Il potere dell’incontro

Il potere dell’incontro

di Vincenzo Andraous

I ragazzi si danno appuntamento in chat, condividono tutto, in quel tutto ci sta dentro il recinto circondato dal filo spinato dove tutto può esser condiviso, appunto, anche le miserabilità più disumane.

Attraverso i social, condividono e diffondono le immagini dei bulli per vocazione, dei maledetti per forza, della violenza, delle prevaricazioni, delle risse.

C’è un uso sopruso della rete, arrivando a ingenerare una vera e propria malattia ossessiva compulsiva della comunicazione.

Eppure nonostante quel che c’è ai bordi del percorso di ognuno e di ciascuno, che invocarisposte forcaiole e carcerocentriche, rimane a fare da ponte la vita e la conoscenza della cultura del bello, ripartendo dalle famiglie, dalla scuola, dall’oratorio, dall’importanza dell’incontro con chi alto è non per altezza fisica, bensì per autorevolezza conquistata sul campo.

Quelle persone che sono esempi che lasciano tracce e orme indelebili impossibili da non vedere-sentire, da seguire per apprendere il valore del rispetto per se stessi e per gli altri.

Ho avuto la fortuna di esser invitato a partecipare alla settimana comunitaria in un oratorio, tanti ragazzi e ragazze di svariateparrocchie, la tematica che ci ha accompagnati è stata “A ritmo di relazioni”, che ci ha permesso di fare un pezzo di strada insieme alla scoperta di cosa significhi davvero mettersi in relazione, comprendere che l’altro c’è e come, occorre finalmente guardare a un palmo dal proprio naso, dove non vediamo, peggio, non intendiamo proprio vedere.

E’ stato un incontro autentico, senza maschere, a tratti aspro, duro, urticante, perché la vita quella che risulta essere un’avventura eccezionale, è fatta anche di cadute e di inciampi, di buchi neri profondi, di sconosciuti che ti vengono incontro, stendono il loro braccio, stringono forte la tua mano, ti sradicano letteralmente dalla fossa costruita a misura.

Qualcuno ha detto come le nostre radici possono, se ben curate, diventare delle ali. Molti dei presenti che ho ascoltato con attenzione hanno preso nota e cura di come nel coltivare la relazione risulti una vera e propria salvavita la comprensione di valori come libertà, rispetto, dignità, solidarietà, amore.

Ho pensato davvero a quanto sia importante amarsi e perdonarsi, perché “se manca l’altro non stai vivendo, ma stai sopravvivendo”.