari derivanti dall’eccezionale incremento del costo dell’energia – leggiamo all’articolo 13 del DL Aiuti Ter il contributo di cui all’articolo 1, comma 13, della legge 10 marzo 2000, n. 62 è incrementato di 30 milioni di euro per l’anno 2022.