L’enigma del nuovo ministro dell’Istruzione

da Tuttoscuola

Nei confronti interni tra i partiti del Centrodestra (o Destra-centro, visto il trionfo elettorale di FdI) in vista della formazione del nuovo governo il ministero dell’Istruzione non è certo tra i più ambiti. E infatti non se ne parla quasi mai nelle cronache politiche dei giornali, che anzi confinano il MI nella serie C dei ministeri, dedicando la loro attenzione a quelli di serie A (Economia, Interni, Esteri, Difesa) e B (Giustizia, Sviluppo economico, Lavoro, Sanità).  D’altronde anche nei programmi e nei dibattiti elettorali la scuola non è stata certamente al centro, pur rappresentando indubitabilmente il vero volano dello sviluppo economico, sociale e culturale di un Paese (o Nazione che dir si voglia).

Per il ministero dell’istruzione si parla della nomina di un tecnico (circolano i nomi del sociologo e statistico Luca Ricolfi dell’università di Torino e quello di Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Giovanni Agnelli), mentre se alla fine fosse scelto un politico i nomi che si fanno sono quelli di Anna Maria Bernini e Valentina Aprea di Forza Italia, di Giuseppe Valditara, Mario Pittoni e Rossano Sasso (Lega) e di Paola Frassinetti (FdI). Alcuni di questi nomi, se non salissero sulla poltrona più alta, potrebbero essere candidabili al posto di sottosegretario.

Ma i giochi per la formazione del nuovo governo sono ancora aperti perché il clamoroso dissidio tra Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, che l’ha giudicata in un suo appunto ripreso da un fotografo e poi diffuso da tutti i media “supponente, prepotente, arrogante e offensiva” (ma anche “non ricattabile” è stata la risposta di Meloni), rende più complicato l’equilibrio tra le tre componenti del Centrodestra. Si è verificato nei fatti un chiaro avvicinamento tra FdI e Lega – che hanno incassato la nomina di due loro esponenti, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, alla presidenza di Senato e Camera – ma l’isolamento di Berlusconi, sempre che si ricomponga il dissidio con Meloni, sembra preludere a una più marcata differenziazione di Forza Italia, anche in Parlamento, in direzione di scelte politiche di “centro” che bilancino quelle della destra melonian-salviniana. Senza escludere la possibilità che il Terzo Polo possa entrare in gioco in un “soccorso selettivo” alla maggioranza. Si affaccia anche l’ipotesi che Forza Italia dia al governo Meloni, senza entrarci, solo un appoggio esterno.

Non resta che attendere, nella settimana che inizia oggi, l’evoluzione del quadro politico che influirà sulla nomina dei ministri, e scioglierà l’enigma di chi sarà quello dell’Istruzione.