Documenti strategici e PNRR

Documenti strategici e PNRR

di Cettina Calì

L’anno scolastico 2022/23 coincide con la partenza della seconda triennalità progettuale prevista dal SNV. A differenza del periodo precedente , con l’aggiornamento del nuovo PTOF – 2022/2025 – non solo si definiranno le linee strategiche e le scelte progettuali che verranno portate avanti, ma, cosa ben più importante, tale aggiornamento diverrà punto di partenza per la creazione di un documento che sia realmente corrispondente alle esigenze della comunità educante, mediante l’analisi dei risultati dei tre anni precedenti, definendo le priorità, la distribuzione delle risorse e la programmazione dell’attività, valutando con coscienza le aree di miglioramento da inserire  nel PDM.  Il PTOF, infatti, non è solo un documento articolato che ha una funzione organizzativa ed amministrativa, ma va ben oltre la tradizionale informazione sull’identità culturale e progettuale della scuola e, per essere realmente rispondente alle reali esigenze, deve partire  dall’analisi dei dati del RAV e dalle conseguenti individuazione dei punti forza e di debolezza della scuola, definendo così gli obiettivi prioritari dell’istituto sui quali intervenire. 

“E’ opportuno ricordare che le Piattaforme per la predisposizione e la pubblicazione dei documenti strategici sono aperte in contemporanea a partire dal 19 settembre 2022 e fino alla data di inizio della fase delle iscrizioni”.

La predisposizione dei documenti strategici che, come precedentemente detto, costituisce un’occasione di analisi, di riflessione, di confronto all’interno della comunità scolastica,  promuove , cosa molto importante, la responsabilità educativa di tutta la comunità sociale nel perseguimento dei risultati.

L’avvio della fase di pianificazione e/o revisione costituisce  il momento della progettualità partecipata e della  diffusione pubblica. Le scuole che si limitano a compilare solo i documenti , senza una vera intenzione analitica e senza assumersi la responsabilità di rendicontare i risultati ottenuti, non faranno altro che ampliare l’accanimento burocratico lamentato da molti  docenti:  giova ricordare che la sola compilazione dei documenti strategici delle istituzioni scolastiche non è indice di condivisione e partecipazione, e non permettere la comprensione delle scelte adottate, che dovrebbero, anche,  valorizzare le professionalità esistenti all’interno dell’istituto.

Solo dando pubblica evidenza, mediante la diffusione dei risultati raggiunti, ogni scuola  può salvaguardare lo specifico della propria missione. Oggi la scuola è uno dei pochi sistemi sociali con all’interno  professionalità che si occupano di formare ed educare le nuove generazioni. Pertanto, dinnanzi alla continua emergenza educativa, è inevitabile che alle scuole venga richiesto di essere presidio sociale, culturale, valoriale.

Ecco perché ogni scuola che non ha chiara  la propria missione, corre il rischio del disorientamento continuo e della perdita di vista degli obiettivi da raggiungere. Gli strumenti strategici, a tal proposito,  partono  dall’analisi dei reali bisogni della comunità e portano in evidenza qual è l’interesse comune e, in modo ancor più complesso, il bene comune.

Anche quando al singolo insegnante  preme la ricerca del proprio interesse personale,  o al singolo genitore il risultato del proprio figlio, gli strumenti strategici, se ben utilizzati, spostano l’attenzione sulla intera comunità che diviene costitutiva  di un servizio con valore sociale come la scuola.

“La scuola deve molta parte della propria identità al quartiere in cui è collocata, dove rappresenta un presidio di coesione. È un quartiere che si auto-percepisce come una piccola città dentro la città capoluogo, con un livello economico non elevato ma un tessuto sociale attivo e vivace pur in presenza di situazioni di fragilità e casi sociali. Il forte senso di appartenenza al quartiere costituisce per la scuola un punto di forza per l’integrazione delle attività all’interno del curricolo. Come una spugna assorbe e cede acqua, così questa scuola programmaticamente assorbe dal territorio opportunità di arricchimento del proprio curricolo e di supporto agli alunni; e restituisce poi un riferimento di senso per gli alunni e le loro famiglie, offre possibilità, coltiva un senso di identità, si prende cura. Il rapporto con il territorio costituisce quindi un primo punto di forza di questa scuola, con molte collaborazioni che coinvolge nelle proprie attività, inclusi i genitori e le loro associazioni”.

