Personalizzazione apprendimenti studenti ad alto potenziale cognitivo

La personalizzazione degli apprendimenti per le studentesse e gli studenti ad alto potenziale cognitivo.
Ruolo del Dirigente scolastico per la valorizzazione del merito e delle eccellenze. Stato dell’arte e ricognizione normativa.

di Carmelo Salvatore BENFANTE PICOGNA, Dario Angelo TUMMINELLI, Zaira MATERA

Nel grande capitolo dei Bisogni Educativi Speciali (BES, Direttiva ministeriale del 27 dicembre 2012) rientrano le alunne e gli alunni ad alto potenziale cognitivo, (apc), meglio conosciuti, in ambito internazionale, con il termine anglosassone giftedness, tradotto in Italia con “plusdotazione”, “iperdotazione”, “superdotazione” o più semplicemente con “gifted children” ossia “bambini dotati”.

L’idea di “dono” rimanda immediatamente a qualcosa che si possiede sin dalla nascita, qualcosa che non tutti hanno e di cui solo pochi eletti sono dotati.

Diverse ricerche, tuttavia, dimostrano come questa sia una falsa credenza. Secondo Anders Ericsson[1], accademico americano di psicologia, pensare che i talenti siano innati può portare a pericolose semplificazioni in base alle quali se un soggetto non raggiungere soddisfacenti risultati in una disciplina è da attribuirsi alla mancanza di talento piuttosto che ad uno scarso allenamento.

In questo modo, verrebbe da dire, la famiglia, la scuola e le altre agenzie educative, in qualche modo, si autoassolvono in quanto non farebbero dipendere da loro il mancato raggiungimento di determinati obiettivi ma, appunto, dalla non predisposizione del soggetto.

Per Ericsson tutti quanti possiedano il dono della plasticità neuronale e dell’adattamento del corpo e della mente alle sollecitazioni che ci provengono dall’esterno, ovvero agli stimoli che attivano le nostre facoltà cognitive. Quanto più questi stimoli saranno sistematizzati, adeguati, personalizzati, tanto più saranno efficaci nel consentire al soggetto di raggiungere ottime prestazioni in tutti i campi. Sarà poi il soggetto stesso a proseguire nell’ambito che gli è più congeniale.

Le studentesse e gli studenti “gifted”, in genere rivelano un’intelligenza superiore alla media, un elevato potenziale intellettivo, talenti nascosti che vanno opportunamente stimolati, valorizzati e potenziati. Essi, spesso, non si sentono capiti dai pari e dai loro docenti e possono rientrare fra gli alunni con Bisogni Educativi Speciali in quanto ad alto rischio di esclusione dal contesto socio-educativo, tanto che il loro senso di frustrazione, talvolta, può degenerare in crisi di rabbia e pianto per arrivare alla frustrazione e nei casi più gravi al rifiuto della scuola e alla depressione.

La plusdotazione è un argomento che negli ultimi anni ha destato molto interesse in ambito psicopedagogico e oggi, alla luce dei recenti accadimenti riguardanti Matias, un bambino di appena 9 anni originario di Ostia “prigioniero della sua intelligenza”, ha catturato l’attenzione dell’opinione pubblica (Il messaggero 07 dicembre 2022 – Repubblica del 05 dicembre 2022) per approfondimenti si rimanda ai link:

https://www.ilmessaggero.it/roma/ostia/matias_bimbo_genio_ostia_mamma_cosa_ha_raccontato-7098088.html

https://roma.repubblica.it/cronaca/2022/12/05/news/matias_bambino_genio_ostia_della_fondazione_roma_litorale-377647886/

Il quoziente intellettivo (QI) di questi bambini si attesta intorno a 125-130 fino a punte di 150. Sono difatti “piccoli geni”, talentuosi per non dire “superdotati” che bruciano le normali tappe di crescita neuropsicologica. Il fenomeno dei “gifted children” è più diffuso di quanto non si pensi. Le stime più accreditate, ad oggi, riportano percentuali di studenti italiani che frequentano le nostre aule scolastiche che si aggirano intorno al 5-8%. Un fenomeno in crescita con punte fino 10% dell’utenza scolastica complessiva. Questi/e alunni/e purtroppo non sempre vengono individuati e riconosciuti ma, soprattutto, adeguatamente supportati nella loro crescita educativa e formativa.

