Stipendio: taglio delle tasse in busta paga (cuneo fiscale), da 80 a 100 euro di aumento fino a dicembre. Le cifre

da OrizzonteScuola

Di redazione

Via libera in CdM della misura volta a ridurre il costo del lavoro, tramite una riduzione del cuneo fiscale per i redditi medio-bassi. Il provvedimento, contenuto nel cosiddetto Decreto-Lavoro, prevede un taglio delle tasse sul lavoro per i redditi lordi fino a 35mila euro, con l’obiettivo di aumentare lo stipendio netto dei lavoratori dipendenti privati e pubblici.

Il taglio del cuneo fiscale è stato introdotto attraverso una dote di 3,5 miliardi di euro indicata nel Documento di Economia e Finanza, che si aggiunge ai 5 miliardi già previsti nella Legge di Bilancio. Secondo il Governo, la nuova misura porterà a una riduzione del cuneo fiscale per 13,8 milioni di lavoratori dipendenti, privati e pubblici, con un aumento in busta paga che potrebbe tradursi in circa 15 euro per otto mesi, da maggio a dicembre di quest’anno.

Tuttavia, non tutti sono d’accordo con le cifre riportate dal Governo. Secondo alcune stime circolate nelle scorse settimane, il taglio del cuneo fiscale potrebbe tradursi in un aumento in busta paga di circa 25-30 euro al mese. Attualmente, il taglio del cuneo fiscale in vigore è pari a 41,15 euro al mese per le retribuzioni di 25mila euro lordi, mentre per le retribuzioni tra 27.500 e 35mila euro il vantaggio è intorno ai 30 euro al mese.

Il nuovo taglio delle tasse sul lavoro sarà il secondo introdotto dal Governo nel corso dell’anno. Il primo taglio del cuneo fiscale è stato contenuto nella manovra finanziaria di dicembre, e sarà valido per tutto il 2023. Tale taglio prevede una riduzione del 3% dei contributi per redditi lordi fino a 25mila euro e del 2% per i redditi da 25 a 35mila euro.

Nel complesso, nel combinato dei vari interventi legati al taglio del cuneo fiscale, gli aumenti in busta paga andranno tra tra gli 80 e i 100 euro mensili.

Inoltre, si ipotizza che il Governo possa introdurre un ulteriore taglio del cuneo fiscale di un punto percentuale, valido da maggio fino a dicembre di quest’anno.

Misure  non strutturali, ma tampone per far fronte all’inflazione e al carovita, con scadenza dicembre 2023 e che dovranno essere rifinanziati per avere validità anche nel 2024