Le   scelte perseguite dal DS denotano il tipo di organizzazione e il clima relazionale dell’istituo. Nei contesti dove si usa la  burocratica e l’accentramento dei poteri si creano ambienti ingovernabili ed affidati alla casualità del momento, con figure che non garantiscono stabilità nel tempo e continuità nel lavoro. Un sistema, come quello scuola, diviene potente nel momento in cui tutti gli attori in gioco trovano un disegno comune da realizzare. In una logica di sistema funzionante si deve porre particolare attenzione nell’avere finalità comuni, dove le parti, seppur con la loro unicità, interagiscono positivamente, integrandosi e completandosi nella realizzazione di alcuni valori condivisi. Tale aspetto è esplicito nel DPR n.80/2013, tant’è che viene ribadito che il SNV nasce  “ai fini del miglioramento della qualità dell’offerta formativa e degli apprendimenti” e definisce un disegno in cui la valutazione degli stessi apprendimenti, delle scuole e dei dirigenti trovano una loro collocazione e concorrono a questo fine”.

Il SNV pone al centro gli esiti formativi ed educativi degli studenti e  la qualità di una scuola, di un dirigente, di un docente si misura dagli esiti degli stessi studenti.  Pur tuttavia  l’analisi dei dati lasciata all’autovalutazione della singola scuola può generare il  rischio di approcci autoreferenziali, con interessi autocelebrativi o autogiustificativi, ecco perché  la comparazione con la pubblicazione dei dati sposta l’autovalutazione da un approccio solo interno alla singola scuola, verso la comparazione con un livello – regionale e nazionale – di riferimento che ha un disegno comune.

Se le pratiche educative e didattiche vengono collegate alle competenze dei docenti, le pratiche gestionali ed organizzative sono attribuite al DS. A titolo esemplificativo, se si valuta  l’area interna alle “pratiche educative e didattiche”, riferita a “inclusione e differenziazione”, è indubbio che si qualifica per l’azione quotidiana, mirata e professionale, che ogni  singolo docente mette in pratica all’interno dell’istituzione scolastica;  ma al contempo, se si analizza  la sezione “orientamento strategico e organizzazione” si percepiscono le pratiche “gestionali e organizzative” attuate dal dirigente scolastico. Stante questo disegno, il ruolo del dirigente scolastico deve essere quello di portare ad unità l’istituto scolastico che dirige (la “gestione unitaria” di cui parla sempre il d.lgs. 165/2001) e quindi armonizzare progressivamente tutti i documenti della scuola. La questione dell’armonizzazione è sempre stata affrontata in modo molto poco approfondito dalle scuole, ma è essenziale in quanto le documentazioni strategiche non sempre indicano una direzione unitaria scelta dagli istituti. Esistono, infatti,  profonde incongruenze documentali con il programma annuale, il PTOF, il RAV e il PDM, i contratti d’istituto e le varie regolamentazioni che troppo spesso non dicono la stessa cosa e a volte sembrano descrivere scuole diverse.

Nella nuova pianificazione, PTOF 2022-2025,  ogni scuola dovrà tener conto delle risorse che il PNRR ha destinato. infatti, con il Decreto ministeriale 24 giugno 2022 n. 170 , sono stati individuati i criteri di riparto e le istituzioni scolastiche, secondarie di primo e secondo grado, beneficiarie delle risorse per le azioni di prevenzione e contrasto alla dispersione scolastica in attuazione di quanto previsto dal PNRR. Con una successiva  nota prot. 60586 del 13 luglio 2022, sono stati forniti, anche, gli “Orientamenti per l’attuazione degli interventi nelle scuole”.  Comparando i due documenti sopracitati con la normativa di riferimento del SNV si evince, in maniera chiara ed inequivocabile,  la condivisione tra le due note di obiettivi, di metodologie e di strumenti. Viene, infatti, ribadito che la progettazione degli interventi da parte delle scuole beneficiarie dei fondi del PNRR deve  avvenire tenendo conto dell’analisi del contesto e del RAV, al fine di definire obiettivi specifici e mirati per ogni Istituzione scolastica con attenzione alla riduzione della dispersione scolastica e al potenziamento delle competenze di base degli studenti. Di conseguenza, è opportuno che ci sia un collegamento tra le priorità e i connessi traguardi individuati al termine dell’autovalutazione e le finalità degli interventi sostenuti dall’investimento