In estrema sintesi, questi allievi hanno prestazioni scolastiche superiori alla norma, ben oltre il 10% rispetto ai loro coetanei, essendo dotati da:

  • elevata curiosità e abitudine a porre domande;
  • spiccata capacità cognitiva;
  • elevata capacità di memoria e di memorizzazione;
  • particolare attitudine scolastica;
  • rapidità negli apprendimenti;
  • elevata creatività e inventiva;
  • elevata reattività e interesse;
  • predisposizione naturale alla leadership;
  • spiccate doti all’autocritica e all’autoanalisi;
  • naturale inclinazione verso l’osservazione, le arti visive e dello spettacolo.

Giova evidenziare che nel momento di redazione del presente articolo la valorizzazione del merito è un tema di grande attualità nel nostro Paese e, soprattutto, al Ministero del’Istruzione che, con il Governo guidato dalla Presidente On. Giorgia Meloni, ha assunto la denominazione di Ministero dell’Istruzione e del Merito.

Il merito, tuttavia, non sempre è semplice da gestire, tanto che a seguito di quanto scritto prima, si è acceso nel nostro Paese un dibattito politico-sindacale dai toni non sempre pacati.

Un interrogativo è d’obbligo con l’auspicio che ci condurrà ad una ulteriore personale riflessione sul tema: sono più importanti l’impegno e lo sforzo oppure la performance?

Senza addentrarci troppo nei principi sottesi alla base del merito, pienamente consapevoli che la scuola italiana è inclusiva, attenta ai bisogni speciali di tutti di studenti, è opportuno prima di procedere dare qualche riferimento normativo sul sostegno alle studentesse e agli studenti che hanno dato prova di eccellenti doti e spiccate capacita personali in termini di risultati e prestazioni superiori.

Riferimenti normativi

Il primo riferimento normativo in ambito comunitario è la raccomandazione n. 1248 risalente all’anno 1994, emessa dal Consiglio d’Europa, relativa all’educazione dei bambini “plusdotati”. Tale raccomandazione ha ben sottolineato la reale necessità di sviluppare l’alto potenziale intellettivo attraverso metodologie di insegnamento idonee e adeguate al caso.

Se ne riporta un interessante estratto nel quale, in grassetto, gli autori di questo articolo evidenziano le parti più significative: “i bambini talentati dovrebbero poter beneficiare di condizioni adeguate di insegnamento, capaci di sviluppare completamente le loro potenzialità, nel loro interesse e nell’interesse della società. Nessun paese si può permettere di sprecare dei talenti, poiché sarebbe proprio uno spreco di risorse umane non identificare in tempo delle potenzialità intellettuali o di altra natura, per le quali sono necessari strumenti adeguati.”

Il testo della raccomandazione prosegue affermando che: “la legislazione dovrebbe riconoscere e rispettare le differenze individuali. I bambini gifted, come gli altri bambini, hanno bisogno di condizioni di insegnamento tali da permettere loro di sviluppare pienamente le proprie possibilità”.

Ebbene, tra i primi provvedimenti legislativi va sicuramente menzionato il Decreto Legislativo del 29 dicembre 2007 n. 262 “Disposizioni per incentivare l’eccellenza degli studenti nei percorsi di istruzione” pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 19 del 23 gennaio 2008, fortemente voluto dall’allora Ministro dell’Istruzione On. Giusppe Fioroni.

Negli anni a seguire si continuerà a parlare di valorizzazione dell’eccellenza e del merito, di come saperle riconoscere per tempo, individuare e pianificare azioni mirate e specifiche.

Sullo stesso solco segnato dal Governo Prodi, continuerà il governo presieduto dall’On. Matteo Renzi con la legge 107/2015 nota come “Buona Scuola”, “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti”.

Al comma 29 dell’unico articolo di cui si compone la suddetta legge, si affida alle Istituzioni scolastiche il compito di “individuare percorsi formativi e iniziative diretti all’orientamento e a garantire un maggiore coinvolgimento degli studenti nonché’ la valorizzazione del merito scolastico e dei talenti”.

Tre anni dopo, il Decreto del Dipartimento per il Sistema Educativo di Istruzione e di Formazione n. 1603 del 15 novembre 2018, per la prima volta riconosce formalmente gli studenti “plusdotati” istituendo per loro un tavolo tecnico con lo scopo prioritario di redigere delle apposite Linee Guida Nazionali, ancora in divenire.

