Mattarella chiede una scuola inclusiva, in particolare verso i migranti e i loro figli

da Il Sole 24 Ore 

Le parole del presidente della Repubblica dal palco dell’iniziativa “Tutti a scuola” a Forlì, nella Romagna alluvionata
di Redazione Scuola

Sergio Mattarella chiede una scuola inclusiva, in particolare verso i migranti e i loro figli, che possono costituire una grande potenzialità per l’Italia. Nei giorni degli sbarchi senza sosta, dal palco dell’iniziativa “Tutti a scuola” a Forlì, dove nella Romagna alluvionata è stato inaugurato l’anno scolastico, il presidente della Repubblica ha rivolto un appello a considerare «con attenzione che le nostre classi sono frequentate da circa 800 mila studenti, migranti o figli di migranti stranieri. Un decimo degli iscritti nei nostri istituti. Si tratta – ha detto il capo dello Stato – di un impegno educativo imponente. Studiano da italiani, apprendono la nostra cultura e i nostri valori, e possono costituire un grande potenziale per il Paese. Dal loro positivo inserimento può dipendere parte importante del futuro dell’Italia». Il presidente ha sottolineato anche che «la peculiarità della condizione di migranti, unita alle condizioni di povertà di molte loro famiglie, fa sì che queste ragazze e questi ragazzi siano esposti, più di altri, a ritardi o abbandoni scolastici. Non si cresce con il necessario spirito civico nell’isolamento. Perché forme, pur non dichiarate né intenzionali, di separazione producono rischi gravemente insidiosi per l’intera società. Dobbiamo scongiurare il rischio di giovani che, crescendo al di fuori dei canali scolastici, traducano la loro marginalizzazione in rifiuto della convivenza o come impulso alla ribellione».

Incoraggiamento agli insegnanti

Nel discorso di apertura di anno c’è spazio anche per l’incoraggiamento agli insegnanti, con l’invito ad assicurare loro stipendi adeguati e a ridargli prestigio. E poi il contrasto al bullismo, la necessità di «un’azione di ampio respiro e a diversi livelli» contro la criminalità giovanile: «Rapine, omicidi, risse tra bande giovanili, intollerabili violenze e molestie ai danni delle ragazze, inaccettabili episodi di bullismo e di prepotenza che mortifica altri ragazzi», ha ricordato riferendosi a recenti fatti di cronaca: «Tutto questo rende ancor più fondamentale combattere, con sempre maggior determinazione, l’abbandono scolastico», ha evidenziato. E ancora: «La scuola è la prima e la più importante risposta al degrado. E’ la buona scuola lo strumento più efficace e prezioso di cui la Repubblica dispone per creare e diffondere tra giovani generazioni una cultura della legalità, della convivenza, del rispetto».

Mattarella quindi ha citato Omero, Montessori e Platone, raccogliendo forti applausi dalle classi presenti: «Quando i figli presumono di essere uguali ai padri, i maestri tremano davanti agli scolari e preferiscono adularli anziché guidarli, quando si disprezzano le leggi e non si sopporta più alcuna autorità, allora è segno che sta per cominciare la tirannide». Ma soprattutto ha puntato sul tema dell’inclusione, «valore fondamentale della scuola».
«La scuola è per tutti e di tutti. Non tollera esclusioni, marginalizzazioni, differenze, divari. Ne verrebbe – e, talvolta, ne viene – deformata», ha insistito.

Incontro con l’associazione “Vittime del fango”

Prima di intervenire, all’interno dell’istituto Saffi Alberti aveva incontrato i rappresentanti dell’associazione “Vittime del fango” che hanno chiesto al Capo dello Stato di non dimenticare la Romagna alluvionata, colpita peraltro proprio questa mattina dagli effetti del terremoto in Toscana. «L’anno scolastico si apre in queste terre con regolarità, nonostante i danni subiti dalle strutture. E’ segno, forte e concreto, di tenacia e di resistenza. L’apertura qui, oggi, rappresenta, un messaggio di inalterata vicinanza alla gente di Romagna. Nei giorni successivi all’alluvione – ha aggiunto – tanti volontari provenienti da tutta Italia hanno impugnato pale, scope e secchi. Il loro contributo è stato prezioso nella lotta contro il fango e nel manifestare cultura della solidarietà».