Si comincia daccapo…

Si comincia daccapo…

di Antonio Stanca

Si comincia daccapo o si torna indietro o si finisce di andare avanti: si può dire come si vuole, s’intende sempre che si è arrivati alla fine di un percorso. In una situazione simile quella di riandare agli inizi, di ripartire dai tempi, dai luoghi di prima può sembrare la soluzione più ovvia, la più naturale. Si fa così anche se non poco èil rammarico, il malumore, lo scontento al quale si va incontro. Ci si adatta anche perché vie, maniere alternative non si vedono o non si vogliono o non si cercano.

Ultimamente è così pure in ambito culturale, artistico. Fatta eccezione per alcuni casi di autori o di movimenti isolati, soprattutto in paesi emergenti, nuovi anche riguardo alla cultura, all’arte, quell’ambito mostra da tempo segni di esaurimento, di crisi dove per secoli era stato importante, ricco di risultati. L’Occidente, famoso per la cultura, la letteratura, le arti è ormai stanco, ha problemi con le loro risorse, i loro temi, le loro forme. Spesso si ripete, si rifà all’antichità culturale, artistica più remota. E non solo sui libri ma anche sui giornali e sui più accreditati. In una simile tendenza rientra larecente riscoperta, rivalutazione delle tradizioni popolari, delle culture, delle arti locali. Ogni posto, pure il più piccolo, ne vanta ormai tantissime. È tutto un loro insorgere, un loro rivelarsi, un loro affollarsi presso mass-media e altri mezzi di comunicazione. In ambito popolare si va alla ricerca dell’originale, del vero, dell’autentico, in ambito colto si riscoprono quelle culture, quelle arti che erano servite per iniziare il cammino, per cominciare a capire, ad apprezzare, a valutare. Sono processi diversi ma si sono ritrovati uniti, hanno portato a risultati più limitati i primi, più estesi gli altri. Ed ancora uniti si sono scoperti nell’intento di limitare, contenere quanto di eccessivo, di complicato, di imprevedibile, di estremo proviene dalla comunicazione telematica, dai prodigi del computer, di Internet. Si è arrivati al punto da avere le soluzioni di ogni problema, le risposte ad ogni dubbio, da non essere più necessario impegnarsi, muoversi. Tutto, per tutti può essere calcolato, preparato. È un fenomeno che ha destatopreoccupazione, che ha portato a rifiutare il presente, a preferire il passato. Ogni eccesso porta al suo contrario.Non più protagonisti si è accettato di essere, non si è più voluto far parte di un movimento così ampio, così esplosivo, così dispersivo come il discorso mediatico. Si è preferito il passato ad un futuro carico di allarmi, di minacce, ad una situazione devastante, riduttiva delle possibilità umane. Daccapo si è voluto iniziare piuttosto che diventare altre vittime di altro progresso.

  Non un progresso ma un pericolo è risultato quest’ultimo ed è stato rifiutato! 

Lo ha rifiutato la cultura, l’arte, la vita!