Ogni scuola,  sia essa assegnataria dei finanziamenti o faccia parte di una  rete, deve  prestare attenzione affinché il “gruppo di lavoro” per la prevenzione della dispersione scolastica, di cui all’art. 2, comma 4, del DM 170/2022, sia composto, nel rispetto delle procedure di trasparenza per la selezione del personale previste dal PNRR, anche da docenti del Nucleo interno di valutazione; che nell’ultima sezione del RAV,  sulla base dell’autovalutazione svolta con riferimento ai dati e ai benchmark presenti, ci sia reale corrispondenza tra le priorità di miglioramento e i connessi traguardi collegati alle finalità degli interventi sostenuti;  che nei PDM la scelta dei  percorsi e delle azioni da attuare per il raggiungimento delle priorità individuate, sia collegata agli obiettivi previsti nel PNRR, e alle azioni finanziate con il DM 170/2022 e a quelle previste nell’ambito del Piano “Scuola 4.0”; che nel PTOF le iniziative curriculari ed extracurriculari, tengano conto  delle nuove strategie didattiche e organizzative per la trasformazione delle classi in ambienti innovativi di apprendimento.

Il Decreto 170 di giugno 2022 di “Definizione dei criteri di riparto delle risorse per le azioni di prevenzione e contrasto della dispersione scolastica in attuazione della linea di investimento 1.4” propone anzitutto un “intervento straordinario finalizzato alla riduzione dei divari territoriali nel I e II ciclo della scuola secondaria e alla lotta alla dispersione scolastica”. Nell’ambito della Missione 4 – Componente 1 – del Piano nazionale di ripresa e resilienza, finanziato dall’Unione europea – Next Generation EU del 24 giugno 2022cè riuscito ad riaprire dibattito tecnico e attenzione pubblica sull’essenza del lavoro di ricostruzione degli obiettivi PTOF delle scuole dell’autonomia. 

La didattica, l’approccio metodologico, il contesto educativo dovranno tendere alla dimensione esperienziale, dove il servizio scolastico deve strumentarsi per portare a sistema proposte che “ si caratterizzano per essere attive, partecipative, personalizzate e flessibili e per adattarsi ai bisogni formativi di ciascuno studente, alle sue specificità cognitive e apprenditive, offrendo anche una varietà di opzioni alternative e innovative”. 

Pare interessante osservare che “Le istituzioni scolastiche beneficiarie, nel rispetto dell’autonomia scolastica e dei milestone e target del PNRR e della relativa normativa, promuovono attività di coprogettazione e cooperazione fra la scuola e la comunità locale, valorizzando la sinergia con le risorse territoriali sia istituzionali (servizi sociali e sanitari, del lavoro, della giustizia minorile, di orientamento e formazione professionale, etc.)”. E’ evidente che il Ministero chiede alle scuole dell’Autonomia uno studio di fattibilità che oscilla tra dati certi e misurabili e azioni coordinate, attraverso cui perseguire “il consolidamento delle esperienze territoriali, e ricomprendono scambi di buone pratiche fra docenti ed esperti, gemellaggi fra scuole per la disseminazione delle esperienze più efficaci, rafforzamento dell’offerta formativa con percorsi personalizzati di mentoring e di tutoring, sia in favore delle alunne e degli alunni, delle studentesse e degli studenti più fragili negli apprendimenti, sia in favore delle loro famiglie, assicurando altresì continuità nelle fasi di transizione e di orientamento fra la scuola secondaria di primo e secondo grado, secondo un approccio di tipo longitudinale e preventivo dell’insuccesso scolastico”.