‘Felice di aver lavorato per una scuola aperta, inclusiva e affettuosa’. Il saluto di Patrizio Bianchi

da Tuttoscuola

“Grazie a tutte e tutti per il cammino fatto insieme in questi mesi. Sono felice e onorato di essere stato il vostro Ministro dell’Istruzione e di aver lavorato con voi per una scuola aperta, inclusiva e affettuosa”. Così l’ormai ex ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi con un video messaggio pubblicato sulla sua pagina Facebook in cui ringrazia per il periodo passato al MI.

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Vi saluto con la solita passione e il solito affetto. Aperta vuol dire che non abbiamo paura, che siamo aperti al confronto. La nostra scuola è una scuola in cui si impara ad imparare, per avere in grado di avere gli strumenti per affrontare ciò che non conosciamo, senza paura”, ha detto Bianchi che ha poi continuato con gli aggettivi che hanno caratterizzato la sua idea di scuola in questi mesi. “Inclusiva vuol dire che non solo non lasciamo indietro nessuno, ma che il mio diritto di essere qui è perché ci sei anche tu. Non soltanto stiamo qui uno accanto all’altro. Abbiamo imparato che inclusione non vuol dire che tu stai qui e tu stai lì. Integrazione è capacità reciproca di adattarci, di trovare il modo di essere qualcosa in più. affettuosa vuol dire imparare a vivere assieme, affrontare le cose belle e le cose brutte. A volte ci sono cose difficili che non si riesce a sopportare da soli. La scuola deve essere questo: imparare a fare e imparare a vivere, insieme. Non è facile, non viene spontaneo. Bisogna studiare, per dire all’altro che cosa si vuole essere e cosa si vuole diventare si deve avere le parole per dirlo, sennò qualcun altro le dirà per noi. E la nostra libertà verrebbe meno”.

Bianchi ringrazia: “Grazie ai nostri insegnanti, che hanno un compito fondamentale. Non solo siete coloro che dovere insegnare ai ragazzi ad andare a fondo, a crescere. Siete gli adulti di riferimento nel momento in cui si formano giovani uomini e donne. Grazie al personale. La scuola è fatta di tante persone, tutte sono egualmente importanti. Grazie ai dirigenti, che si prendono carico di essere alla guida di queste comunità. Grazie alle famiglie, alla loro presenza, alla loro capacità di conoscere nella scuola il punto di riferimento per essere parte della comunità”.