Merito e istruzione: scontro tra Landini e Calenda

da Tuttoscuola

C’è chi nasce fortunato, e chi nasce sfortunato. Secondo questo presupposto, i principi meritocratici possono essere interpretati come l’individuazione il più possibile precoce dei fortunati, i meritevoli, che devono ricevere tutte le attenzioni. Mentre gli altri, gli sfortunati immeritevoli, devono essere messi in condizione di non far perdere tempo, energie e soldi. Dobbiamo svelare l’inganno delle parole: la scuola del merito è la scuola che smette di investire su chi è in difficoltà“. In queste ore questa citazione di Andrea Canevaro sta circolando sui social, postata da chi ha iniziato a esprimere le proprie perplessità sull’utilizzo della parola “Merito” accanto a “Ministero dell’Istruzione”. Perplessità come quelle espresse anche da Maurizio Landini, segretario nazionale della Cgil, che hanno scatenato un vero e proprio scontro politico con Carlo Calenda, leader di Azione.

“Trovo sia sbagliato – ha detto Landini -, quando parliamo di istruzione in un Paese dove c’è questo livello di diseguaglianze, introdurre la parola merito: rischia di essere uno schiaffo in faccia per chi può avere tanti meriti ma parte da una situazione di diseguaglianza”.

Il merito è l’unico antidoto a una società classista o a una società appiattita sull’ignoranza. Come realizzare il merito in modo giusto è un dibattito difficile e interessante, rifiutarne il principio è assurdo e antistorico”, ha risposto Carlo Calenda intervenendo anche lui sul legame tra istruzione e merito. “Questa presa di posizione di Landini è incredibile. In nessun paese del mondo il segretario del principale sindacato si dichiarerebbe contro il merito come principio. Questa posizione ideologica spiega perché la Cgil è stata spesso negli ultimi anni un freno alla modernizzazione del paese. Spero che Cisl e Uil prendano le distanze“, ha concluso.