Il tavolo ministeriale sull’alternanza scuola-lavoro

Ripartire superando le tante criticità emerse nelle ultime stagioni. E assicurando i migliori strumenti a scuole ed aziende a livello territoriale. È quanto è emerso dal tavolo tecnico ministeriale sull’alternanza scuola-lavoro, che ha avuto luogo giovedì 26 gennaio 2023 presso il ministero dell’Istruzione e del Merito mettendo a confronto una quarantina di sigle tra organismi istituzionali, sindacati dei lavoratori e datoriali.

Si è trattato del secondo appuntamento del tavolo tecnico sulla sicurezza sul lavoro voluto dal ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone, di concerto con il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. Il tavolo di giovedì ha fatto seguito al primo confronto tra i rappresentanti istituzionali e quelli delle parti sociali che si era tenuto presso il dicastero del Lavoro il 12 gennaio scorso.

La mattinata di lavoro organizzata dal Capo di Gabinetto del ministero dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Recinto, è iniziata con i saluti del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, e gli interventi del sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, dei tecnici di tre ministeri (Istruzione, Lavoro e Salute) e dellaConferenza Stato-Regioni.

È stato poi il turno del direttore generale Inail, Andrea Tardiola, che ha espresso l’esigenza di aggiornare i modelli formativi sull’alternanza proprio nel giorno in cui è arrivata l’intesa tra il ministro del Lavoro, Marina Calderone, e il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, per ampliare le coperture assicurative Inail degli studenti. Imprescindibile per l’Istituto sviluppare un programma di educazione alla sicurezza per scuole e aziende.

I rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil hanno confermato la posizione condivisa sul tema della sicurezza, benché sull’alternanza emergano sfumature differenti, con la Cgil contraria all’obbligo e più critica sull’esperienza fin qui attuata, come sottolineato dalla segretaria confederale Francesca Re David e dal segretario generale della Flc Francesco Sinopoli. “Bisogna eliminare la precisa quantificazione delle ore affidando alle scuole piena autonomia di progettazione sia nei contenuti dei percorsi sia nel monte ore complessivo; la selezione delle aziende ospitanti deve avvenire in base ai requisiti necessari a garantire il massimo della tutela e sicurezza agli studenti – hanno detto i due dirigenti sindacali.

“Come Cisl abbiamo vivamente apprezzato nell’approccio e nella disponibilità dei ministeri coinvolti il primo incontro tematico su alternanza scuola-lavoro – hanno sottolineato Giorgio Graziani e Ivana Barbacci. “Per la Cisl non è necessario alcun intervento aggiuntivo sul piano normativo e regolamentare, mentre consideriamo urgente l’applicazione delle misure previste in tema di alternanza, a partire dal diritto alla sorveglianza sanitaria, alla consegna dei dispositivi di protezione individuale, alla modifica del documento di valutazione dei rischi aziendale, quale frutto di un intervento corale tra gli attori della prevenzione aziendale e i tutor PCTO (interni ed esterni) adeguatamente formati”.

Il giro di tavolo è continuato con l’intervento di Gianmauro Nonnis della Cisal, anche lui favorevole all’abrogazione della misura. “Senza adeguate misure di sicurezza – ha dichiarato – che devono passare anche attraverso una certificazione delle aziende coinvolte, e senza adeguate misure assicurative, è meglio abrogare l’obbligatorietà di questa attività formativa”. Posizione condivisa anche dalla Associazione nazionale insegnanti e formatori (Anief).

Di parere opposto l’Associazione nazionale presidi (Anp) e la Confederazione italiana dirigenti e alte professionalità (Cida),rappresentata da Licia Cianfraglia, nettamente favorevole all’alternanza scuola-lavoro in quanto “è metodologia didattica innovativa”, quindi contraria al suo depotenziamento. Per l’Anp l’alternanza scuola lavoro deve essere parte integrante del percorso formativo degli alunni“rappresentando una misura di raccordo tra il sistema educativo e quello delle professioni e del lavoro”.

