G. Schiralli, Passione per la polis

Guglielmo Schiralli (Corato 1860 – Roma 1920). Passione per la polis. Antologia di testi poetici in prosa articoli – saggi – studi

GUGLIELMO SCHIRALLI E LA PASSIONE PER LA POLIS COME “SCELTA DI VITA”

di CARLO DE NITTI

PREMESSA BIO-BIBLIOGRAFICA

E’ con un’emozione particolare che mi avvicino al testo curato da Vincenzo Tota e Vito Di Chio, Guglielmo Schiralli (Corato 1860 – Roma 1920) . Passione per la polis. Antologia di testi poetici in prosa articoli – saggi – studi, edito recentissimamente, nel 2023, da Peppino Piacente con la sua SECOP edizioni, meritoriamente operante in Corato.

L’emozione riviene dall’essere il volume su Guglielmo Schiralli, l’ultima fatica editoriale di Vincenzo Tota (Corato, 1929 – Bari, 2022) – che ad esso ha dedicato gli ultimi anni della sua lunga e feconda vita di studi, dedicata alla sua città natale, alla germanistica, alla filosofia ed alla critica letteraria – che ho avuto l’onore ed il piacere di conoscere di persona, in quanto era uno dei fratelli di mio suocero, Cataldo Franco Tota (Corato, 1931 – Bari, 2006), raffinatoeconomista, Dirigente Superiore del Ministero del Tesoro,illustre esponente della “Scuola barese del Tesoro”, in qualità di Direttore della Ragioneria Provinciale dello Statodi Bari. 

Invero, ho conosciuto Vincenzo Tota ben prima che di persona, per fama, all’inizio dei miei studi universitari di filosofia, alla fine degli anni ’70 del secolo scorso, come curatore per la casa editrice Laterza del volume di Karl-Heinz Ilting, Hegel diverso, alla cui lettura sono stato indirizzato. al pari dei miei condiscepoli, dalle lezioni di Giuseppe Semerari.

La conoscenza per fama e quella personale di Enzo Tota, ça va sans dire, sono state assolutamente irrelate.

GUGLIELMO SCHIRALLI ED IL SUO MONDO POLITICOE POETICO

<<Dedichiamo questa antologia di testi schiralliani al Prof. Vincenzo Tota (1926 – 2022), al suo amore per Corato, “Corsine labe doli”, e alla sua dedizione nella ricerca del patrimonio culturale, politico e poetico di questa città>>: è questo, prima del frontespizio, l’abbrivo di questo volume.

In esso, i curatori, Vincenzo Tota e Vito Di Chio, coinvolgendo altri qualificati studiosi quali Giovanni Capurso, Grazia Talia Calvi e Pasquale Giaquinto presentano la nobile figura di Guglielmo Schiralli – nato a Corato nel 1860, figlio di  don Giuseppe, benestante proprietario terriero – che compie una vera e propria “scelta di vita” (come chiamò, quasi cinquanta anni fa, Giorgio Amendola la propria adesione, nel 1929, al Partito Comunista, allora clandestino), con una ricerca storica e d’archivio considerevolissima per quantità e qualità.

Vito Di Chio – co-curatore del volume insieme a Vincenzo Tota – esordisce con una bellissima citazione di Joseph Conrad (1857 – 1924) per spiegare lo spirito del volume presentato e la passione per la polis di Guglielmo Schiralli, citando Aristotele Τά πολιτικά (1253 a): “si possono trarre due conseguenze […] La prima: che coloro che non vivono nella polis non sono completamente umani. Acuta e sempre sorprendente è la sua percezione delle condizioni di vita ai margini della società della grande massa sfruttata dei braccianti, dei giornalieri, degli operai, del popolo senza una visione del futuro. La seconda: che la comunità della polisnon è data automaticamente, ma che è da costruirsi nella lotta per i diritti primordiali della gente, ma ancor più nella solidarietà delle persone concrete e nell’amicizia” (p. 7).

