Scatti, ora anche Monti dice sì

da ItaliaOggi

Scatti, ora anche Monti dice sì

Il governo ha dato il via libera all’intesa Aran-sindacati. La palla passa alla Corte dei conti

di Carlo Forte

Via libera del Consiglio dei ministri all’accordo per il recupero dei gradoni. Il placet di palazzo Chigi è giunto il 15 febbraio scorso e adesso si attende solo l’ok della Corte dei conti. É ormai alle battute finali, dunque, il complesso iter per il recupero dell’utilità del 2011 ai fini della progressione di carriera.

Che ha determinato una profonda spaccatura tra i sindacati rappresentativi: Cisl, Uil, Snals e Gilda-Unams, schierati in favore del sì all’intesa e Cgil schierata per il no, al punto da non firmare l’accordo. Non di meno, se gli organi di controllo non avanzeranno rilievi, i docenti e gli Ata dovrebbero ottenere i benefici economici dell’accordo già nella busta paga di marzo. Va detto subito che tali benefici valgono per tutti e, a regime, comportano un aumento della retribuzione annuale di circa 1000 euro con effetti a valere anche sulla pensione. L’ipotesi di contratto è stata sottoscritta all’Aran il 12 dicembre scorso. E il 30 gennaio è stata sottoscritta anche l’intesa che detta le regole per la distribuzione dei fondi alle scuole per il miglioramento dell’offerta formativa, decurtati dell’importo utile per finanziare la parte residua della somma necessaria al recupero dell’utilità del 2011 ai fini dei gradoni, sempre senza la firma della Cgil. L’entità delle risorse ammonta complessivamente a 924.040.000 euro e, per effetto dell’intesa, le scuole riceveranno a breve un acconto di 553,33 milioni di euro. I passaggi ai tavoli negoziali si sono resi necessari perché l’art. 9, comma 23, del decreto legge 31 maggio 2010, n. 78 ha disposto che: «Per il personale docente, amministrativo, tecnico ed ausiliario (Ata) della scuola, gli anni 2010, 2011 e 2012 non sono utili ai fini della maturazione delle posizioni stipendiali e dei relativi incrementi economici previsti dalle disposizioni contrattuali vigenti».

L’intenzione del legislatore, infatti, era quella di introdurre un ritardo di tre anni nella maturazione degli scatti di anzianità. E ciò avrebbe comportato, a regime, una perdita secca di circa 1000 euro per ognuno degli anni del triennio, sia nella retribuzione che nella pensione. Con ulteriori decurtazioni della buonuscita. Gli effetti delle nuove disposizioni, però, sono stati mitigati da un successivo intervento legislativo, che ha ripristinato il recupero del 2010. Il tutto mediante l’utilizzo dei fondi inizialmente accantonati per finanziare il merito.

Fondi derivanti dal taglio di circa 135mila posti di lavoro nella scuola, disposti tramite il piano programmatico dell’art.64 della legge 133/2008. Il ritardo, dunque, era già stato ridotto di un anno, grazie al recupero dell’utilità del 2010. Per il recupero del 2011, però, i soldi del merito sono risultati insufficienti. Anche perché buona parte delle disponibilità sono state utilizzate dal governo per retribuire i docenti di sostegno, autorizzati in deroga alle riduzioni di organico. E quindi, per trovare i fondi che mancavano, governo e sindacati si sono messi intorno a un tavolo e, alla fine, hanno deciso a maggioranza di utilizzare una parte dei fondi previsti per finanziare lo straordinario dei docenti e degli Ata.

In ciò utilizzando il fondo per il miglioramento dell’offerta formativa (Mof).

Resta da vedere cosa succederà il prossimo anno, quando bisognerà individuare le risorse per finanziare il recupero del 2012, così da sanare definitivamente la questione. Sempre che non intervengano nuove misure di contenimento della spesa.