Ridimensionamento/1. Si appesantirà il carico di responsabilità e di gestione dei DS

da Tuttoscuola

Con l’entrata in vigore al 1° gennaio 2023 della legge di bilancio 2023-26 diventa definitivo il ridimensionamento della rete scolastica che porterà gradualmente alla chiusura di circa 700 istituzioni scolastiche, mentre rimarranno funzionanti e confermati nell’attuale numero i 41.690 plessi, scuole e istituti (anche quelli colpiti dalla denatalità e tra loro vicini, per i quali quindi si spiegherebbe – in quel caso sì – una razionalizzazione). E si prospettano tempi duri per i dirigenti scolastici che dovranno gestire le istituzioni scolastiche sopravvissute al taglio. Un carico di responsabilità evidentemente non compreso dai vertici politici (e forse non adeguatamente spiegato dai vertici amministrativi), che Tuttoscuola vuole sinteticamente ricordare.

Il dirigente scolastico in veste di datore di lavoro ha l’obbligo di garantire la sicurezza di tutti gli edifici scolastici in cui si trovano scuole dal lui dirette, ed è anche responsabile della salute delle persone, alunni e docenti compresi, che in esse vivono quotidianamente.

Con la diminuzione del numero di istituzioni scolastiche, conseguente al ridimensionamento della rete, si determina ovunque, soprattutto per le scuole del 1° ciclo, l’aumento del numero degli edifici scolastici da gestire per ciascuna istituzione: si è già passati dai 3,9 in media del 2000-01 ai 5,2 di oggi, e si arriverà nel 2031 a 6,1 edifici per istituzione scolastica (sempre in media, con punte di oltre 10 edifici da seguire).

Con l’aumento del numero di edifici scolastici amministrati, i dirigenti devono produrre un maggior numero di DVR (Documenti di Valutazione del Rischio), documenti di complessa definizione da tenere aggiornati. È uno degli effetti del nuovo dimensionamento

Il dirigente scolastico è anche il rappresentante legale dell’istituzione, e, come tale, a causa del ridimensionamento, vedrà estendersi il territorio in cui si trovano scuole da gestire e, conseguentemente, vedrà aumentare, il numero dei soggetti istituzionali con cui rapportarsi, come, ad esempio, i Comuni, le Asl per i servizi degli alunni con disabilità.

Sempre per questa posizione giuridica vedrà aumentare i potenziali conflitti con l’aumentato numero di docenti e di famiglie.

Il capo d’istituto, come presidente dei consigli di classe/interclasse e del collegio docenti, vedrà aumentare il numero dei primi da presiedere (o assegnare in delega) e vedrà aumentare il numero dei docenti che compongono il collegio, al limite della gestione o dell’ingestibilità. Solo negli ultimi dieci anni il numero medio di docenti per ogni istituzione scolastica è passato da 76 a 107 (+39%). Si prevede che nel 2031 arriverà a 124 (+63% rispetto a dieci anni fa).

Nei prossimi anni crescerà a dismisura il numero di mega-collegi composti da oltre 200 insegnanti (già oggi sono 90 le istituzioni scolastiche che superano questo numero, dieci anni fa erano solo 4) o addirittura 300 (ad oggi ce ne è già una). Per le riunioni del collegio docenti sarà forse necessario noleggiare teatri o grandi saloni attrezzati oppure si dovrà ricorrere a riunioni in videoconferenza.

Il decreto legislativo 165/2001 prevede che il dirigente scolastico, oltre ad avere la responsabilità della gestione del personale ha il compito di dirigerlo e coordinarlo, valorizzando le risorse umane.

Ma quando il numero dei docenti è di questa entità, come riuscirà a valorizzare docenti che nemmeno ha la possibilità di conoscere?

Sempre il d.lgs. 165 prevede che il dirigente scolastico, oltre ad essere responsabile della gestione delle risorse e del servizio, deve assicurare anche la gestione unitaria dell’istituzione.

Nessun dirigente pubblico ha un carico di responsabilità di tale portata.