Fatta questa necessaria premessa,

esplicitati gli aspetti più generali, ci addentriamo nel merito del caso proposto. Sebbene i “Gifted children” rientrano nel novero dei Bisogni Educativi Speciali, vedi circolare ministeriale n. 8, prot. n. 561 del 6 marzo 2013, per la prima volta vengono menzionati nella nota MI n. 562 del 3 aprile 2019, avente per oggetto “Alunni con bisogni educativi speciali. Chiarimenti”, volta a fornire alle Istituzioni scolastiche utili indicazioni e spunti di riflessione sulla personalizzazione dei loro percorsi didattici. La nota dedica, infatti, un intero paragrafo di cui si riporta integralmente l’estratto, evidenziando le parti più salienti e significative:

In base alle segnalazioni ricevute dalle scuole e alle comunicazioni scientifiche dei settori accademici di riferimento, emerge come fra la popolazione scolastica siano presenti bambini ad alto potenziale intellettivo, definiti Gifted children in ambito internazionale. A seguito dell’emanazione della Direttiva 27.12.2012, molte istituzioni scolastiche hanno considerato tali alunni e studenti nell’ambito dei Bisogni Educativi Speciali. Tale prassi, assolutamente corretta, attua la prospettiva della personalizzazione degli insegnamenti, la valorizzazione degli stili di apprendimento individuali e il principio di responsabilità educativa. Anche in questo caso la strategia da assumere è rimessa alla decisione dei Consigli di Classe o Team Docenti della primaria che, in presenza di eventuali situazioni di criticità con conseguenti manifestazioni di disagio, possono adottare metodologie didattiche specifiche in un’ottica inclusiva, sia a livello individuale sia di classe, valutando l’eventuale convenienza di un percorso di personalizzazione formalizzato in un PDP.”

La citata nota prevede esplicitamente la predisposizione di un PDP per gli alunni “plusdotati” qualora si manifestino gravi disagi. Questi studenti hanno, dunque, pieno diritto a piani mirati di studio, personalizzati, che gli consentano di esprimere al meglio il loro talento, valorizzando le proprie doti attraverso diversi stili di apprendimento individuali.

È noto, infatti, che sempre più frequentemente gli alunni “gifted” manifestino in classe atteggiamenti difficili da gestire, al punto da spingere i loro stessi insegnanti, impreparati all’uopo a valorizzarne il talento, a considerarli quasi come elementi di disturbo, in pratica alunni problematici.

Sono soggetti, difatti, a rischio di “disadattamento scolastico”, si annoiano facilmente e apertamente in aula, si distraggono con facilita e distraggono i loro compagni, cercano attenzioni e stimoli; non tollerano la mediocrità, per non dire che non sopportano la presunta banalità dei loro pari.

L’effetto paradossale che determina tutto ciò è quello di trasformare una preziosa risorsa umana in un problema da gestire. Se non coltiviamo le eccellenze, si perdono per strada risorse umane straordinarie ed essenziali per la competitività e la crescita del paese Italia.

Ancora oggi, purtroppo, assistiamo ad un vuoto normativo che dovrebbe essere colmato il prima possibile affinché gli insegnanti abbiano tutti gli strumenti operativi utili per comprendere meglio il fenomeno e come possono aiutare valorizzando il merito e i doni dei loro studenti.

Cosi, come afferma la nota MIUR prot. n. 0001143 del 17 maggio 2018 avente per oggetto “L’autonomia scolastica quale fondamento per il successo formativo di ognuno”, la scuola: “ha il dovere di garantire una proposta di educazione e di istruzione di qualità per tutti, in cui ciascuno possa riconoscere e valorizzare le proprie inclinazioni, potenzialità ed interessi, superando le difficoltà e i limiti che si frappongono alla sua crescita come persona e come cittadino”.

Ruolo del Dirigente scolastico per la valorizzazione del merito e delle eccellenze

La scuola del terzo millennio, partendo dal presupposto che ogni studente ha il pieno diritto di vedere valorizzate le proprie capacità individuali, il proprio talento, deve essere pienamente capace di costruire per gli alunni gifted piani di studio personalizzati, con obiettivi e traguardi diversi, connessi alle specifiche vocazioni individuali.

È necessario, dunque, un miglioramento del curricolo della scuola in funzione della personalizzazione dei percorsi didattici per far emergere i talenti di tutti.

Con la Legge 28 marzo 2003, n. 53 “Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale” cosiddetta riforma Moratti, a proposito di “personalizzazione” fu introdotto il Piano Didattico Personalizzato per ciascun alunno.

