A.S. 2024-2025/1. No smartphone, torna il diario. Si guarda indietro o avanti?

da Tuttoscuola

Nello scorso mese di luglio il ministro Valditara ha inviato ai presidi una circolare contenente le direttive per il nuovo anno scolastico. Tra le novità più discusse il drastico “divieto di utilizzo in classe del telefono cellulare” a partire dalla scuola dell’infanzia e fino alla terza media, a meno che il loro uso “sia previsto dal piano educativo individualizzato o dal piano didattico personalizzato, come supporto rispettivamente agli alunni con disabilità o con disturbi specifici di apprendimento ovvero per documentate e oggettive condizioni personali” (ammesso invece l’uso a fini didattici di altri dispositivi digitali, quali pc e tablet, sotto la guida dei docenti), e la “raccomandazione” di affiancare alla annotazione sul registro elettronico delle attività da svolgere a casa una “notazione giornaliera su diari/agende personali”.

Immediatamente è ripartito il confronto, che dura da anni (in Italia il ministro Fioroni fu il primo a vietare l’uso del cellulare in classe già nel 2007, quando ancora non esistevano gli smartphone, introdotti nel 2011), tra sostenitori e detrattori dell’uso didattico dei devices multimediali, ma negli ultimi anni, soprattutto dopo il Covid-19, è aumentato il numero dei Paesi che hanno deciso di vietarli, accogliendo le indicazioni in tal senso provenienti dall’Unesco e dall’OCSE e da un numero crescente di studiosi come lo psicologo Haidt.

In Europa tra i primi a decidere le restrizioni sono stati Francia, Inghilterra, Paesi Bassi, Norvegia e Svezia, mentre anche negli Stati Uniti, patria degli smartphone, alcuni Stati si sono già mossi in tal senso. Tra questi Indiana, Minnesota, Ohio, Virginia, e dalla scorsa settimana anche l’ipertecnologica California con una legge bipartisan che entrerà in vigore il 1° luglio 2026, ma che alcuni distretti, come il Los Angeles Unified School District (il più grande negli USA dopo quello di New York) hanno deciso di applicare da gennaio 2025.

L’opinione attualmente prevalente nel mondo, condivisa da Valditara, è che dal punto di vista pedagogico (ma anche psicologico e neurologico) vietare gli smartphone in classe sia un modo per guardare avanti, e non indietro, all’era pre-digitale. Lo stesso si può dire per il ripristino del diario, e in generale dello scrivere a mano anziché con una tastiera, come da anni sostiene Benedetto Vertecchi   e come ribadisce Andrea Cangini, direttore dell’“Osservatorio Carta, Penna & Digitale” in un argomentato intervento sul Corriere della Sera del 26 agosto 2024, intitolato “Meno smartphone, più carta e penna”.

Certo, in Europa e negli USA per vietare serve una norma giuridica. In Paesi come la Corea e il Giappone, basta l’etica confuciana, impersonata dal Professore: nessuno studente si azzarderebbe mai a usare uno smartphone senza il suo permesso. La Cina sta a metà: c’è una normativa restrittiva, ma anche lì gli studenti per usare lo smartphone in classe devono chiedere il permesso dei professori, corredato da una domanda scritta dei genitori. Non tutto il mondo è Paese…