Valditara: ‘Nessuna scuola chiusa in futuro’. Allora vanno create le condizioni

da Tuttoscuola

Sempre in occasione del question time al Senato, il ministro Valditara ha avuto modo di precisare la differenza che c’è tra scuole e istituzioni scolastiche. Precisazione opportuna, perché sono in molti a non cogliere la differenza concreta che sta dietro una terminologia apparentemente simile.

In Italia funzionano circa 40mila punti di erogazione del servizio scolastico (o “scuole”): sono plessi, scuole e istituti statali tra infanzia, primaria, secondaria di I e II grado ubicati in altrettanti edifici scolastici. In circa 8mila di quegli edifici sono anche collocati in locali adiacenti le presidenze e le segreterie delle istituzioni scolastiche, le quali dirigono, organizzano e amministrano i plessi del territorio circostante (mediamente circa 5 scuole/plessi/istituti per ogni istituzione scolastica).

Il ministro, come ormai ripete da tempo, ha anche precisato che: “In Italia ci sono oggi 40mila plessi scolastici: nessuno di essi verrà chiuso”. Ma davvero sarà così?

La recente indagine di Tuttoscuola – ripresa con molta evidenza dai media nazionali e anche stranieri – ha documentato che negli ultimi dieci anni hanno chiuso 1.176 scuole statali (450 dell’infanzia e 726 primarie). E nei prossimi anni cosa succederà? L’analisi di alcuni dati sull’andamento negli ultimi tre anni può fornire utili indizi.

Negli ultimi tre anni scolastici nelle scuole statali di infanzia e primaria i dati prospettano un immediato futuro negativo, a causa del costante calo di alunni: 53.748 iscritti in meno nelle scuole dell’infanzia (da 875.718 nel 20-21 a 821.970 nel 22-23) e 122.747 iscritti in meno nelle scuole primarie (da 2.383.676 nel 20-21 a 2.260.929 nel 22-23), per un minor numero complessivo di 176.495 alunni tra infanzia e primaria.

Conseguentemente il numero delle classi si è ridotto di 4.087 unità (1.073 in meno nell’infanzia e 3.014 nella primaria. La chiusura di oltre 4mila classi ha determinato, quindi, la chiusura definitiva di 156 scuole (50 dell’infanzia e 106 della primaria).

Nel medesimo periodo le monosezioni della scuola dell’infanzia sono aumentate di 124 unità e le bisezioni di 74 unità: sono l’anticamera della chiusura di scuole.

Nella scuola primaria le pluriclassi sono aumentate di 106 unità: anch’esse sono l’anticamera della imminente chiusura di altre scuole.

Questo è l’inesorabile trend. Riguardo al calo di alunni, questo si può interrompere solo con un’inversione del tasso di natalità (un contributo potrebbe darlo una maggiore attenzione all’integrazione scolastica degli stranieri ed un maggiore coinvolgimento nei percorsi di educazione degli adulti, italiani e stranieri). Riguardo alla chiusura delle scuole, che è un effetto del primo fenomeno, si può interrompere nella scuola statale solo intervenendo sui parametri di costituzione delle classi e di assegnazione degli organici: è dunque ciò che si prepara a fare il ministro Valditara, dal momento che assicura che non ci saranno chiusure di scuole?

Se ciò non accadrà, prepariamoci a contare altre chiusure di scuole statali, dopo le quasi 1.300 dell’ultimo decennio.