Elvira Serafinisegretario generale delloSnals, si è augurata invece il recupero degli intenti iniziali dell’alternanza, in particolare i percorsi fortemente condivisi, ritenendo che l’interesse dei soggetti coinvolti sia talvolta calato con il passare del tempo e pertanto vada rilanciato. “È importante che le istituzioni forniscano indicazioni sulla sicurezza che raggiungano tutto il territorio, anche le zone più periferiche” ha sostenuto la segretaria generale dello Snals.

Se Gilda, con Gianluca Dotti, ha ricordato l’importanza del monitoraggio e la necessità di una formazione specifica che non sia solo generalista, l’Ugl, presente con Fiovo Bitti e Antonio Ratini, ha richiesto un intervento legislativo urgente sul tema. Più forte la posizione della Cisal-Confedil, con Gianmauro Nonnis: “Visto che l’alternanza è resa obbligatoria dallo Stato – ha detto Nonnis – deve essere quest’ultimo a farsi carico di tutte le responsabilità che ne derivano”.

Per l’avvocato Fabio Pontrandolfi, dirigente di Confindustria dell’area Lavoro, welfare e capitale umano e responsabile dei temi su salute e sicurezza sul lavoro, il Pcto è uno strumento utile che avvicina i ragazzi e le ragazze al mondo del lavoro e permette alle imprese di perseguire uno scopo sociale. A scuola, come in azienda, “bisogna perseguire una cultura della sicurezza”.

Confartigianato, con Fabrizio Monaco e Paolo Perruzza, ha parlato di un rafforzamento del legame scuola impresa e di una maggiore collaborazione, per rendere l’alternanza scuola-lavoro più efficace.

A seguire il rappresentante di Confcommercio ha ribadito l’importanza della prevenzione sui luoghi di lavoro in termini di sicurezza e una formazione maggiore in azienda sulla cultura del rischio.

Marco Carlomagno, segretario generale Flp e Cse: I percorsi di formazione-lavoro vanno rivisti nel loro complesso, insieme agli istituti di collegamento scuola-lavoro. Tra gli obiettivi del confronto, la copertura assicurativa totale”.

Infine in rappresentanza del sindacato datoriale Unsic, Giampiero Castellotti, ha presentato un dossier di 60 pagine sul tema, che oltre ad elencare i gravi incidenti degli ultimi anni e ad individuare i pro e i contro delle esperienze, avanza sedici proposte per riformare la materia, dalla non obbligatorietà nei licei e dall’estromissione come requisito di ammissione agli esami di Stato agli sgravi per le aziende coinvolte che dovrebbero avere certificazioni aggiuntive sulla sicurezza, oltre a quelle di prassi. Il sindacato chiede anche un accordo scritto tra struttura ospitante e scuola con l’impegno a fornire un programma formativo allineato con le finalità di orientamento e formazione, un albo per i tutor, lo status dello studente per distinguerlo dal lavoratore, il feedback standard sull’esperienza vissuta, la conciliazione tra l’alternanza e le interrogazioni e le verifiche scolastiche a garanzia degli studenti e l’incremento delle esperienze presso aziende e organismi italiani all’estero.

L’Unsic lancia anche l’idea di un dibattito aperto sull’eventuale “minisalario” allo studente per l’alternanza (sul modello tedesco), “benché i ragazzi siano in formazione e non dovrebbero lavorare” e un monitoraggio ministeriale, oggi assente.

A completamento delle realtà coinvolte, invitate al tavolo anche l’Ispettorato nazionale del lavoro, Alleanza Cooperative, Anmil, Assimpresa,Casartigiani, CiaCna, Coldiretti,Confagricoltura, Confapi, ConfesercentiConfimi Industria, Confintesa, Confsal, Dirigentiscuola Di.S.Conf., Siml,Unimpresa.

L’Usb si è lamentata per la sua mancata convocazione