Osamu Dazai, Lo squalificato

Osamu Dazai, nell’opera la vita

di Antonio Stanca

   Quest’anno Feltrinelli, nella serie “Universale Economica” e con la traduzione di Marcella Bonsanti, ha ristampato Lo squalificato, secondo e ultimo romanzo dello scrittore giapponese Osamu Dazai. Lo pubblicò nel 1948, un anno dopo Il sole si spegne e lo superò quanto a successo.

    Dazai è nato a Kanagi nel 1909 ed è morto suicida a Tokyo nel 1948. Aveva trentanove anni, proveniva da una ricca e numerosa famiglia del Giappone settentrionale. Già nel periodo delle scuole superiori si era rivelato uno spirito ribelle, rivoluzionario e lo sarebbe stato ancor più durante l’Università perché attirato dalle ideologie di sinistra che si andavano diffondendo nel Giappone di quegli anni. Insofferente, inquieto, contraddittorio, Dazai aveva lasciato la famiglia, l’Università, si era sposato, aveva tentato il suicidio, aveva cominciato con quella vita dissoluta, con quella condizione sregolata, esposta all’alcol se non alla droga, che sarebbe stata sua per sempre. Influenzato da letture giovanili, intorno agli anni ‘30 aveva iniziato a scrivere, prima racconti, poi poesie. Durante la seconda guerra mondiale aveva continuato. Esentato dal servizio militare per problemi di salute, si era sposato di nuovo, aveva avuto il primo figlio ma non aveva smesso con la sua maniera di vivere sbandata, errabonda. Altre residenze, altre ristrettezze economiche, altre mogli, altre concessioni all’alcol, altri figli, altri tentati suicidi erano venuti finché nel 1948 c’era stato quello riuscito per lui e per l’ultima sua compagna, l’estetista Tomie Yamazaki, per la quale aveva abbandonato anche i figli.

    Riguardo all’attività letteraria di questi periodi Dazai vi si era dedicato con scarso interesse. Aveva, tuttavia, raggiunto una certa notorietà anche se vi aveva contribuito la sua fama di inguaribile bevitore, di irreparabile donnaiolo. Dopo la guerra si concentrerà sulla scrittura narrativa, con racconti e soprattutto col primo romanzo Il sole si spegne diventerà noto. L’anno successivo con Lo squalificato la sua fama verrà confermata. Più riuscito dell’altro sarà questo romanzo. E’ l’ultimo della sua breve vita dal momento che un terzo è rimasto incompiuto.

   Ne Lo squalificato avviene un processo d’identificazione tra la vita e l’opera dell’autore. Nel protagonista Yozo, che giovanissimo lascia la famiglia, gli studi e comincia una vita disordinata, facilmente si può riconoscere il giovane Dazai. Ed è possibile farlo in tutta la narrazione: le strane, avventurose, pericolose vicende, la povertà, l’alcol, le donne, le buone e le cattive amicizie, i tentati suicidi, lo stato di disperazione, i propositi di superarlo compresi quelli rivolti all’attività artistica, sono tutti elementi, aspetti della vita dello scrittore e li ha fatti impersonare da Yozo. Simile a quella di Yozo è stata la strada percorsa dal Dazai, entrambi sono stati vinti, sconfitti, “squalificati” dalla vita, entrambi hanno avuto paura dei problemi, degli altri, sono fuggiti dal mondo, hanno cercato una vita propria, non hanno capito che sarebbe valsa solo per loro, che li avrebbe fatti rimanere indietro, li avrebbe portati alla deriva. Dotati, tuttavia, di genio avrebbero conosciuto anche il successo ma sommerso sarebbe stato da quell’inclinazione, da quella tendenza verso la rovina che in loro era ben più radicata di qualunque altra.

   Con Dazai sembra essersi ripetuto il caso dei “poeti maledetti” propri del Decadentismo europeo, in particolare francese, di quegli artisti che negavano ogni regola, rifiutavano la storia, non distinguevano tra la vita e la morte fino al punto da non sapere quale preferire. Non si può nascondere che Dazai abbia risentito di simili influenze. La letteratura occidentale del primo Novecento esercitava da tempo il suo fascino negli ambienti culturali e artistici di oltreoceano. Un chiaro riflesso ne è il soggettivismo al quale Lo squalificato è improntato, il senso del dramma inevitabile che pervade l’intera opera. Non completamente liberata è, però, da ascendenti letterari orientali quali le anticipazioni, le brevi enunciazioni di quanto deve ancora avvenire.    Bene è riuscito Dazai a combinare tanti elementi, il suo è diventato un caso letterario, un riferimento essenziale nel contesto della letteratura orientale. E’ stato tra la vita e l’opera ed è riuscito a passare da quella a questa.