Lo strano caso dei prof “comandati” Pagati dallo Stato per non insegnare

da lastampa.it

Lo strano caso dei prof “comandati” Pagati dallo Stato per non insegnare

Si tratta di circa cento persone impegnate con fondazioni politiche, enti cattolici o organizzazioni sindacali. Senza concorsi né   meritocrazia
flavia amabile
roma

Esiste una categoria particolare di professori, i comandati. Hanno una caratteristica: continuano ad essere pagati dal Miur – e quindi da noi cittadini – ma non insegnano, vengono distaccati presso associazioni professionali, enti cooperativi, enti ed istituzioni che per la loro finalità hanno impegni nel campo della formazione e della ricerca educativa e didattica. Dopo alcune sforbiciate sono scesi a 100.

L’Adi, associazione docenti italiani, ha fatto richiesta al ministero dell’elenco completo dei nomi dei distaccati ma al Miur hanno risposto che sono coperti da privacy e hanno diffuso soltanto i nomi degli enti dove sono andati a lavorare questi professori.

L’Adi lo ha pubblicato a questo link aggiungendo alcune informazioni in modo da sapere con maggiore precisione dove stanno lavorando esattamente i prof comandati ma ancora pagati dal Miur.

Ad esempio un professore (o una professoressa) risulta distaccato alla Fondazione Nuova Italia di cui è presidente Alemanno e che nello Statuto ricorda che ha aderito al Pdl. Insomma un ente di natura politica. Ci sono 44 distacchi (quasi la metà) presso associazioni di matrice cattolica, sette preso enti legati a varie organizzazioni sindacali, altri ancora presso enti privati come il Wwf, il Forum Associazione Familiari, Italia Nostra, Legambiente che dovrebbero provvedere da soli a pagare i propri dipendenti Ci sono 4 comandi presso Università non rispettando la legge che prevede distacchi solo se pagati dalle Università mentre questi quattro sono inseriti nell’elenco a carico del Miur. E poi comandi presso associazioni di genitori.

L’Adi pubblica l’elenco attaccando il ministero per i nomi negati: “Quale privacy? Sono forse dati sensibili quelli di chi viene distaccato dalla scuola per svolgere la propria attività presso associazioni o enti secondo quanto previsto una norma di legge? La loro pubblicizzazione è il minimo che un’amministrazione dovrebbe sua sponte fornire. Non ci siamo inoltrati a chieder econ quali criteri in base ai quali, ad esempio, vengano assegnati ad un’associazione 7 comandi e ad un’altra due o uno”.

Roberto Tripodi, presidente regionale dell’Asasi, associazione delle scuole autonome siciliane, va anche oltre nella denuncia: “I comandi presso le associazioni ed enti vari sono sempre stati riserva dei vari ministri, sottosegretari e direttori generali, che quei comandi hanno sempre distribuito secondo personali e poco trasparenti criteri. La posizione dell’ASASi è nota, occorre tagliare radicalmente tutti questi comandi, a partire dagli esoneri sindacali, per riversare queste risorse sul merito del personale”.