M. Bussola, La vita fino a te

Matteo Bussola tra i giovani innamorati

di Antonio Stanca

   A Febbraio c’è stata un’edizione speciale, per conto di Mondadori Libri su licenza di Giulio Einaudi Editore, de La vita fino a te di Matteo Bussola. Non un romanzo, un saggio ma una serie interminabile, infinita di piccole note, di brevi appunti divisi in quattro sezioni e dedicati ognuno ad una riflessione, una meditazione, un pensiero, un’azione, un evento, un ricordo, un sogno, un segno circa il fenomeno, il processo dell’amore, del primo amore, quello tra adolescenti, tra ragazzi, tra giovani.

   Non è la prima volta che Bussola si presenta così, cioè “frazionato”, “diviso” nel suo procedere. Lo ha fatto nei romanzi, li ha divisi in racconti: dal primo nel 2016, Notti in bianco, baci a colazione, diventato subito famoso anche all’estero, all’altro pure noto Il rosmarino non capisce l’inverno dell’anno scorso. Anche un libro per ragazzi ha scritto, anche una trasmissione radiofonica conduce, anche una rubrica su F>> cura, anche l’inviato speciale fa.

   Nato a Verona nel 1971, ha esordito come fumettista intorno al 2006, a trentacinque anni, ha lavorato con successo per edizioni italiane e straniere, si è distinto con disegni, vignette che gli provenivano dall’osservazione, dalla valutazione di fenomeni quali il consumismo, la massificazione dei costumi, dei linguaggi, della cultura, la globalizzazione, la violenza, la guerra e ogni altra grave conseguenza della modernità. Verranno poi i romanzi e nei racconti che li comporranno Bussola procederà come con le vignette, in maniera separata. Gli sembrerà la migliore per poter dire dei tanti, infiniti aspetti che ha assunto l’attualità. Non si distinguerà tra le vignette del fumettista, che pur continueranno, e i racconti dello scrittore: multiplo vorrà essere Bussola perché così crederà di riuscire meglio. Essendo diventate tante le parti del problema da trattare si dividerà tra loro, si concederà ad ognuna di loro.

  Anche in La vita fino a te succede così. Qui argomento specifico è l’amore tra giovani, tra adolescenti, quello dei primi tempi e dei risvolti nel familiare, nel sociale, a scuola. Ad ogni frangente, ad ogni aspetto del fenomeno lo scrittore dedicherà un’attenzione, un pensiero sicché nessuno sembrerà che gli sia sfuggito. Anche di lui adolescente, di lui giovane, di lui innamorato, dirà e al punto da non far capire quante situazioni, quante esperienze di quelle dette siano state veramente sue. Completa di sé e degli altri, di passato e presente, di anima e corpo, risulterà la conoscenza dei giovani e dei loro amori una volta finita la lettura dell’opera. E a renderla ancor più interessante interverrà il linguaggio dell’autore, sempre sicuro, sempre chiaro, sempre appropriato e con le solite punte di umorismo.

   Bussola è un abile scrittore. Non è solo l’intellettuale impegnato, il giornalista, il personaggio pubblico che s’immerge nella vita, nella storia, che le vuole cogliere tutte. Rimane da esse distinto, intende salvarsi dalle loro crisi. E a salvarlo c’è quella scrittura che non fa scadere l’opera nella cronaca, che le conserva una posizione, una distanza tale da permetterle di essere pure aspirazione, evasione, trascendenza, arte.