Le scuole: da beni pubblici a beni comuni

“Scuola e futuro del Paese: destini incrociati”.Labsus (Laboratorio per la sussidiarietàwww.labsus.org) presenta il Rapporto annuale sull’Amministrazione condivisa dei beni comuni. Tema centrale del 2022: l’educazione e la scuola. Titolo: Le scuole: da beni pubblici a beni comuni.

«La Costituzione fa della scuola un soggetto collettivo e plurale. Uno spazio di diritti e opportunità. Non è solo il potere pubblico tenuto a questo compito di cura e sostegno, quindi, ma ciascuno di noi attraverso una nuova combinazione e un nuovo bilanciamento tra politiche pubbliche e autonoma iniziativa dei cittadini». Lo afferma Pasquale Bonasora, presidente di Labsus(l’Associazione che da anni si occupa di promuovere e incentivare l’Amministrazione condivisa per la cura dei beni comuni) che martedì 28 lancia sul suo sito (www.labsus.org/) il Rapporto 2022 su:

Le scuole: da beni pubblici a beni comuni.

Rapporto Labsus 2022 sull’amministrazione condivisa dell’educazione

Il Rapporto, realizzato con la collaborazione di INDIRE (Istituto nazionale documentazione Innovazione Ricerca Educativa www.indire.it/) e dal gruppo di ricerca sulle Piccole Scuole (https://piccolescuole.indire.it/) è sostenuto dalla Fondazione Charlemagne.

Verrà presentato con un webinar il 28 marzo alle ore 18 sui canali Youtube e Facebook di Labsus

L’indagine è stata realizzata su ben 102 Patti diffusi in tutt’Italia e che vedono la Scuola al centro, per un totale stimato di oltre 10.000 attori coinvolti direttamente per il raggiungimento di obiettivi condivisi alla base delle alleanze formalizzate. 

Il Rapporto (che potrà essere scaricato gratuitamente dal sito a partire da giorno 28) contiene, inoltre, i pareri di esperti e le voci di esponenti delle governance educative locali che hanno sostenuto la realizzazione dei Patti sul territorio.

L’indagine è il frutto dell’Osservatorio Nazionale dei Patti di collaborazione e i Patti educativi di comunità (https://piccolescuole.indire.it/iniziative/osservatorio-patti-educativi-territoriali/)  pensato e realizzato con l’ente di INDIRE, nato soprattutto per raccogliere esperienze e buone prassi, costruire percorsi formativi specifici per le scuole, sperimentare processi e strumenti collaborativi per sostenere la permanenza di sistemi formativi allargati.

«Abbiamo indicato da tempo la scuola come ambito privilegiato di interesse per le nostre ricerche e i nostri progetti – sottolinea Bonasora -. Abbiamo incontrato e raccontato quegli attori del cambiamento che interpretano e aggiornano il dettato costituzionale, attraverso il loro lavoro quotidiano, fedeli alle radici e impegnati a realizzarne i fini. L’urgenza e la necessità di questo Rapporto è il frutto di questi incontri. Sono emerse fragilità e potenzialità, difficoltà e speranze».

«L’Osservatorio Nazionale si configura come un dispositivo unico nel panorama italiano in grado di raccontare una geografia aggiornata delle alleanze che riposizionano la scuola al centro di processi di innovazione e rigenerazione a cui tutta la comunità contribuisce – afferma Cristina Grieco Presidente di INDIRE -.  Il lavoro di raccolta e di analisi che impegna INDIRE e Labsus permette di condividere con i territori modelli esemplari, di diversa complessità,  ed occasioni formative per fare del Patto uno strumento istituzionale alla base di una scuola che incontra gli scenari di futuro dell’OCSE e che risponde ad una idea di learning hub».

Alla luce delle riflessioni scaturite dal Rapporto dell’importanza che il Patto assume per il sistema educativo italiano l’Osservatorio Nazionale si propone di aprirsi a nuove alleanze, ridefinire se è necessario gli obiettivi insieme con enti intermedi, fondazioni, associazioni, comunità, istituzioni che vorranno condividerne il cammino.

Nel quadro di questo percorso sono previsti, nelle prossime settimane, altri appuntamenti online e sui territori per discutere insieme gli esiti di questo importante lavoro di ricerca: se ne darà notizia con buon anticipo.

«Il destino della Scuola e quello del Paese sono incrociati, – conclude il Presidente Bonasora – lo abbiamo imparato durante la pandemia e non possiamo permetterci di dimenticarlo».