Per favore parliamo dei nostri sentimenti, di quello che noi sentiamo.
di Adriana Rumbolo
Una giovane studentessa dai capelli corti, corti fece la richiesta in tono accorato
Allora nel programma presentato “Conosci te stesso” con un’insegnante di lettere mettemmo anche educazione affettiva , sessuale, ma sessuale non si poteva.
.Bisognava rispondere alla domanda insistente dei ragazzi, forse più delle ragazze:”Per favore parliamo dei nostri sentimenti , di quello che sentiamo”
Soprattutto a scuola a cominciare dalla materna i bambini “si amano”: simpatie, giochi che permettono alle bambine che adorano esibirsi e ai maschi di esercitare la loro attitudine a capo gruppo
.Un continuo cercarsi, stuzzicarsi, offerte di merende e giochi di coppia a imitazione di mamma e papà o giochi dove il premio della vittoria è un bacino o il gioco del dottore o un nascondiglio per conoscersi meglio sotto i vestitini e provare sensazioni confuse,ma piacevoli,misti a espressioni di dominio, di aggressione. di abbandono senza spiegazioni(con te non ci sto più ). Tutto questo a dimostrazione che nella vita relazionale ,il bambino partecipa con tutto se stesso, corpo compreso, fin dalla nascita anche con i disordini emozionali che sono sfuggiti all’ attenzione degli educatori.
.Poi crescendo , nel percorso natura-cultura, il corpo sembra entrare in pausa, messo sotto tono,
. All’improvviso i bambini diventati ragazzini si trovano su una giostra impazzita: sensazioni nuove, emozioni forti e incontrollabili, .desideri misteriosi, pulsioni ma anche delusioni ,frustrazioni e il bisogno urgente di parlarne di chiarire e di chiarirsi.
.Nell”adolescenza il corpo completamente trasformato non solo nella forma ma con tante sostanze nuove ed euforizzanti ,estrogeni , testosterone dopamina che si possono percepire quando arrivano messaggi erotici nei sogni. sempre censurati spesso indecifrabili. Prima risposta a tante sensazioni improvvise ,misteriose forti , la difesa nella contrazione emotiva.
Rifugiarsi in una rigidità psichica e corporea spesso avvolta nel colore blu che può reggere finchè la mente in disagio aggredirà il corpo con disordini più o meno gravi: anoressia, bulimia crisi di panico assunzioni di droghe e alcool scorciatoie ingannevoli di benessere.
Il gruppo diventa il rifugio più accogliente, ma non meno complicato
.Il gruppo protegge, aiuta, frena l’autonomia..
Ogni gruppo ha le sue regole:il modo di vestirsi ,un linguaggio nuovo, bisogna staccare con il passato, ,l’esasperazione dell’amicizia ,pudori imbarazzanti e l’ossessione del termometro della seduzione per sostenere un autostima vacillante..
Una studentessa di 14 anni mi ha scritto:”Buongiorno Dottoressa, lei sta parlando con un mio compagno in un’altra stanza, io vorrei parlare con lei perché ho dei problemi.
E’ da circa una settimana che non ho più dialogo con mio padre per un banale motivo: un paio di scarpe.
Oltre a questo ho dei problemi per quanto riguarda il mio corpo; non lo accetto e sto male perchè penso continuamente a migliorarlo.
Ora le ho esposto brevemente i miei problemi e spero veramente di parlare con lei la prossima volta a causa delle mie insicurezze.
Lettera firmata.
Cara dottoressa, come può vedere ho seguito il suo consiglio e le ho scritto questa lettera, se così si può chiamare!!!
Prima di esporle il mio problema,però, le vorrei fare un quadro di me stessa: sono una ragazza di 15/16 anni, alta, fisicamente, anche se sono a dieta, non mi lamento mi accetto e vengo abbastanza accettata.
Nel rapporto con gli altri, ho un mio” metodo” : io non mi sono mai fidata di nessuno.
Poi, naturalmente, andando avanti nel conoscersi, capisco se questa persona è fidata o meno.
In famiglia sono abbastanza chiusa: a differenza di alcune mie amiche, io non considero mia madre come una delle mie migliori amiche, alle quali vado a dire i miei problemi e a chiedere consigli.
Naturalmente non la estraneo totalmente dalla mia vita, ma mi limito a non raccontarle i miei fatti personali, le mie esperienze, perché penso che ognuno debba fare le proprie scelte con la propria testa, senza dipendere da altri :ho paura, infatti, che alla fine, raccontando tutto a mia madre, i suoi consigli si trasformino in obblighi e questo non mi andrebbe giù!!!
Arrivando al “nocciolo” della questione, il mio problema nasce da una situazione per me stupenda: sto insieme con un ragazzo …., da sei mesi, ma non riesco mai a dirgli quello che sento.
A dirle la verità, all’inizio non ero sicura, ma adesso sono più che convinta di AMARLO: è una certezza, glielo assicuro!!!
Eppure la frase che vorrei dire non è complicata: TI AMO!!!
Che c’è di complicato in due parole?!?!
Non riesco a capire il perché di questo blocco!!!
Ed è per questo che le ho scritto queste righe, per chiederle se lei poteva darmi sia una spiegazione che un consiglio su questo argomento: non so veramente come superare questo ostacolo!!!
Se non le è di troppo disturbo, potrebbe rispondere?
La ringrazio infinitamente e la prego di non parlare in classe di questa lettera
Lettera non firmata.
Poi tante storie: è storia anche una relazione di due settimane
Sono storie soprattutto di immagine sociale, dove possono anche farsi del male nella gara di dominio.
Ricordo una giovane studentessa che poco prima delle vacanze di Natale camminava ,nei corridoi fiera ,mandando chiari messaggi dell’esplosione della maturità della sua femminilità: .rossetto vivace, capelli molto curati e soprattutto un meraviglioso sguardo carico di progettualità.
Dopo le vacanze scomparso i rossetto , i capelli in disordine e soprattutto lo sguardo triste, spento.
Mi si strinse il cuore
.Passate un paio di settimane nell’intervallo. mi si avvicinò e cominciò subito: “avevo una storia, lo amavo e sono andata in discoteca per aspettare l’anno nuovo con lui
.Abbiamo fatto l’amore, per me era la prima volta ed ero felice
,Dal giorno dopo lui non mi ha nemmeno più salutata
Perchè?.
Potrei portare tanti altri esempi più o meno uguali ma la mia riflessione è stata che gli adolescenti favoriti da situazioni e ambienti intriganti facevano le loro esperienze affettive.sessuali senza coscienza di sè e dell’altro e con grave carenza affettiva-emotiva
La carenza di modulazione emotiva che proprio nel coinvolgimento più profondo denuncia tutte le sue instabilità: vecchie paure legate al ricordo di violenze, paura di non sentirsi accettati per quello che si è , paura di essere abbandonati e ripiombare nella solitudine perdendo prestigio sociale, l’incapacità di gestire bene il si e il no, l’aggressività che può esplodere per frustrazioni mal gestite nel passato ,il pericolo di darsi reciprocamente colpe se qualcosa non va e pregiudizi a non finire.
Molti ragazzi chiedono ed hanno diritto a ricevere informazioni anatomiche e fisiologiche ma è importantissimo anche il loro percorso emotivo -relazionale e l’abbattimento di tanti, troppi pregiudizi
La scuola è il luogo più adatto e se ci sarà attenzione al percorso emotivo-affettivo forse in futuro diminuiranno i cosidetti “”delitti passionali”.