Giovanni Capurso, nel suo saggio, contestualizza da par suo – da docente e saggista – l’opera politica di Guglielmo Schiralli allargando lo sguardo prospettico alle lotte sociali e politiche di fine Ottocento in Puglia ed in Italia: al panorama anarchico e radicale che in Puglia si incarnava nelle due figure fondamentali del barlettano Carlo Cafiero (1846 – 1992) e del tranese Giovanni Bovio (1837 – 1903), alla nascita ed ai primi decenni di vita del Partito Socialista, di cui fu, nel 1892, al Congresso di Genova, uno dei fondatori.In particolare, a Corato, Guglielmo Schiralli fu consigliere comunale, provinciale di Bari (per il mandamento di Corato)e primo sindaco socialista della città negli anni 1914-15, precedentemente dello scoppio della prima guerra mondiale.

Grazia Talia Calvi, nel suo contributo, indaga, invece, sul mondo poetico di Guglielmo Schiralli, che a quello politico è intimamente collegato., anzi il mondo poetico ispira l’azione politica. Nella produzione poetica schiralliana, “c’è lo slancio colmo di fede laica, gusto passionale ed eroico; scetticismo attivo ed erosivo che reca in sé i presagi di altra fede e altre credenze, di vivide speranze. C’è la pena umana, un dolore che vibra palpitante. La sua poesia è un atto di fede, non una elaborazione della realtà, ma una forma immediata di partecipazione ad essa. E’ palpito umano, un sentire nella vita e nel ritmo della storia e coglierla nel suo fluire” (p. 40). 

Pasquale Giaquinto, nel suo lavoro, si sofferma sulla poliedrica attività pubblicistica di Guglielmo Schiralli, che collaborò a numerose testate giornalistiche tra cui Il Popolo d’Italia, fondato, nel 1914, da un famoso socialista dissidente perchè interventista, Benito Mussolini. Il saggio tematizza, in modo particolare, gli articoli pubblicati da Schiralli su Il Giornale del Popolo nel biennio 1918 – 1920. Essi “costituiscono, quindi, un piccolo tassello luminoso che getta una luce sulla comprensione della fase finale della sua vita, restituendoci, almeno in parte, l’ultimo Schiralli, che […] rappresenta un punto di approdo alla maturata transizione di un giovanile radicalismo verso una prospettiva gradatamente riformista, , osservando, però, la medesima attenzione al grande leitmotiv che fa da collante a tutta la sua azione: la questione meridionale” (p. 116).

L’ampia antologia schiralliana (pp. 187 – 277) fa conoscerein modo significativo a noi lettori del XXI secolo una figura centrale per lo sviluppo delle idee di democrazia e di uguaglianza nel ‘profondo Sud’. Guglielmo Schiralli fu sempre vicino alle condizioni di vita dei contadini pugliesi ed alle loro lotte per migliorare le proprie condizioni di vita e di lavoro e per porre fine (o limitare) lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo di cui erano vittime, in assoluto dispregio dei diritti inalienabili della persona che, soltanto circa cinquanta anni dopo, sarebbero stati riconosciuti dalla neonata Repubblica. 

L’intensa esperienza politica, poetica e culturale di Guglielmo Schiralli  – a Corato prima ed a Roma, dopo il suo interventismo di ispirazione garibaldina che lo aveva reso inviso sia ai “signori” che ai socialisti, poi – fu tragicamente stroncata da un incidente d’auto che pose termine ai suoi operosissimi giorni.

Il pregio maggiore del volume qui recensito è riportare al centro dell’attenzione politica e culturale della Città, e non solo, un protagonista assoluto di importanti battaglie politiche, riscattandolo da una forma di damnatio memoriaea cui lo aveva condannato non l’iniuria temporis ma l’iniuriahominis, o, meglio, degli uomini che si autocondannano ad un eterno presentismo astorico ed atemporale.

EPILOGO

Mi piace di concludere queste righe sull’antologiaschiralliana, tornando sulla figura di Vincenzo Tota che, forse, con questo ‘suo‘ volume, cui ha atteso negli ultimi anni della sua vita, lascia a tutti i lettori, coratini e non, un testamento spirituale che si sostanzia, credo di intendere, in una fedeltà critica alle proprie origini – Heimat, certamente non nel significato heideggeriano deteriore -, alla propria storia – nel senso di Nietzsche della Zweite Unzeitgemässe Betrachtung – ed alla connessa (e condivisa con il fratello Franco) “militanza” culturale/professionale, intesa, alla maniera di Max Weber, come Beruf. Non a caso, tre intellettuali tedeschi. Forse.