Come già riportato prima il comma 29, art. 1, della Legge 107/2015, assegna al Dirigente Scolastico la valorizzazione del talento delle studentesse e degli studenti, il quale, di concerto con gli organi collegiali, può individuare percorsi formativi e iniziative diretti all’orientamento e a garantire un maggiore coinvolgimento degli studenti nonché la valorizzazione del merito scolastico e dei talenti.

Motivare e stimolare le studentesse e gli studenti richiede, senza dubbio, un particolare impegno nelle istituzioni scolastiche.

È necessario quindi, che il Dirigente scolastico promuova all’interno della propria istituzione scolastica una serie di azioni mirate a sviluppare, processi, percorsi e progetti per la realizzazione di interventi didattici mirati in grado di:

  1. orientare o (ri-orientare in caso di necessita) le studentesse e gli studenti in relazione alle loro attitudini, capacita e vocazioni;
  2. valorizzare diverse identità, differenze cognitive, stili di apprendimento e abilità dello studente;
  3. garantire il diritto allo studio delle studentesse e degli studenti con un percorso formativo mirato, organico e completo, che miri a promuovere uno sviluppo articolato e multidimensionale della sua persona;
  4. promuovere una flessibilità organizzativa che permetta di operare per “classi aperte” e per “gruppi di lavoro”;
  5. promuovere gare e competizioni sane, es. olimpiadi, gare, campionati.

È necessario, per non dire indispensabile, l’individuazione precoce delle studentesse e studenti “plusdotati”, ed una volta riconosciuti, valorizzarne i talenti.

A tal fine è importante che il Dirigente attivi dei corsi di formazione mirati per il personale docente, per riconoscerli e gestirli; stimoli il team docente dei Consigli di classe a predisporre un percorso di personalizzazione formalizzato in un PDP, adottando metodologie didattiche specifiche.

Una corretta azione educativa richiede che il progetto formativo accompagni lo studente con continuità nell’acquisizione graduale dei saperi con risultati di apprendimento attesi in termini di conoscenze, abilità e competenze, in modo da prevenire difficoltà e situazioni di criticità. Tutte le diverse identità e competenze delle studentesse e degli studenti sono, peraltro, un valore aggiunto, una risorsa da far emergere per la loro crescita educativa globale.

Si conclude con la menzione del Progetto “Me.Mo. Merito e Mobilità Sociale” giunto alla quarta edizione.

Con nota prot. 3627 del 4 novembre 2022, il Ministero dell’Istruzione e del Merito invita le Istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado ad individuare studenti e studentesse iscritti al quarto anno per la partecipazione all’iniziativa di orientamento universitario, promossa dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.

Il progetto riguarda dunque azioni di orientamento e di accompagnamento, sostiene il percorso verso la scelta universitaria di studenti e studentesse di merito, provenienti da contesti socio-economici fragili. Maggiori informazioni possono essere reperite direttamente dal sito web ufficiale della Scuola Sant’Anna di Pisa da link: https://www.santannapisa.it/it/progetto-memo

Riferimenti normativi

  • RACCOMANDAZIONE n. 1248 (1994) Consiglio d’Europa
  • LEGGE 28 marzo 2003, n. 53 “Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale
  • DECRETO LEGISLATIVO del 29 dicembre 2007 n. 262 “Disposizioni per incentivare l’eccellenza degli studenti nei percorsi di istruzione
  • LEGGE 13 luglio 2015, n. 107, “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti
  • CIRCOLARE MINISTERIALE n. 8, prot. n. 561 del 6 marzo 2013 Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012. Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”. Indicazioni operative
  • DECRETO DIPARTIMENTALE n. 1603 del 15 novembre 2018 “Istituzione Tavolo Tecnico Nazionale
  • NOTA MIUR prot. n. 0001143 del 17 maggio 2018 “L’autonomia scolastica quale fondamento per il successo formativo di ognuno
  • NOTA MI n. 00562 del 3 aprile 2019 “Alunni con bisogni educativi speciali. Chiarimenti
  • NOTA MIM prot. 3627 del 4 novembre 2022 “Me.Mo. Merito e Mobilità Sociale – Selezione a.s. 2022/2023”

Bibliografia

Sitografia


[1] K. Anders Ericsson, Robert Pool, Numero 1 si diventa. Sperling&Kupfer, Segrate (MI), 2016