1923-2023 I cento anni della Riforma Gentile (II)

1923-2023 I cento anni della Riforma Gentile (II)

di Gabriele Boselli

Parte seconda: la pedagogia di Gentile

Riassunto della puntata precedente (Educazione&Scuola, Febbraio 2023, n. 1146, XXVIII Anno) – Giovanni Gentile agisce ancora nel deep school ma non conserva più evidenza pubblica al suo immenso patrimonio ideale. La prima puntata ha illustrato i nuclei essenziali della filosofia di Giovanni Gentile e in particolare la teoria dell’atto: atto non della conoscenza ma del conoscere, apertura al lasciar essere e alla problematicità dialettica, espressione senza fine della soggettualità trascendentale costituente la dottrina della scienza.

Pedagogia come scienza…..

E’ almeno dalla Crisi delle scienze europee di Husserl, autore stimato da Gentile e da lui invitato come direttore dell’ Enciclopedia Italiana a far conoscere in Europa il suo pensiero, che le scienze sono in tensione per il loro irrisolto essere del mondo e del soggetto insieme. E stanno infelicemente bene. Sul fatto che la pedagogia abbia tutti i titoli per esser ritenuta una scienza non dovrebbero esservi dubbi, anche se molti studi dichiarati di pedagogia legittimerebbero il dubbio difettando o di riferimenti anche mediati all’esperienza o di un rigoroso quadro teoretico o di entrambi questi vettori. Certo, in troppi casi la costruzione della credibilità e della deferenza è oggi frutto del rispetto del galateo accademico: citazioni (spesso incrociate), pubblicazione su riviste accreditate per ingegnerie referenziali, soprattutto per diritto di stagionatura, garantito di solito dall’aver comunque l’autore ottenuto l’ingresso in qualche graduatoria. A volte bastano pochi articoli anche se non del livello del celebre articolo sull’arco riflesso di Dewey, autore che ha in comune con Gentile un forte riferimento ad Hegel. Ad alimentare il sospetto sulla dignità epistemica della pedagogia lavorano peraltro alacremente gli psicologi, i quali avendo quasi tutti abbandonato completamente la radice filosofica, accusano di ascientificità tutte quelle scienze che non l’hanno ancora fatto e ne occupano le posizioni di lavoro e di potere.

Penso però che insieme a soggetti indegni i quali comunque prosperano in tutte le forme della professionalità scientifica, esistano anche molti studiosi di grande valore, capaci di costruire in pedagogia forme di autentico (rigoroso) sapere scientifico. Ove l’autentico rigore non significa specialismo ma -Gentile sorride- riferimento all’intero dei campi dell’esperienza. Senza che lo possano dichiarare (pregiudicherebbe la loro carriera), costruiscono scienza seguendo magari le indicazioni gentiliane di rigore teoretico e costante riferimento all’esperienza complessiva del mondo nel suo insieme, degli universi disciplinari nella loro globalità e nei mondi dell’educazione e dell’istruzione.

……….filosofica

Se l’uomo non è un fatto, ma un farsi (autoctisi, nel linguaggio gentiliano) le scienze non sono sull’uomo ma, come ancor dice la denominazione ufficiale per una santa svista nel mai interrotto lavoro centenario degli “esperti” transteverini, scienze umane, non del fatto ma della ricerca dialettica del farsi degli enti e delle scienze con essi.La pedagogia è scienza con saggezza, come la filosofia, è filosofia.

L’epoca in cui Gentile scriveva quello che sarà il manifesto ideale della riforma del 1923 ovvero il Sommario di pedagogia come scienza filosofica (prima stesura 1912) presentava importanti analogie con l’attuale: elementi di stanchezza verso il positivismo, allora quello tardo-ottocentesco, oggi i residui del neopositivismo; insofferenza diffusa per le ormai semisecolari paroline d’ordine della retorica ministeriale, finalizzazione dell’educazione a un’idea (retriva) dello sviluppo economico. In compenso si manifestavano in quel tempo importanti fermenti culturali e scientifici: teoria della relatività ristretta e generale (1906 – 1916) il superamento della meccanica classica, il nascere della fenomenologia e il rivivere dell’idealismo. Anche oggi la filosofia e le scienze del mondo fisico attraversano un momento pre-rivoluzionario e la filosofia (v. N.Maxwell, bibl.) sta riguadagnando terreno specie nei territori ove la scienza avverte la necessità di farsi strumento di saggezza.

Il Sommario di pedagogia e più chiaramente la Teoria generale della spirito come atto puro avvertono profondamente il senso di un forte cambiamento della cultura, di un’inquietudine sociale e politica che, con molti altri fattori, aveva portato allo scoppio della I guerra mondiale. Qualcosa di simile coglie noi oggi, anche nel mondo dell’istruzione, pensando all’eventualità di una terza. Se la dignità scientifica della pedagogia generale è seriamente insidiata, ormai persa è almeno in Italia la speranza di sua affermazione come scienza filosofica. Può dirsi di essa quel che scriveva Kant nella prefazione del 1781 alla KRW scrivendo della metafisica: “olim maxima rerum, tot generis natisque potens, nunc trahor exul e inops”. I giovani studiosi che articolino filosoficamente questioni pedagogiche possono dire addio alla speranza di poter rimanere a far ricerca nell’università. Potranno coltivare la loro passione privatamente. Molti dei meno giovani temono per il loro prestigio accademico o per le loro relazioni politiche essendo Gentile tuttora maledetto da parte della sinistra e assolutamente dimenticato dalla destra. La potenza del genio gentiliano continua comunque ad agire e continuerà, almeno per un altro secolo. Mi dispiace di non poter esserci, nel 2123.

G.Gentile Sommario di pedagogia come scienza filosofica, 1912, ried. presso Le lettere, 2003

G. Gentile Teoria generale della spirito come atto puro, 1916, ora in Opere filosofiche , Garzanti, 1991

S. Natoli Giovanni Gentile filosofo europeo, Torino, Bollati Boringhieri, 1988

A.Erbetta L’eredità inquieta di Giovanni Gentile Milano, Marzorati, 1988

G.Boselli Riflessioni gentiliane. Per una teoria dell’atto in educazione, in AAVV Pedagogia al passato prossimo Firenze, La Nuova Italia, 1991

A. Melucci Innovare in politica e in pedagogia in A.Erbetta (a cura di) Senso della politica e fatica di pensare, CLUEB, 2002

G.Boselli-N.Serio (a cura di) Fondazioni culturali delle riforme scolastiche, Armando, 2005

R.Corvi Frontiere aperte. Verso un’epistemologia transdisciplinare, Scholè,2023

N.Maxwell Does Philosophy Matter? The Urgent Need for a Philosophical Revolution

in pubblicazione su Qeios

La prossima puntata sui tratti essenziali della Riforma del 1923