Mobilità, il contratto si deve rifare dopo sentenza che ha condannato il Ministero per comportamento antisindacale

da OrizzonteScuola

Di redazione

Come da previsioni, dopo l’ordinanza del Tribunale di Roma n. 69476/2022 dell’11 luglio 2022 che ha condannato il Ministero dell’Istruzione per comportamento antisindacale, è stato convocato un tavolo mercoledì 19 ottobre sulla riapertura delle trattative del CCNI concernente la mobilità del personale docente, educativo e ATA.

Lo scorso 27 gennaio soltanto una sigla sindacale, la Cisl Scuola, firmò il contratto integrativo sulla mobilità del personale scolastico per il triennio 2022-2025. Dopo la firma i sindacati FlcCgil e Uil Scuola hanno presentato ricorso contro il Ministero per condotta antisindacale.

E’ l’11 luglio quando arriva la sentenza del Tribunale di Roma – Sez. Lavoro, il giudizio è netto: si è trattato di “monopolio sindacale”.

«…Non aprire alle trattative nei confronti di OO.SS. firmatarie del CCNL – si legge nella sentenza – senza alcuna forma di motivazione che evidenzi la trasparenza della scelta, costituisce condotta antisindacale posto che – così facendo – si è venuto a creare una sorta di “monopolio sindacale” le cui ragioni rimangono incomprensibili. Appare evidente che si tratta di circostanza di fatto che è ben lungi dall’integrare la ricerca, in omaggio ai principi di correttezza e buona fede, del “maggior consenso possibile”».

Finalmente si rientra nel diritto. Il Tribunale di Roma riconosce che da parte del Ministro e del Ministero c’è stata una condotta antisindacale. È un non contratto quello firmato a gennaio, lo diciamo dal primo momento. Il giudice adesso impone di riaprire le trattative, tornare al contratto precedente, per riconoscere il diritto di mobilità a tutti. Afferma i diritti perché questi si erano affievoliti. Le sedi negoziali si devono rispettare“ aveva commentato l’allora segretario generale della Uil Scuola Pino Turi.