Crisi energetica: la tentazione della settimana corta nelle scuole medie

da Tuttoscuola

Crisi energetica: la previsione di una restrizione energetica che imporrebbe una razionalizzazione del riscaldamento anche nei locali scolastici sta orientando molte scuole a riorganizzare gli orari delle lezioni con possibile chiusura della giornata del sabato. Attualmente già prevedono la settimana corta le scuole dell’infanzia, mentre nella primaria ne fruiscono le classi a tempo pieno (diverse volte inserite in scuole in coabitazioni con classi funzionanti a orario normale per l’intera settimana). Sotto l’effetto delle possibili limitazioni dovute alla crisi energetica, da diverse parti giungono notizie di ipotesi di settimana corta per le scuole secondarie di primo grado.

Come si sa, l’orario settimanale normale del settore è di 30 ore distribuite su sei giorni per la durata oraria di cinque ore tutte in fascia antimeridiana.

Per far fronte alla crisi energetica, si ipotizza la chiusura del sabato con un orario giornaliero infrasettimanale di sei ore.

La proposta non viene dai docenti, considerato che per contratto possono avere un orario cattedra distribuito su cinque giorni; la settimana corta per loro non avrebbe, quindi, sostanziali variazioni.

Sembra che siano soprattutto molte famiglie – in particolare nei territori settentrionali e nelle grandi città – a mostrarsi interessate alla settimana corta.

Sulla carta tutto è possibile, ma nella realtà quale vantaggio ci sarebbe per gli alunni costretti a scuola per sei ore di fila? Sarebbe possibile tenerli sui banchi per tante ore?

Si tratta di adolescenti in età compresa tra gli undici e i quattordici anni, in piena fase evolutiva, difficili da governare e motivare. Va valutato l’effetto sull’attenzione e sull’efficacia degli apprendimenti. Per parte loro gli insegnanti dovrebbero tenerne conto nelle strategie di insegnamento. Sono elementi di riflessione, da soppesare bene.

Insomma la settimana corta farebbe comodo a molti genitori, ma non è detto anche ai loro figli.